Archivio mensile:Giugno 2010

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resumé per il 17

giovedì 17 giugno, alle ore 17:30

presso la MEDIATECA DI SAN LAZZARO

San Lazzaro di Savena (Bologna)
via Caselle 22

reading + dialogo su

PROSA IN PROSA

(Le Lettere, 2009)

incontro a cura di Renato Barilli

introduzione di Paolo Giovannetti

letture di

Alessandro Broggi, Marco Giovenale, Andrea Inglese

interverranno inoltre

Vincenzo Bagnoli

Milli Graffi

Adriano Padua

* * *

Andrea Inglese, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Marco Giovenale, Michele Zaffarano, Andrea Raos,

Prosa in prosa. Con 504 illustrazioni in bianco e nero nel testo.

Saggio introduttivo di Paolo Giovannetti, postfazione di Antonio Loreto.

Le Lettere, collana fuoriformato a cura di Andrea Cortellessa. Firenze, novembre 2009, pp. 216



Questo libro a sei voci vuole fare il punto – in modo tendenzialmente e tendenziosamente “militante”, di parte – su una forma di scrittura da qualche tempo divenuta molto attuale e discussa, anche in Italia: la poesia in prosa, dando luogo, da subito, a qualcosa di nuovo. Dopo almeno centocinquant’anni di storia, questo genere non solo ha raggiunto una piena maturità ma può anche confrontarsi con la sua tradizione; può tentare di ripensarla criticamente. Il titolo lo suggerisce: dalla prosa si tratta di tornare (polemicamente, ironicamente) alla prosa stessa, e scoprire uno spazio diverso. È finito, con ogni evidenza, il periodo in cui il non-verso doveva innanzi tutto costringerci a riflettere sulle carenze del verso, sui confini del poetico, della poesia. La scrittura in prosa, forte di una consapevolezza spietata intorno all’impasse in cui la comunicazione letteraria in toto langue, interagisce con i generi del discorso istituzionalmente non-poetico: cronachismo, narratività, parlato informale. E, a ben guardare, di “poesia” in prosa qui non si può (più) propriamente parlare. Tra molti modi di intendere la poesia e molti di intendere la narrativa (dal racconto al romanzo), si apre un terzo spazio abitato da forme ancora differenti, che preferiamo definire “prosa in prosa”.

*

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MEDIATECA DI SAN LAZZARO

Info e contatti:
via Caselle 22, San Lazzaro di Savena (Bo)
tel. 051-6228060 /61 /62 /75
email : mediateca@comune.sanlazzaro.bo.it
sito : http://www.mediatecadisanlazzaro.it
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Spare Room presents: Félicia Atkinson and Drew Kunz

TODAY, June 13th

7:30pm – 10:30 pm

concordia Coffee House

2909 NE, Alberta
PORTLAND (OR)

*

Félicia Atkinson was born in Paris in and currently resides in Brussels.

After studying anthropology at Paris VIII and fine arts at Les Beaux-Arts de Paris, and practicing contemporary dance with Boris Charmatz, she moved to Brussels to enjoy the northern light, the space, the friendly people and the Belgian fries. Her work is inspired by two ways of thinking: the Japanese wabi-sabi philosophy of the unfinished, and lo-fi and psychedelic improvisations in music and drawing. Imperfections, improvisation, repetition, raw materials, folk culture, minimal art, travel, translation, contemplation, are the materials of her body of work which includes performance, writing, music, drawing, photography. . .

Her first solo album, la la la, recorded at home with guitar loops, small electronics, voice, and melodica, was released on the Japanese label Spekk. Lakes and Losses, her second solo album (recorded also at home with harp, guitar, electronics and voice), is a sad mantra in six parts about the mutation of the seasons and the heart. She has played and recorded music with Paul Labrecque from Sunburned Hand of the Man, and toured and recorded with Sylvain Chauveau, Stretchandrelax, and Louisville.

Her drawings and installations have been exhibited at Elaine Levy Project, Brussels; Heidi Gallery, Nantes; Komplot, Brussels; Lieu Commun, Toulouse; Super Core, Brooklyn; Bon Bon Gallery, Hiroshima; etc.

*

Drew Kunz is a witer, visual artist / photographer, and editor. Kunz and Stacy Szymaszek edited the literary journal Traverse from 1999 to 2004. Since 2005, he has acted as sole editor and publisher of the journals Track & Field and Miniature Forests, as well as a digital and print chapbook project tir aux pigeons/SERIES. His books include Tether (Dusie Kollektiv) and Terminals (tir aux pigeons); he lives with his family in Suquamish, Washington.

testi critici _ su “L’uomo avanzato”, di Mariano Baino

Ha molti significati il titolo del recente libro di Mariano Bàino, il romanzo o racconto lungo L’uomo avanzato, uscito nella collana FuoriFormato dell’editrice Le Lettere (con postfazione di Remo Ceserani).

