Archivio mensile:Ottobre 2010

Cambio di paradigma



Micropremessa


Quanto di séguito si schematizza e si afferma vale come primo resoconto e presa d’atto – report osservativo – di una determinata area di scrittura contemporanea. In più, il perimetro così delineato non è privo di interruzioni, falle, faglie, porosità, cedimenti. Come ogni neoformazione, tutto sommato. In aggiunta, chi qui scrive non inscrive l’intera sua identità di autore nella detta area. Alcuni suoi testi le appartengono in pieno, altri in parte, altri per niente.



Quando si parla di cambio di paradigma, in riferimento alla scrittura o ad alcune scritture di ricerca degli ultimi decenni e segnatamente a quelle degli ultimi quindici-venti anni, specie in Francia e Stati Uniti e perfino in Italia, può essere sensato annotare e rammentare che :

  1. marcano spesso una linea di differenza dalle avanguardie storiche e da un numero consistente di esperimenti di fine Novecento a quelle legate;
  2. segnano un tendenziale anzi radicale distacco da derive metatestuali, veteromallarmeane, da ‘culto del Libro’ (e del libro), o ragionative-rilkiane, alato-heideggeriane – in voga specie tra anni Ottanta e Novanta;
  3. si connettono semmai strettamente a una serie di meccanismi o avvenimenti, occorrenze (non necessariamente tutte sempre verificate e/o contemporanee), e caratteristiche o proprio fatti, che possono essere non inutilmente elencati :



– Perdita o attenuazione di assertività del testo. (Perdita del momento/postura “io autore [ti] sto dicendo che”).

L’autore non afferma (da posizione elevata o meno), non stabilisce i parametri assertivi del materiale che pure produce; non fabbrica quel modello eroicamente ultrasemantico che spetterebbe al critico deuteragonista notomizzare.

Sembra piuttosto – da scrivente sopraffatto quanto stoico – agganciarsi a (e aggirarsi in) un mondo che straparla sovrascrive sovraproduce prima di lui, da cui è aggredito e che a sua volta aggredisce. Sembra in più riportare, riferire, inserire nel testo gli elementi di una sua sfiducia o dubbio di fondo nei confronti del proprio garantire autoriale [soggettivo, da proiettile inenzionato, intenzionante] uno spessore veritativo-esemplare al detto.


– Ombra

Ci sono delle ombre nel testo, opacità che non valgono certo come impressionismi né dispositivi kitsch alonanti. L’autore postparadigmatico (!), di suo già rovinosamente astigmatico, è troppo lavativo anche per cliccare sul pigro pulsante “blur” della sua macchina digitale. C’è, semmai, del non detto in gioco. C’è del silenzio. (Non dell’ineffabile, o inafferrabile; semmai un tot/Toth di indeterminato/-abile).

Il lettore, invece, lui, da interprete, deve (sapere, volere) ‘unire i puntini’, fare il disegno che manca, spolverare via una parte di ombra. Il testo nutre una sua probabilmente non illogica illusione circa gli scatti ermeneutici del ‘fruitore’. È il lettore a dover zoomare.


– Emersione di un meccanismo come il googlism, …

…assai più vicino al momento aleatorio dadaista (ma meglio ancora a Burroughs, se proprio si deve trovare un riferimento puntuale) che alle accensioni delle avanguardie successive. Eppure anche l’objet trouvé dadaista non è affatto calzante. Si parla infatti [K.S.Mohammad] di testi non “trovati” bensì “cercati”: non “found” ma “sought”:

cfr. http://gammm.files.wordpress.com/2007/02/mohammad_soughtebook.pdf


– Dal googlism a flarf il passo è – felicemente – breve

(…e non verrà spiegato qui)


– Scrittura procedurale.

Dal cut-up al googlism: scrittura vincolata, istituzione di regole, scrittura concettuale [Goldsmith], installazione, elencazione, testo-oggetto, unione di arbitrio e vincolo.

Griglia procedurale (fissa) piuttosto che dispersione/diffusione o distruzione delle forme. La procedura sostituisce le forme. Le istruzioni e gli elementi neutri annullano l’ego in vari modi, per altro. E, insieme, annullano il quantum di “garanzia” di “arte” (o “senso”) che l’ego del dichter volentieri emette a sigillo dell’opera.

Non è forse del tutto casuale che talvolta a proposito di googlism si parli di “google-sculpting”: unendo dunque l’idea di “sought poem” a quella di installazione/scultura (entrambi i termini pietrificando o eludendo, inoltre, il soggetto). (Ma: come non è centrale il soggetto in queste scritture, è del pari fuori centro o in ogni caso non primaria una questione del soggetto, che da materia di “poetica” slitta verso uno statuto differente: di strategia operativa interna al testo).


