ricorrenza delle domande (spiegazione)

da circa cinque mesi sto iterando le righe che seguono: cfr. in calce.

è un esperimento.

ho programmato l’uscita delle righe in date precise a partire da febbraio e fino a ora.

sto cercando di dimostrare (ovviamente a nessuno) che queste righe e domande — più eterne che standard — in ogni occasione in cui compaiono/compariranno ci fanno/faranno pensare sempresempresempre a qualcuno, a qualcosa, a persone che conosciamo, e situazioni: e annuiremo. no? certo che sì.

mg

*

collaborazioni a quotidiani spregevoli, a premi letterari finanziati con soldi di leghisti e pidiellini, letture in terrazze innominabili, reading a montecitorio o al senato alla presenza del peggio della storia repubblicana, strizzate di palpebra a cielle e ai suoi emissari, inviti salottieri al divo giulio …

c’è qualcosa che non faccia schifo ai poeti e agli intellettuali italiani? c’è qualcosa di politicamente ed eticamente ripugnante da cui riescano a stare fuori? anche senza baccano, ma fuori?