oggi sul “manifesto”, a p. 11, recensione al libro di Alessandro Broggi, Coffee-table book,
(Transeuropa, collana Inaudita)
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oggi sul “manifesto”, a p. 11, recensione al libro di Alessandro Broggi, Coffee-table book,
(Transeuropa, collana Inaudita)
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La raccolta consta di ventisei quartine regolari, costruite giuntando e armonizzando ad sensum versi stringa che sono sintagmi-stemmi (per lo più nominali) ripresi dai media di consumo, e insieme limpidi esempi di liricità esausta da luogo comune della qualità di massa.
Ne risulta un dettato di superficie semplice e falsamente seducente, che cela un’ironia critica ultrasottile.
Il tutto è racchiuso dalla metafora del Coffee-table book, cioè del libro illustrato patinato, “con tante belle fotografie” (e solo minime didascalie testuali: che però girerebbero qui a vuoto, senza referente), un oggetto da tavolo d’intrattenimento per alleviare la noia o stimolare la conversazione, metafora della cultura come vissuta oggi dai più: quale mero “contenuto culturale”, passatempo leggero o pretesto piacevole di nessuna profondità e importanza.
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Il CD allegato, di Gianluca Codeghini
Pendant musicale della produzione di contenuti culturali testuali è la “produzione di suoni”. Anche nel concept del CD la partita si gioca sulle strategie del riuso e dell’interpolazione, di materiali però costruiti ad hoc: parti ritmiche (contrabbasso preparato, batteria e percussioni) ricavate da lunghe sessioni improvvisative su set strutturali desunti dalle quartine di Broggi, e linee melodiche (clarinetto, fagotto, tromba, trombone, chitarra, tastiere ed elettronica) sfrangiate e sfuggenti il cui profilo ultimo è spesso poco più che un jingle.