Archivio mensile:Settembre 2010

gammm submissions / last days of sept.

submissions

GAMMM is still accepting submissions: until the end of September. _ we prefer previously unpublished works. _ no simultaneous submissions. _ please don’t send your opera omnia, but one light email with attached word rtf texts (max 7), and/or jpg (max 7, each LESS than 100Kbytes), and biobibliography (3-7 lines) + your postal address. _ important: insert “text submission: for GAMMM” in the subject line of your email. _ only those submissions that are accepted will get a reply: if you get no reply within two-three months then assume that the works have not been accepted. _ we can’t give detailed replies, nor be engaged in conflicts & discussions about poetics. _ before submitting, please go through the texts hosted by GAMMM

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invio di testi

GAMMM tutt’ora accetta invii di testi: fino alla fine di settembre. _ preferiamo materiali inediti. _ non spedite contemporaneamente gli stessi materiali ad altri siti. _ non ci mandate l’opera omnia, solo un’email leggera con allegati testi in word rtf (al massimo 7), e/o jpg (massimo 7, ciascuno NON superiore a 100Kbytes), e una biobibliografia (3-7 righe) + l’indirizzo postale. _ importante: inserire “proposta di testi: per GAMMM” nel campo ‘oggetto’ dell’email. _ solo agli invii che verranno accolti sarà data risposta: se non avete risposta entro due-tre mesi, considerate che il materiale non è stato accolto. _ non ci è possibile fornire repliche dettagliate, né trovarci catturati da conflitti & discussioni su poetiche. _ prima di inviare, è opportuno prendere visione del tipo di testi che GAMMM ospita

xerolage 47

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X E R O L A G E 4 7
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Xerolage 47 –  iu by John Moore Williams

http://xexoxial.org/is/xerolage47/by/john_moore_williams

What we have here are digital talismanic suggestions. In this series of vispo, design elements construct a place for you and eye to land. The dotted i returns u see. Letterforms conjure humanity in their very simplicity. These compositions rework certain concrete poetic ideas. The letters i and u undergo new permutations. It’s a satisfying jaunt through renewed verbo-visual possibilities. John Moore Williams is part of the next wave of visual poet.

– Nico Vassilakis

I didn’t know who I am before I saw Xerolage 47. I didn’t know what I was, or the difference between I and U. I was continually thinking U were I when you were nothing of the kind. But in this book, in this John Moore Williams book, we discover that I am the mother of U, who is I bent in the middle and whose feet point up to the sky. Sometimes, I am a shadow. Sometimes, I is a change. Sometimes, I am in a pile of U’s and cannot get out. Sometimes, I is a whirling of shapes. Sometimes, I am spare. Because I go on forever, and I end at the end of each finger, each of which is just another I. I is clean. I am dirty. And in John Moore Williams’ hands of ten small I’s, I is everywhere and everything, the letter is examined as a meaning and a shape, the I is made into structures of beauty, and if you read the book you just might know what I am and you are.

– Geof Huth

from the introduction:

We are used to thinking of letters as merely media, as windows through which some message is conveyed without interference. They are the superconductors of significance, channels devoid of impedance or static, through which content is, ideally, passed with crystal clarity. This is perhaps most obviously true of the letter I, which has become so concretely associated with individual identity that it has practically disappeared as its own entity. The shape itself reinforces this disappearance; of all the letterforms it is perhaps the sparest, the most Spartan. Compounding this is the fact that it lends itself so easily to the conflation of form and content—it is, unlike most single letters, a word, and one that abstractly yet forcefully resembles its referent. It is the human form in hieroglyph, a body inscribed.

iu seeks to accept, complicate and reject this conflation, this crystal-clear union of sign and signifier. In accepting the sparest of letterforms as its subject, then attempting to create a wide variety of forms out of this simple cloth, the book embraces the generativity of restriction. At the same time, it attempts to explore the multifarious and complex meanings of identity and individuality through simple, iconic forms. Many of the pieces employ the archetypal forms and arrangements of the comic book, that most lyric and identity-obsessed of popular fiction forms, while others work through more concrete arrangements, attempting to graphically depict the semantic content in much the same way the letterform itself does. Oh, and then there’s the letter U, which our shorthand age has rendered nearly as pictographic as I.

