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appunti su quella cosa / carlo sperduti. 2022

Un presupposto: le definizioni di letteratura sono infinite, non esiste una definizione di letteratura.
Una domanda legittima: è la letteratura, dunque, a non esistere?
Una definizione possibile: la letteratura è ciò che ci conferma.
Una definizione possibile: la letteratura è ciò che ci mette in dubbio.
Un modo di confermarci: considerare letteratura quella che dice ciò che pensiamo.
Un modo di confermarci: considerare letteratura quella che smentisce opinioni contrarie alle nostre.
Un modo di confermarci: concepire la letteratura a partire da un’opinione.
Un modo di confermarci: concepire la letteratura a partire dai suoi temi.
Un modo di confermarci: considerare la letteratura come espressione di un io.
Un modo di confermarci: considerare letteratura ciò che dice.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che dice in altro modo.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che dice qualcom’altro.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che non dice.
Una domanda frequente: di cosa parla questo libro?
Una domanda infrequente: come funziona questo testo?
Un atteggiamento frequente: criticare il mainstream.
Un atteggiamento frequente: adottare ottica, obiettivi, parametri di valutazione, comportamenti mainstream.
Alcuni luoghi, entità e figure in cui si attua la combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: le librerie indipendenti, le case editrici indipendenti, le riviste indipendenti, i blog in cui ci si occupa di letteratura, i lettori e le lettrici forti, un numero incalcolabile di autrici e autori.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: un editore indipendente esulta per la partecipazione a un premio mainstream come riconoscimento del valore di tanti anni di lavoro la cui direzione dichiarata è sempre stata opposta al mainstream.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: un autore/autrice esordiente/emergente calibra il suo prossimo romanzo sul modello ottocentesco – identico a quello dell’attuale mainstream – aggiornandone i temi: viene pubblicato da un editore indipendente.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati da parte di tutti i luoghi, entità e figure sopra indicati: un libro è indesiderabile, a prescindere dalle intenzioni e dalle forme consapevolmente adottate da chi l’ha scritto, a prescindere dalla sua coerenza interna o ricercata incoerenza, se: evita di narrare qualcosa, non risulta immediatamente comprensibile, costringe a rileggere più volte uno o più passaggi, non si affida a un contenuto o a una tesi.
Un risultato: il libro accettabile è il libro mainstream.
Un risultato: chi vuole scrivere è portato ad aderire a forme e contenuti del prodotto medio per non risultare editorialmente inesistente.
Un risultato: chi vuole scrivere spesso non si accorge nemmeno del risultato precedente.
Un risultato: è sempre più diffusa l’equazione tra editing e normalizzazione.
Un risultato: sono sempre più diffuse per automatismo le equazioni tra semplicità e autenticità, tra autenticità e verità, tra verità e letteratura: equazioni possibili come qualunque altra a seconda del testo di riferimento, per esempio quella tra complessità e idiozia, tra complessità e profondità, tra semplicità e stupidità, tra complessità e mondo, tra mondo e nulla, tra i miei gusti e i tuoi.
Un risultato: il prodotto medio mainstream è indistinguibile dal prodotto medio indipendente per stile, struttura, lettore di riferimento, comunicazione: ciò a cui si assiste è la difesa a oltranza dello status quo.
Una precisazione: ciò che manca non è la qualità: è la possibilità di un’alternativa: una smentita, di fatto, dei significati delle parole indipendenza e bibliodiversità, i cui significanti continuano a circolare ostentati e inerti.
Un’ipotesi: il mainstream è una forma mentis ormai onnicomprensiva: ha raggiunto il punto di non ritorno dal quale la letteratura è l’ultima preoccupazione dei libri e di chi se ne occupa.