Call for papers :
Archivio mensile:Maggio 2011
messaggi ai poeti (#01)
vediamo se riesco a spiegarmi:
http://compostxt.blogspot.com/2011/04/asemicdraftsone-bruno-neiva2010-2011.html
Punto critico dall’inizio di maggio
- Giorgio Mascitelli, Il declino del romanzo
- Alfonso Berardinelli e Italo Testa, Dialoghi sulla prosa: Alfonso Berardinelli
- Stelvio Di Spigno, La poesia di Claudia Ruggeri: fuoco, vetta e caduta
- Cecilia Bello Minciacchi, Recensione a Laura Pugno, “il colore oro” (Le Lettere, 2007)
- Gherardo Bortolotti, Recensione a Andrea Raos, “Le api migratori” (Oèdipus, 2007)
- Giulio Marzaioli, Del malintendere
- Eleonora Pinzuti, «Per ogni strada segnata sulla carta». Una glossa a “La casa di Via Azzurra” di Silvia Albertazzi (Kolibris, 2010)
Traduire la Poésie Française et Américaine
Thursday, May 12th 2011, 2 pm
Lyon, France
Jean-Marie Gleize and Alessandro De Francesco will be lecturing and discussing at the University of Lyon II about De Francesco’s practical and theoretical notion of “augmented writing” in relation to Gleize’s work and to the experience of translation.
Within the framework of the international workshop
Traduire la Poésie Française et Américaine des/aux XX° et XXI° Siècles
replica: “wall, 2010”
aprile :
intervista sull'”Ulisse”, da cui è tratto questo segmento:
Sono particolarmente interessato ai caratteri installativi dei testi verbali, che sarei tentato di definire in molti casi postverbali. Macchine elencative interminabili, blocchi verticali di textus che esce proprio quantitativamente dal campo della tessitura, del rinvio sonoro, lineare, performabile, per entrare semmai in quello della scultura, del volume-massa, dell’oggettualità piena, fissa. (Words to be looked at, recita significativamente il titolo del saggio di Liz Kotz dedicato non a caso a «Language in 1960s Art», MIT Press, 2007).
Se penso a Il dramma della vita, di Valère Novarina (la cui conclusione esce in italiano su Nazione indiana, tradotta da Andrea Raos), o ai monoliti che punteggiano le uscite di http://hotelstendhal.blogsome.com, o ai flowchart ritoccati di Brunt, di Emilio Villa, o ancora alle opere in rete di Jim Leftwich, Jukka-Pekka Kervinen, Peter Ganick, non mi torna affatto come eco distante un’idea di scrittura di scena che (si) fa muro: muro-scena, opera verbovisiva in sostanza. (Che perda o meno il suo carattere alfabetico cellulare, costituitivo). È una delle vie di comunicazione verso la visual poetry, anche.
*
giugno :
recentissimo testo di Peter Ganick, nella cui pagina di presentazione su Lulu.com si parla precisamente di “wall of text”:
What is a text? After John Coltrane’s “wall of sound”, we have here a “wall of text”. What does making sense entail? Is it in the words themselves and/or the sequence of words? In “An Archeology of Theory”, Peter Ganick suggests both and neither in true spatial reference. Energy is space is a version here-to-be-read.
cfr.
http://slowforward.wordpress.com/2010/06/28/wall-of-text-stele-di-testo/
i.0030, untitled (asemic diagram)
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the first text I’ve read @ the Bury Text Festival, Apr. 30th, 2011
the first text I’ve read @ the Bury Text Festival, Apr. 30th, 2011
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alcune foto dal Bury Text Festival, 2011
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150172780057212.302952.644982211


