OGGI, 22 novembre, a Firenze, h. 21 @ Circolo Arci Progresso Firenze
Via Vittorio Emanuele II, 135A (Firenze)
con
La Chute associazione culturale
Jennifer Scappettone
(Chicago)
porta al Progresso una performance unica, fatta di poesia composta, di testi di archivio, video documentario, e suono.
Per la prima italiana, ‘Smokepenny Lyrichord Heavenbred’ sarà una composizione multimediale “spontanea” con batteria, sampler e ottoni elettrici dell’idiosincratico duo musicale Brutal Archives (Jacopo Andreini e Charles Ferris).
→ In apertura un set di Amine Ezzazouli, tra gnawa tradizionale e immaginifica in trio elettrico
→ Inizio ore 21:00, ingresso 8€ (riservato soci arci)
informazioni
assculturalelachute@gmail.com
339.8615225 333.7662434
evento facebook:
https://www.facebook.com/events/s/jennifer-scappettone-brutal-ar/710505763953032/
SMOKEPENNY LYRICHORD HEAVENBRED è un’ opera di poesia multimediale che scava storie e linguaggi del settore dell’attività mineraria in una poetica di estrazione geofisica e di fantasmi multilingui di operai dimenticati. Frutto di una lunga ricerca sullo stabilimento tossico di produzione di cavi elettrici di fronte alla casa d’infanza dell’autrice, SMOKEPENNY propone—contro il delirio futurista dell’immaginazione senza fili—un’archeologia critica della cultura della rete contemporanea, e una testimonianza sulle straordinarie eredità geologiche, politiche e ambientali che rendono possibile il cloud computing. Paesaggi testuali ricavati dai boom, dagli scioperi e dai fallimenti nei Copper Belts planetari esplorano l’estrazione, la lavorazione e la diffusione del rame come conduttore per reti immense di sfruttamento e controllo, nonché di illuminazione.
Il libretto sfrutta il linguaggio del New General & Mining Telegraph Code di Moreing & Neal (del primo Novecento) e quelli degli archivi globali che documentano a frammenti la storia dell’estrazione del rame come base delle telecomunicazioni moderne. I telegrammi che utilizzano questo codice chiariscono i vari modi in cui il telegrafo – i cui cavi di rame hanno fornito la base per l’Internet – è stato utilizzato per tenere a freno gli operai immigrati che costituivano l’infrastruttura corporea di quella tecnologia. Composti poetici di questo codice barocco immagazzinano legami brutali tra corpi, metallurgia e mercato, a volte sterili, a volte rivelandosi grossolanamente espressivi.
JENNIFER SCAPPETTONE
Jennifer Scappettone lavora all’incrocio di poesia, ricerca scientifica, e pratica artistica. È autrice della monografia Killing the Moonlight: Modernism in Venice (Columbia University Press, 2014) e dei libri multigeneri From Dame Quickly (Litmus Press, 2009) e The Republic of Exit 43: Outtakes & Scores from an Archaeology and Pop-Up Opera of the Corporate Dump (Atelos Press, 2016), quest’ultimo uno studio di due discariche: la famigerata Fresh Kills nel bacino di New York e la muta discarica di fronte alla sua casa di famiglia elencata nella lista dei siti più tossici degli Stati Uniti.
Le sue traduzioni della poetessa poliglotta rifugiata dall’Italia fascista Amelia Rosselli sono raccolte nel libro Locomotrix: Selected Poetry and Prose of Amelia Rosselli (University of Chicago Press, 2012), premiato il Raiziss/De Palchi Book Prize dell’Academy of American Poets; e ha fondato PennSound Italiana, un settore dell’archivio audiovisivo ospitato dall’University of Pennsylvania dedicata alla poesia sperimentale italiana.
Scappettone ha lavorato da sola e in collaborazione con musicisti, architetti, artisti e ballerini su performance site-specific dall’acquedotto di Traiano sotto il Gianicolo alla Fresh Kills Landfill, quest’ultima una collaborazione con la coreografa Kathy Westwater e designer Seung Jae Lee, soggetto di una mostra nell’autunno 2022 al Newhouse Center for Contemporary Art. Il suo volume di poesie più recente è SMOKEPENNY LYRICHORD HEAVENBRED: 2 Acts (The Elephants, 2018), un libretto composto per performance di “realtà mista” con gli artisti/tecnologi Judd Morrissey e Ava Aviva Avnisan. Pennies from Nether, il lavoro in corso di Scappettone sull’impronta globale dell’estrazione del rame alla base del cosiddetto “cloud”, è stato finalista per il Creative Capital Award in Literature 2023.
BRUTAL ARCHIVES
“Brutal archives” è la risposta idiosincratica che il polistrumentista Jacopo Andreini e il trombettista Charles Ferris danno alla domanda: come potrebbe suonare l’hip hop se al posto di James Brown venissero campionati Ligeti e Webern? Il progetto deriva dall’interesse condiviso di ricamare lirismo sulla soglia rumore/musica impiegando improvvisazione radicale, tecniche strumentali estese, sperimentazione elettronica, modi e groove nordafricani e mediorientali.”
JACOPO ANDREINI
polistrumentista, oltre 2500 concerti in tutto l’occidente e 200 album su vari formati ed etichette. Ha suonato con l’enfance rouge, Squarcicatrici, Tsigoti, Jealousy Party, Ovo e molti altri. Collabora con musicisti e improvvisatori dalla Tunisia agli Stati Uniti.
CHARLES FERRIS
Charles Ferris Canadese nato a Toronto, trombettista ed etnomusicologo, arriva in Italia come borsista Fulbright con una ricerca sulle tradizioni e i canti del sud in relazione ai movimenti politici degli anni settanta. Da quando ha iniziato a studiare musica classica quarant’anni fa negli Stati uniti ha attraversato quasi ogni genere musicale. Il filo rosso che unisce la gamma dei generi e progetti musicali in cui ha suonato è la ricerca, l’originalità e una prevalenza d’improvvisazione.
In Italia dal 2006 ha suonato e registrato con diversi musicisti in numerosi progetti: i Sineterra, Crossroads Improring, Badara Sek, Marcello Giannini Ajar, Fil Rouge, Talking Ties, Lisa Mezzacappa, Gnut e Marzouk Mejri con cui ha fondato, Fanfara Station in 2015, assieme al beat-maker e producer Ghiaccioli e Branzini.
_