Archivio mensile:Maggio 2011

stone sickness

      
it is enough it takes to crash again later and nice physical switches, on a process.
you could also mean x. wait for our back copying. we had the language in.
ugly names used their machine. abused robot.
i watch & wash the machine with www whistles.it is pure research.
__ overflow – the psychological need.
my suggestion: have their tools. errors go straight to obsolete control functions, adding more angry.
two anniversary -of course, you’ll see clean mental models of us. switch them off.
years ago i saw the local machine wasn’t true, in the feeling. a dozen satellites.
lobotomy windows open at the same time. check your brain in the intervals. won’t work. i mean: no more —
      

non fu esauriente ma lo perdemmo sul toast

    
non significa ottenere sempre queste osservazioni alla giuntura unita con l’autorizzazione per ottenere questa gente.
tu comunque fai i liquidi in cui potete anche rispondere con la domanda “eravate voi?”. i loro computer portatili in effetti rendono inutili le chiavi di ordine, è rimesso all’abilità, ho pagato per molti posti alle variabili del deposito senza eccezione per l’ultima frase da quelle parti. eri anche tu da quelle parti? quel giorno?
posso ottenere indietro alle emissioni di reincarnazione. c’è una resistenza della carica elettrica. un monte di es liberi nell’aria.
     

ricorrenza delle domande (spiegazione)

da circa cinque mesi sto iterando le righe che seguono: cfr. in calce.

è un esperimento.

ho programmato l’uscita delle righe in date precise a partire da febbraio e fino a ora.

sto cercando di dimostrare (ovviamente a nessuno) che queste righe e domande — più eterne che standard — in ogni occasione in cui compaiono/compariranno ci fanno/faranno pensare sempresempresempre a qualcuno, a qualcosa, a persone che conosciamo, e situazioni: e annuiremo. no? certo che sì.

mg

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collaborazioni a quotidiani spregevoli, a premi letterari finanziati con soldi di leghisti e pidiellini, letture in terrazze innominabili, reading a montecitorio o al senato alla presenza del peggio della storia repubblicana, strizzate di palpebra a cielle e ai suoi emissari, inviti salottieri al divo giulio …

c’è qualcosa che non faccia schifo ai poeti e agli intellettuali italiani? c’è qualcosa di politicamente ed eticamente ripugnante da cui riescano a stare fuori? anche senza baccano, ma fuori?

mercato, distribuzione

Da poco è uscito il fascicolo 261 de «l’immaginazione» (Manni). Come sempre, consiglio la lettura. In particolare, noto che tanto A. Prete quanto L. Canali si interrogano, in due diversi interventi, sullo stato del mercato, sulla situazione intollerabile dell’editoria (e degli editor) e della distribuzione nel nostro paese.

Rimando sinteticamente a questo articolo, a cui (neanche sto ad aggiungere avverbio) non c’è (stata) risposta.