Il protagonista del libro è figura allegorica di una civiltà (occidentale) definibile certo ironicamente “avanzata”; è poi un uomo in sovrappiù (avanzato = eccedente) rispetto allo scorrere normale della storia: un naufrago; e infine si aggiunga che si è davvero mosso, avanzando, arrancando, fino ad approdare al piccolo e semi-inospitale arcipelago di quattro isolotti saldati che lo accolgono a disastro avvenuto. Il suo punto di vista è fuori della storia ma proprio per questo molto avanti/avanzato nel planetario di sordità e vuoto senza limiti rappresentato dalle forze naturali, indocili. Che lo incastonano, e lo cambiano, inevitabilmente.

Il suo in ogni caso non è – propriamente – naufragio. Il colto Roberto Crusca, in serena crociera con consorte sull’Oceano Pacifico, non vede colare a picco nulla: nessun crollo del sistema-nave, nessun tramonto di quell’occidente da cui viene. È suo semmai, è individuale, l’errore. È lui che, semiubriaco e scioccamente spavaldo, deridendo tempesta e notte finisce in acqua per un colpo di malasorte irreversibile.

Dalla perdita di sé e del contatto con il mondo sedicente avanzato, all’esplorazione dell’isola dove la sorte bizzarra gli dà spazio e tempo di salvezza togliendogli però tutto il resto, il passo delle pagine è dilatato e riflessivo ma pienamente narrante. Il clima è di racconto. Poi, non appena il disperso anti-Crusoe, che nulla costruisce e nulla trasforma, si insedia o meglio inizia a vagare ciclicamente tra le falde o pietre o sabbie nei venti della piccola isola, ecco che diventano falde e arcipelaghi rarefatti le stesse prose che portano avanti il testo.

La storia si sfrangia in una raggiera di sguardi rivolti in prevalenza verso l’interno. La riflessione si fa centrale. Ed è sempre portata da un evento, però, o epifania, un micro o macro-accadimento (come possono essercene nell’isolamento totale): sia la scoperta di un soldato morto decenni prima, prigioniero nel folto della vegetazione, sia il tentativo puerile di addomesticare un pappagallo; sia la malaria che strema, siano gli incubi o sogni minutamente ricostruiti, siano i tentativi di scrivere – allineando rocce in terra – frasi e messaggi per aerei che passano e spariscono.

Uno dei punti di forza del libro, oltre all’incedere veloce-variante della prosa, consiste – si direbbe – proprio nella capacità di Bàino di tenersi equidistante per non dire estraneo sia rispetto a un incantamento panico di fusione con elementi e paesaggio (con cui il personaggio Roberto viene a patti semmai per tramite di ironia e senso di alterità), sia rispetto a un qualsiasi cedimento alla nostalgia per il mondo sedicente civilizzato. Tanto è lontano da questo mondo, Roberto, da fuggire come la peste un inspiegabile drappello che sbarca sull’isolotto in conclusione di libro. Il finale aperto non permette di individuare con certezza quale segno o presagio di evento – pur negativo – si possa intuire nell’ultima scena. Ma certo si tratta di una non conciliazione con la società degli umani, improvvisamente e invasivamente tornata alla ribalta nelle ultime pagine.

Questo, anche, mette il romanzo in utile e novecentesca prospettiva rispetto agli stessi cardini leopardiani (il riferimento è alle Operette, al ruolo della Natura, ovviamente), che pure si percepiscono forti in Bàino, nella rigorosa disillusione che il flusso di coscienza dell’io affida alle pagine di frammenti, alle memorie per scatti e pause del naufrago.

*

[Questo articolo è apparso su
il manifesto del 24/09/08]

Decimo quaderno italiano : a Piacenza

Martedì 15 giugno alle ore 18:30 il Laboratorio delle Arti
(Vicolo Barozzieri 7 – Piacenza)
ospita
all’interno del ciclo “Galleriainversi – readings nell’arte contemporanea

la presentazione di

Poesia Contemporanea
Decimo Quaderno Italiano

a cura di Franco Buffoni

Marcos y Marcos, 2010

Leggerano, tra i poeti inseriti nel quaderno:
Luigi Nacci, Andrea Breda Minello, Italo Testa

Intervengono: Franco Buffoni, Eugenio Gazzola

Iniziativa storica nell’ambito della poesia italiana contemporanea, i Quaderni di Poesia, diretti da Franco Buffoni e editi da Marcos y Marcos (in libreria dal 25 febbraio), presentano in questa X edizione sette giovani autori di poesia italiana contemporanea (Andrea Breda Minello, Corrado Benigni, Francesca Matteoni, Luigi Nacci, Gilda Policastro, Laura Pugno, Italo Testa), ciascuno presente con una raccolta autonoma preceduta da esauriente introduzione critica. Sette piccoli libri di poesia racchiusi in un unico volume a illustrare le nuove scuole o tendenze della giovane poesia italiana.

