Un post di Sergio Costa: i numeri preoccupanti della sanità pubblica in Italia

da un post su fb di Sergio Costa

È stato presentato alla Camera il Rapporto GIMBE sulla sanità. I numeri sono impietosi e raccontano una tragedia italiana. Quasi 6 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi. Non per scelta, ma perché non possono permetterselo.

Ecco la verità nascosta (dietro i comunicati del governo):

• Su ogni 100 euro spesi per la sanità, 26 euro escono dalle tasche dei cittadini
• L’87% di chi paga di tasca propria lo fa senza assicurazioni
• Entro il 2028 mancheranno 13 miliardi di euro per garantire ospedali e ambulatori

Il governo ha programmato il definanziamento: la quota di PIL destinata alla sanità scenderà dal 6,1% al 5,8% entro il 2028, con un buco di 13,4 miliardi.

Questa è privatizzazione per abbandono. Non serve chiudere gli ospedali pubblici con un decreto. Basta lasciarli morire lentamente: senza soldi, senza personale, senza speranza. Poi arrivano le cliniche private a fare profitti sulla disperazione della gente.
Chi non ha soldi resta fuori.
La Corte Costituzionale ha scritto nero su bianco che garantire la sanità a tutti non è optional, è un obbligo costituzionale. Ma questo governo fa finta di niente.
La salute è un diritto, non un lusso per pochi.


Dall’articolo dell’agenzia ANSA sul rapporto:

Siamo testimoni di un lento ma inesorabile smantellamento del Ssn, che spiana inevitabilmente la strada a interessi privati di ogni forma – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, durante la presentazione del Rapporto presso la Camera dei Deputati – Continuare a distogliere lo sguardo significa condannare milioni di persone a rinunciare alle cure ed al diritto fondamentale alla salute”. Cartabellotta ha poi aggiunto che, “nonostante le promesse dei governi, nessuno ha avuto finora la visione e la determinazione necessarie per rilanciare il Ssn con risorse adeguate e riforme strutturali. Le conseguenze sono – continua – aumento delle disuguaglianze, famiglie schiacciate da spese insostenibili, cittadini costretti a rinunciare alle cure, personale demotivato che lascia la sanità pubblica. È la lenta agonia di un bene comune che rischia di trasformarsi in un privilegio per pochi”. Necessaria una convergenza di sforzi tra Governo, Regioni e Asl per trasformare le risorse in servizi accessibili, “altrimenti rischiamo di lasciare in eredità alle future generazioni strutture vuote ed un pesante indebitamento.