Lo scorso anno ad Affile, in provincia di Roma, è stato inaugurato un “sacrario” militare al gerarca fascista Rodolfo Graziani. Costruito con 130mila euro erogati della Regione Lazio, il monumento è dedicato ad uno tra i più feroci gerarchi che il fascismo abbia mai avuto. Si macchiò di crimini di guerra inenarrabili in Cirenaica ed Etiopia; basta ricordare la strage di diaconi di Debra Libanos e l’uso indiscriminato durante la guerra coloniale del ’36 di gas proibiti dalle convenzioni internazionali. La United Nation War Crime collocò Graziani al primo posto nella lista dei criminali di guerra.
Questo monumento è un paradosso tragico, una macchia per la nostra democrazia, un’offesa per la nostra Costituzione nata dalla lotta antifascista.
In questi ultimi giorni, i neoparlamentari Kyenge, Ghizzoni e Beni hanno depositano un’interpellanza affinché il Governo si pronunci sulla questione di Affile.
Io in qualche modo legandomi alla loro iniziativa chiedo a lei, Presidente Zingaretti una presa di posizione concreta su questo monumento della vergogna. Non solo parole, ma fatti che possono far risplendere un sole di democrazia in questa Italia che si sta avviando a celebrare il 68° anniversario del 25 Aprile.
Mi chiamo Igiaba Scego, sono una scrittrice, figlia di somali e nata in Italia. Mio nonno è stato interprete di Graziani negli anni ’30, era suddito coloniale, subalterno, costretto a tradurre, suo malgrado, l’orrore.
Ora chiedo a lei, Presidente Zingaretti un impegno concreto su questa questione cruciale di democrazia e in occasione del 25 aprile una chiara dichiarazione d’intenti contro questo monumento della vergogna.
Grazie,
Igiaba Scego via Change.org
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