– Scrittura anche esente e assente da spettacolo

Letture che non prevedono l’autore, testi legati a installazioni (appunto), perfino a una qualche fissità espositiva implosa, introversa; addizione di materiali non testuali al testo, dislocazione del testo in pratiche semiotiche non lineari e infine anche non testuali, reading in cui l’autore non compare, dove può comparire una macchina che legge al posto suo, o proietta la pagina; o in cui la lettura consiste in blocchi verbali così uniformi ed eccedenti da non prevedere che l’autore – anche presente – li legga tutti; né che il lettore faccia altro che ‘scorrere’ le sequenze.

Tutte le – possibili – prassi elencate rovesciano all’esterno della pagina quelle che del resto sono virtù potenziali delle nuove testualità entro i confini del foglio: il loro naturale e si direbbe genetico – ancorché non necessitato – ibridarsi con le arti, o meglio con più campi semiotici anche non frontalmente “artistici”.

“Installazione” – in queste aree – tende a prevalere su “performance”. Il testo non viene – o non viene necessariamente – performato, sottolineato, convocato nell’agorà, esibito; è semmai – al più – posto, orientato (spazialmente, verbalmente o meno), eseguito; non chiede poeta-dicitore “dittante”; a volte non necessita nemmeno di un lettore particolarmente coinvolto, non vuole uno spettatore necessariamente-fittamente preso, convocato; anche considerando che, spesso, si ha in campo del materiale linguistico che non è pensato per una “lettura” lineare seriale ma per una “visione” anche superficiale e “a blocchi” [Leftwich, Kervinen, Ganick, Novarina], o per una scorsa o scansione e osservazione e considerazione distratta, che salta, ecc.: cfr. i materiali nel blog http://hotelstendhal.blogsome.com


– Gradazioni di dissolvimento dell’autore=lettore in quanto dichter dalla SCENA

…piuttosto che sua esposizione/esibizione (specie spettacolare). (Questa identità è addirittura uno dei punti di fondazione del sito e ensemble di autori http://gammm.org fin dalla sua nascita nel 2006).


– Scrittura asciugata dai marcatori del ‘poetico’ (ma anche del ‘testuale’).

Opere in cui il gioco [bibelot, direbbe Ch. Hanna] sillabico, rimico, ‘culturale’, etimologico, connotativo, non è la prima mira, il primo scopo. Può esserci ma sottotraccia, volentieri ininfluente, decisamente non esibito. Si gode se non c’è? Non per forza. Eventualmente.

E si aggiunga: meglio testi senza metafore. (In Francia si parla di “littéralité” / letteralismo).

Infine: testi in cui il tasso di riconoscibilità, di ‘autosegnalazione’ in quanto poesia, tende allo zero o è assolutamente zero.


– Scrittura senza soggetto (grammaticale).

(Ripresa dei pidocchi pronominali – specie di prima persona – quasi soltanto in funzione ironica, o esclusivamente in funzione ironica. O dove funzionali a una citazione, a un racconto altrui, ecc. Oppure: spostamento del narrato su un piano di falso resoconto, falso diario; o veridico, ma a temperatura bassissima). (Infine, e anche: loose writing). (Su questo si avrà modo di tornare).


– Sequenza ed elenco piuttosto che narrazione…

…e piuttosto che lirica; e piuttosto che struttura (sia versale, poematica, o ragionativa, o appunto narrativa).


– Ironia.

(l’ironia non è sempre spiegabile e percettibile in assenza di corpo, in assenza di tratti soprasegmentali).


– Scherzo, gioco, déréglement della misura, del bon ton poetico (autoriale).

(Senza che questo comporti espressionismo. Spesso è vero il contrario).

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[testo uscito su “il verri” n. 43, giugno 2010, poi in Nazione indiana pochi giorni fa

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OGGI a Padova: reading di Giovanna Frene e Marco Giovenale

a Padova, OGGI, sabato 23 ottobre, alle ore 18:30,

presso la Libreria Effetti Personali
(via Accademia 10)

Giovanna Frene e Marco Giovenale

leggono e presentano i loro testi

G.F. : letture da Sara Laughs (Edizioni D’IF)
e di poesie uscite sulle riviste “Aufgabe” e “Italian Poetry Review”

M.G. : letture da Shelter (Donzelli)

Il reading non è solo un’occasione per aver modo di affrontare poesie recenti o recentissime dei due autori,
ma anche per ascoltare le annotazioni e letture critiche che ciascuno di loro dedicherà al lavoro dell’altro.

pagine online:

SARA LAUGHS
http://www.edizionidif.it/archives/000238.html

SHELTER
http://www.donzelli.it/libro/2189/shelter

scheda dei due libri (pdf):
http://slowforward.files.wordpress.com/2010/10/scheda_presentazione.pdf

evento su facebook:
http://www.facebook.com/event.php?eid=122438037811140

Effetti Personali su facebook:
http://www.facebook.com/home.php?#!/group.php?gid=55126324244

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info:

Libreria Effetti Personali
via Accademia 10
35139 Padova
effettipersonali2008 [at] libero [dot] it
tel. 049-2952661

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promemoria: OGGI: Laura Callegaro: “NEW YORK BODIES”, a Padova, dal 22 ottobre

