a huge cross had fallen down on earth during the night, opening a deep crack in the middle of the road
“jesus,” said he.
“what?,” a voice from under
a huge cross had fallen down on earth during the night, opening a deep crack in the middle of the road
“jesus,” said he.
“what?,” a voice from under
they buffeted the mount.
they told him “1 of 25!” -and kokima the wise was ashamed and wept.
down the steep mountain.
they did not talk as they went under the shade of the trees.
they did talk when they went under the sun.
so when there was half light they were half speaking.
and when the shadows soflty covered their faces they felt suddenly dumb.
and when the sunbeams flashed straight then their tongues restlessly spoke.
so it seems they had half arthritic zombie speech.
bump bump.
and it was much darker.
darkness covered the earth.
and earth went to sleep in its nintendo patrol.
thank you
grazie
Società Italiana delle Storiche
ROMPERE IL SILENZIO: UNA SCELTA DI FORZA
Rompere il silenzio sulla deriva ogni giorno più allarmante che sembra caratterizzare in Italia il rapporto donne e politica/donne in politica è divenuto urgente. Così come è urgente denunciare l’impoverimento e la strumentalizzazione dei linguaggi della politica e il degrado delle sue pratiche, per non soggiacere inerti alla trivialità di cui è permeata gran parte della scena pubblica, così intrisa di una “idea di donna” che era lecito sperare superata da tempo.
La Società Italiana delle Storiche lancia un appello a tutte le donne e gli uomini di questo paese che avvertono la necessità di un immediato ritorno alla responsabilità della politica, per denunciare la quotidiana offesa alla dignità delle donne e alla loro presenza pubblica. Questa ha rappresentato e rappresenta infatti una delle più significative battaglie del mondo contemporaneo e la condizione perché le donne possano affermare una nuova visione della politica, frutto degli spazi che esse si sono faticosamente conquistate nella vita economica, sociale e culturale.
Giorno dopo giorno, l’immagine che ci viene rinviata dai media è invece essenzialmente quella di giovani donne disposte a tutto pur di calcare, in alternativa ai palcoscenici dei teatri di posa, le aule di consigli e parlamenti; di donne dal bel corpo pronte ad offrirlo ad affaristi e uomini politici di successo pur di garantirsi vantaggi diretti e indiretti: un incarico istituzionale, un ruolo di spicco in una società mista, un finanziamento in bilancio, un comma di legge utile. Il silenzio di ministre della Repubblica che tacciono su tutto questo è assordante.
Siamo ben coscienti che quell’immagine ritrae solo una scheggia della realtà, anche se ha dalla sua la forza di corpi che occupano ossessivamente le pagine dei periodici di successo e gli schermi delle trasmissioni più seguite. Ma è una raffigurazione che non rende giustizia alle migliaia di donne che si dedicano alla politica con passione e autorevolezza.
Denunciamo quindi il degrado dei metodi della politica, in particolare dei meccanismi di selezione della classe dirigente. Tuttavia non ci nascondiamo che nel costruire e alimentare questo stato di cose molte donne sono soggetti attivi e propulsivi, partecipi della stessa cultura di cui quel degrado è frutto ed espressione e dunque complici della costruzione di stereotipi pronti a ritorcersi contro tutte le donne che credono nella politica come luogo di progettazione e mutamento reale.
Di qui la necessità di dire con forza:
— che è urgente porre mano a una vera e propria rifondazione democratica della cultura politica italiana;
— che il tema della parità e dignità delle donne non può non costituirne un tratto fondamentale;
— che di tale processo vogliamo e dobbiamo essere protagoniste non estemporanee.
Siamo infatti donne coscienti della nostra forza, dei nostri diritti e delle nostre responsabilità civili e intellettuali consapevoli delle competenze e delle esperienze che possiamo mettere in campo.
Abbiamo bisogno di interlocutori — e molte in questi giorni sono state le testimonianze del disagio di essere costrette/i a vivere questo clima politico — ma vogliamo anche essere interlocutrici attive. Il nostro, infatti, non è solo un segnale di allarme; è un invito a progettare e promuovere incontri e iniziative a breve e medio termine con altre associazioni. È altresì un impegno a ripensare parole e linguaggi, ruoli e identità, strumenti e progetti che permettano di lasciarsi alle spalle la tristezza morale e politica di questo presente, fuori da ogni incongruo ottimismo, ma anche da ogni tendenza a chiudersi nell’orizzonte dello sdegno impotente e della resistenza individuale fine a se stessa.
17-7-2009
Hanno sottoscritto l’appello :
Giulia Albanese
Paola M. Blasi
Edith Moscatelli
Roberta Diciotti
Nella Condorelli
Redazione di “Women in the City”
Laura Guidi
Cristina Belloni
Giacomo Ficarelli
Luciana Rocchi
Alessandra Peretti
Francesca Koch
Carla Arconte
Enza Panebianco
Piera Nobili
Valentina Bailo
Giancarla Codrignani
Silvia Bon
Sandra Bellini
Paola Bonora
Annalisa Cegna
Valeria Palumbo
M. Antonella Cocchiara
Ida Fazio
Dianella Gagliani
Giovanna Fiume
Anna Scattigno
Associazione Liberacittadinanza
SIL – Società Italiana delle Letterate
così volsero i fati. tom tom: quel povero civettuolo volava via spaventato dall’urlo.
come se fosse quello di un’elettrica, ma i cantini sono in bella vista in fatto di tecnologia. mi spiego meglio:
se non ti spaventi con i display, parto come un rullo compressore e vinco la prima asfaltandolo. soccombo schiacciato da un bibelot enorme: anacreonte.
è offerto da questo orientamento metodologico che se l’era cavata con un grosso spavento e qualche graffio sul gomito. è qui che il bonzo finisce segato in due dall’orsetto lavatore.
in questi fumetti porno non ci si capisce mai niente chi è il cattivo e chi soltanto un voyeur. nel primo caso sarà molto spaventato e dovrà essere continuamente rassicurato. nel secondo si trasforma in uno stylus, macbeth richiude la porta sudando col fiatone.
diciamo è il suo orientamento annuale, dopo cambia.