John Moore Williams claims to be a poet and, occasionally, an artist. He also claims, marginally more lucratively, to be a copywriter and editor. It’s fairly certain that he lives in Oakland, California, and that he has authored I discover i is an android (Trainwreck Press, 2008), writ10 (VUGG Books, 2008) and [+!] (Calliope Nerve, 2009)—the last in collaboration with Matina Stamatakis and Kane X. Faucher. He also edits the visual poetry journal The Bleed (avantexte.com/thebleed). His blog is called SinTax (fissuresofmen.blogspot.com).

The primary investigation of Xerolage is how collage technique of 20th century art, typography, computer graphics, visual & concrete poetry movements & the art of the copier have been combined. Each issue is devoted to the work of one artist.

24 pages, 8.5 x 11, $7 includes postage Subscriptions: 4 issues/$20

XEXOXIAL EDITIONS 10375 Cty Hway Alphabet La Farge WI 54639

Note sul concetto di installance / Marco Giovenale. 2010

    
1.
  
Ovviamente Robert Barry sul finire degli anni Sessanta ha svolto un lavoro molto vicino al concetto di installance. Dove l’indeterminazione è dominante e non c’è però accenno alla segretezza.
Rilasciare una quantità di elio o neon o altro “da qualche parte” nell’atmosfera è indeterminazione; ma la performance è tale: c’è azione, pubblico, volendo. Che poi l’account, la descrizione-dichiarazione-racconto spieghi post quem ciò che ha avuto luogo, e il fatto che la performance ha avuto luogo, non toglie “segretezza” e nascondimento al lavoro.
Inoltre, tutto il resto è definito e chiaro: si sa che tipo di gas è quello rilasciato, e viene detto, se ne conosce e viene dichiarata la quantità, eccetera.
Se si rilascia segretamente in luogo preciso ma solo fotografato e non dichiarato un oggetto di dimensioni indefinite, spesso coperto di scrittura o asemantica o illeggibile o cancellata, i gradi e strati di non conoscenza sono tali da rendere l’opera definitivamente non perimetrabile, senza tuttavia rinunciare alla sua materialità.
Senza dover ricorrere a un gas o a un’idea, un concetto.
Attenzione: è tuttavia e comunque possibile, attraverso l’installance, ricorrere precisamente a un’idea, o ad altro. A un’azione immateriale e su cui non c’è testimonianza e magari nemmeno è data documentazione. Si veda l’installance assente “nella” chiesa con le sliding doors (http://installance.blogspot.com/2010/09/installance-0007-unperformed.html).
  
 
2.
   
Nel caso di Barry l’opera è, se non performata in presenza di pubblico, comunque pubblicizzata, resa nota come “evento”. L’installance invece è – tendenzialmente – evento solo in termini ontologici, non sociali. Individuali semmai. Non è o può non essere necessariamente “socializzata”.
Altra prossimità apparente, non sostanziale. I writers e i disegnatori che variamente lavorano sui muri delle città privilegiano sì la segretezza dell’opera ma la limitano al puro momento esecutivo. L’opera deve nascere quasi spontaneamente, nella loro (condivisibile o meno) idea, dal discorso della società, e comparire in/al pubblico. L’esibizione è quindi successiva e intera. L’opera è esposta e visibile: già affissa: è sul muro.
Vero è che per le installances non è differente l’esibizione dell’oggetto (esibizione anche costante, perdurante, fino al deperimento dei materiali) successiva alla non-azione, alla installazione secretly performed. Forse allora quello che differisce, ciò che marca distanza fra graffiti e installance, è il senso della durata dell’opera. L’installance non teme di essere persa, di sparire, di corrompersi, di non esser registrata da altro occhio di colui che la pone in essere.
  
   
3.
   
L’installance è un pacchetto di senso individuale isolato. Spesso e anzi si direbbe elettivamente asciugato da ogni narcisismo e atto di esposizione autoriale. È un dono e un’operazione riservata. È per la collettività, non in forma autistica, ma evita lo show. L’oggetto di senso viene donato alla collettività senza passare necessariamente per i canali della consueta “notificazione” legale = spettacolare. (Pur se una “notizia” può essere, ma non deve essere, fornita).
In questo senso, un post in un blog è solo in parte una contraddizione in termini. Vero è che può costituire una documentazione ex post (!). Successiva. Dopo che il dono è stato fatto (segretamente + per tutti + senza più possesso dell’artista + senza alcuna “vendita” + senza narcisismo + senza un destinatario né una fonte “privilegiati” + senza immaterialità).
    

cosa può essere un’installazione, un testo non assertivo, ecc.

può essere questa rosa [da qui]

ma anche questa cosa [da qui]

come si vede, c’è una rima
(che ovviamente non è quella tra le parole)

xerolage 46

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X E R O L A G E 4 6
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Xerolage 46 – STARINGS by Nico Vassilakis

http://xexoxial.org/is/xerolage46/by/nico_vassilakis

This is what an alphabet does when the books are closed and the
letters are off duty. The characters cavort, mate, replicate,
coagulate, instigate, insinuate, explode… Free of responsibility,
the alphabet dances.