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OGGI, venerdì 22 ottobre, inaugurazione di

NEW YORK BODIES:

OVERground/UNDERground

LAURA CALLEGARO

LAMBDA GALLERY – PADOVA – VIA MONTE SOLAROLO, 20 www.lambdagallery.it
22 ottobre/15 dicembre 2010
Accompagnano le foto i testi di Gian Maria Annovi, Giovanna Frene, Marco Giovenale, Giulio Mozzi

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www.lauracallegaro.it
lunedì-venerdì 9,15 – 13,00 15,00 – 19,00 sabato 10,00 – 12,30
LAMBDA GALLERY

Metromorfosi 37


la rivista gratuita Metromorfosi è in distribuzione in tutta Roma.

sul numero 37, di questo mese di ottobre, si possono leggere quattro poesie da Shelter.

per sapere dove trovare Metromorfosi, clic qui.

il pdf della rivista è comunque liberamente scaricabile dal sito o sfogliabile su issuu.

la pagina dei testi è riprodotta in jpg qui in calce.

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23 e 24 ottobre, in Camera verde: non stop di cortometraggi, mediometraggi e film di Marco Perri , Francesca Vitale e Maria Grazia Esu

Sabato 23 e Domenica 24 ottobre 2010
In Camera Verde a Roma, Via Miani 20
dalle 17.30 alle 21.30

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Avete presente quelle notti in cui dormite ed è completamente buio e silenzioso e non sognate?

La vera ragione è questa: in quelle notti, siete andati via.

Siete nel sogno di qualcun altro. Occupati nel sogno di qualcun altro.

Laurie Anderson


 


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“Un corpus di video, legati da un filo esile – immagini e parole, trasparenze e ombre, rallentamenti e accelerazioni – è quello che proponiamo con Maria Grazia Esu, che ha curato con sensibilità il montaggio e quindi la nascita reale di questi déjà vu, creando una cartina di tornasole che li portasse a svelarsi. Un lavoro che vuole toccare, sfiorare, proporre, degli incontri minimalistici, ‘al dettaglio’, con una natura distaccata, Altra, ma che, virata in bianco e nero, stuzzica l’ambiguità del déjà vu appunto e rivela il tentativo di passaggio dall’esterno all’interno, dal grande spazio e fenomeno naturale, alla madeleine personale, dall’impersonalità del Tempo della Natura, alla soggettività di quello individuale, esperienziale, ricco di segnali, tracce da cogliere”.

F.V. M.G. Esu

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Dalle ore 17.30 alle ore 21.30

Proiezione non-stop dei cortometraggi:

S’Omminessali (5’25’’) – Je suis, può essere (3’31’’) – Lascito (4’16’’) – Après (3’34’’)
Tenores de Prodo (2’50’’) – Panta rei (3’22’’) – Is Mortorius (4’18’’) – Promenade (2’53’’)
Tra terra e cielo (5’40’’) – Amor brujo (3’31’’) – Fibrillo H2O (3’31’’) – Mediterranea (0’40’’)

di Francesca Vitale e Maria Grazia Esu

e

Film Zero (12’36’’) – Rue de Seine (Un uomo e una donna) (6’21’’)

di Marco Perri

Dalle ore 17.30 alle ore 21.30

Proiezione non-stop dei cortometraggi:

S’Omminessali (5’25’’) – Je suis, può essere (3’31’’) – Lascito (4’16’’) – Après (3’34’’)

Tenores de Prodo (2’50’’) – Panta rei (3’22’’) – Is Mortorius (4’18’’) – Promenade (2’53’’)

Tra terra e cielo (5’40’’) – Amor brujo (3’31’’) – Fibrillo H2O (3’31’’) – Mediterranea (0’40’’)

di Francesca Vitale e Maria Grazia Esu

e

Film Zero (12’36’’) – Rue de Seine (Un uomo e una donna) (6’21’’)

di Marco Perri

Nov. 6th: Charles Bernstein @ TNSoW

Charles Bernstein will trek to Toronto for a rare visit as part of the Toronto New School of Writing’s unique workshop series. Bernstein will give a reading and take questions at the beautiful Culture, Arts, Media and Education Centre at 918 Bathurst.

Charles Bernstein
6 November 2010
7:30pm, $5 at the door
Culture, Arts, Media & Education Centre
918 Bathurst Street

The prolific Charles Bernstein is the author of 40 books, ranging from large-scale collections of poetry and essays to pamphlets, libretti, translations and collaborations. He teaches at the University of Pennsylvania as the Donald T. Regan Professor of English and Comparative Literature. His most recent full-length book of poetry is All the Whiskey in Heaven: Selected Poems, published this year by Farrar, Straus, Giroux.

Please note that Bernstein’s one-time-only course “The Attack of the Difficult Poems: Close Encounters with Poetics (Say, Do You Have a Poetics?)” will take place earlier in the day. There are still a limited number of seats available. To sign up visit www.tnsow.com