Paris, 15 juin: RACHEL BLAU DUPLESSIS et J-P AUXEMERY

RACHEL BLAU DUPLESSIS et J-P AUXEMERY liront pour IVY WRITERS PARIS
le 15 juin 2010 à 19h30.

http://ivywritersparis.blogspot.com/ pour plus!

BIOS:
Ron Silliman said that award-winning U.S. poet and Critic Rachel Blau DuPlessis’ long poem project Drafts “…is proving to be one of the major poetic achievements of our time.” Begun in 1986, it is collected in Pitch: Drafts 77-95 (2010), Torques: Drafts 58-76 (2007), Drafts 39-57, Pledge, with Draft unnumbered: Précis (2004), all from Salt Publishing, as well as Drafts 1-38, Toll (Wesleyan U.P., 2001). The Collage Poems of Drafts is forthcoming from Salt in fall 2010. Patrick Pritchett said of these: “DuPlessis has created one of the most sustained and magnificent meditations written by a contemporary poet on loss, presence, and the haunting persistence of language to redeem what has vanished ….”. DuPlessis is also an acclaimed critical writer, with essay books Blue Studios: Poetry and Its Cultural Work (2006), The Pink Guitar: Writing as Feminist Practice (1990/2006) both from U.ofAL Press, along with Genders, Races, and Religious Cultures in Modern American Poetry, 1908-1934 (Cambridge UP, 2001). She’s recently completed Purple Passages: Patriarchal Poetry and its Ends. She has edited The Selected Letters of George Oppen (1990). Her work has been translated into French (by J-P Auxémery & Chris Tysh), Italian, Spanish, Portuguese and Serbian. See: http://rachelblauduplessis.com/ &, for more: http://wings.buffalo.edu/epc/authors/duplessis

J-P AUXEMERY: est l’auteur de 9 recueils de poésie, « Distances, et c’est » (H.C., Dakar, 1979), « L’abolition de l’esclavage » ( Le Lumen, 1980), « Le centre de gravité » (Bedou, 1984), « le feu l’ombre » (Bedou, 1987), « Parafe » (Flammarion, 1994), « es-tu… » (Tétras-Lyre (Belgique), 1997 avec image de Michel Barzin), « Codex » (Flammarion, 2001), « Les Aphorismes du pire »( Le Taillis Pré (Belgique), 2004) et « Les Animaux industrieux » (Flammarion, 2007—qui a gagné le prix Artaud 2008) ainsi que le récit « Les Actes d’Hélène » (Ulysse Fin de Siècle, 2000). Parmi ses traductions de l’anglais, du latin et du Grec moderne on trouve les traductions de Charles Olson: « Les Poèmes de Maximus » (Julien Ségura), « Au travers de l‘espace et du temps » (H.C., Thiviers, 1984) et « Maximus amant du monde » (Ulysse Fin de Siècle, 1989) ; de Charles Reznikoff, de Leslie Scalapino « La foule et pas le soir ou la lumière » (Royaumont, 1992), d’Ezra Pound, d’H.D., de Robert Creeley, de Clayton Eshleman, de Michael Gizzi , de Kenneth Koch, de Michaël Hartnett, et de Rachel Blau DuPlessis : « Essais, quatre poèmes » (Créaphis/Un bureau sur l’Atlantique, 1995). Auxémery a écrit la préface et participé à la traduction de : Démosthène Agrafiotis, (Epigraphies, Ulysse Fin de Siècle, 2003). Il est actuellement en train de préparer deux volumes de Nathaniel Tarn. Pour plus : http://poezibao.typepad.com/poezibao/2007/11/auxemry.ht

Bachmann/Celan _ incontri _ 15 e 16 giugno _ Roma

il 15 e il 16 giugno 2010

Ingeborg Bachmann – Paul Celan. Jeder spricht mit der Schuld von der Liebe. Ognuno parla con la colpa dell’amore

incontri e mostra fotografica e documentaria su Ingeborg Bachmann a cura di Christine Koschel e Inge von Weidenbaum

Roma,

Istituto Italiano di Studi Germanici – Villa Sciarra-Wurts sul Gianicolo, Via Calandrelli 25

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