– Rosaire Appel

In Starings we enter into a second universe (macro- and
microcosmic at the same time), where letters and punctuation marks are
every bit as real and hallucinatory, transitory and unerasable
creatures as stars, planets, grains of interstellar dust,
microorganisms or atomic particles are in the first one. They
multiply, interweave with each other and with light and darkness, open
frequently like a zip and what we have inside are themselves again in
a different shape. Their presence is so intense that they (and each
contrapuntal pair of their constellations) would start to speak to us
immediately — if only letters could do that. Listen. This is meaning
in the moment of birth.

– Márton Koppány

Nico Vassilakis’ STARINGS occupies us by combining radically
different registers of meaning — violence and play, destruction and
creation, character and scatter. And we are occupied when we enter
each image, as in taken over or filled up, concentrate on or in, we
have control or have lost control of meaning here. Not that there need
be an either/or in these pages. There is only is. So dwell a while.

– Jenny Sampirisi

Most interesting composition results from the mental equivalent of
crossing one’s eyes, tuning to a place between. Vassilakis hits a
sweet spot with the dynamic works in Starings, their textures,
accumulations, and rhythmic repetitions creating instances of chaos
and clarity, recognition and refusal.

– Lisa Radon

from the introduction:

Dear Alphabet’s Demur,
You take lines and shapes and given possibilities and make alphabet.
You use it to make sounds and you map out trajectories of thought. You
make names and call your children by them. This is done everywhere.
And it’s been done for thousands of years until you became bored with
this method — until you surrounded and suffocated yourself with these
products of your creation.

You go through ubiquitous, unrelenting text — you are altered by text,
by its message. You’ve had to alter how you see. You are forced to
alter text itself. You stare your way through words and into middles
of words. You resolve the noise of your eyes. The information you see,
you seek, to find another nature therein.

REVIEW

“The Noise of Your Eyes” by John Olson on Tillalala Chronicles
http://tillalala.blogspot.com/2010/08/noise-of-your-eyes.html

Nico’s more recent books include: Diptych (Otolith), Askew (bbc
press), TEXT LOSES TIME (manypenny press), staReduction (Book Thug),
Disparate Magnets (BlazeVox), Protracted Type (Blue Lion Books),
Irrational Dude with Robert Mittenthal (tir aux pigeons), West Of
Dodge (redfox press).

With Crag Hill, Nico Vassilakis is editing a major international
anthology of visual poetry, The LastVispo Anthology. Over 130
contributors from over 20 countries.

The primary investigation of Xerolage is how collage technique of 20th
century art, typography, computer graphics, visual & concrete poetry
movements & the art of the copier have been combined. Each issue is
devoted to the work of one artist.

24 pages, 8.5 x 11, $7 includes postage
Subscriptions: 4 issues/$20

XEXOXIAL EDITIONS
10375 Cty Hway Alphabet
La Farge WI 54639

degli assistenti tecnici genetici?

     
 questa bici pieghevole è tua, guarda.
restituisce i risultati zero white_dot come priorità bassa. è un pixel.

la vostra distanza in miglia può variare. qui deve rendere la congettura rapida,
ha 12.000 assistenti per i rotoli.

“punto di condensazione„ chen gary “irradiazione„ turner della penna, (6.600 x 128.000 844.400.000) juliegonzo

nel congresso ha proposto gli obiettivi di tanta posta e mobilia italiana moderna

ora nuove parti degli apparecchi fanno 17:37: 34 -0500 da: azione di cary: esigenza di una difficoltà poco costosa. moderno.

per i vostri bisogni di assicurazione aeronautica, ma piccolo, ma fbi.
mette incinta la patria placebo e ne conosce le funzioni, conosce l’altoparlante dell’explicator