Paola Pitagora alla Mitragliatrice di Pino Pascali, Genova – Galleria La Bertesca, 1967. Arte Povera – Im spazio.
provino a contatto (particolare)
(collezione Giuseppe Garrera)
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mi riesce difficile pensare si possa dire meglio di così, meglio di questo frammento di Maurizio Grande (su CB ovviamente).
dire così, intendo, anche per la letteratura (poesia ecc.)
parlo o parlerei insomma di una SCRITTURA SENZA SPETTACOLO.
(o, forse, meglio: una scrittura senza lo spettacolo della scrittura).
nessun io, nessun Moi, semmai “il soggetto [dell’inconscio] meno la volontà“.
(più chiaro di così si ri-muore).
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fonte dell’immagine:
https://nuovoteatromadeinitaly.sciami.com/carmelo-bene-biografia-opere/maurizio-grande-automatico-autentico-carmelo-bene-linea-dombra-1995/
https://www.frac-auvergne.fr/produit/le-chef-doeuvre-inutile-collection-beautes/
http://www.editionslateliercontemporain.net/collections/beautes/article/le-chef-d-oeuvre-inutile
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Gustav Sjöberg: „zu der blühenden allmaterie“. über die natur der poesie. Matthes und Seitz Verlag, Berlin 2020
a review here (Frankfurter Allgemeine):
https://zeitung.faz.net/faz/feuilleton/2020-07-07/a9847949cb8d5ef238673a7fc6e2f572/
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Einem klassischen ästhetischen Modell zufolge formt der Künstler eine von ihm vorgefundene Materie, formt also die Natur zu Kunst, gibt der Materie Form. Die Skulptur folgt diesem Modell, aber auch die Poesie wird stets in einer solcher Perspektive gesehen. Denn was unterscheidet ein Gedicht von einem Nicht-Gedicht, die Poesie von dem, was nicht Poesie ist? Auch wenn in der Geschichte verschiedene Versuche, das Wesen der Poesie exakt zu bestimmen, sich nach und nach als unhaltbar herausgestellt haben, bleibt am Ende doch immer eine implizite Vorstellung von menschlicher Tätigkeit – der Gedanke, dass der Dichter auf irgendeine Weise die nicht poetische Materie organisiert und zu Poesie macht. Gustav Sjöberg geht in diesem poetischen Essay in Rückgriff auf Gedanken und Konzepte u. a. von Marsilio Ficino, Giordano Bruno, Dante Alighieri, Ernst Bloch der grundlegenden und auf Aristoteles zurückzuführenden Unterscheidung von Form und Materie nach sowie ihrem noch immer ungebrochenen Einfluss auf Begriffe wie »Kunst« und »Poesie«, die Sjöberg mit diesem Essay aus ihrem gedanklichen Käfig befreit.
(https://www.matthes-seitz-berlin.de/buch/zu-der-bluehenden-allmaterie.html)
Il post del 1 luglio su Sloforward (https://slowforward.net/2020/07/01/landirivieni/) mi ha fatto venire in mente il testo a p.79 del libro Figurina enigmistica:
Visualizing data is like photography [6]
(Millivan e Sullivan si fanno un viaggio)ciò che veramente mi ha colpito, però, era sapere che le linee non rappresentano coste o fiumi o confini politici ma i veri rapporti umani dove sei? a casa sto arrivando qui dietro alle tue spalle dove sei? non c’è campo dove è andato? dove è adesso? non è raggiungibile Tolstoj il traffico è residuo avete lasciato la Slovenia e siete entrati in Croazia dovete andare a votare è ora di rivolgersi verso la Mecca per pregare
1941 Varsavia a occidente, 1809 Varsavia a oriente , XIV sec. non c’è Varsavia. Registrazioni: “Avete lasciato la Germania e siete entrati in Polonia” [7]
apt-get install anarchy
Sconnessione, scrivi, “in tanti tempi e frammenti di tempi”; “la perdita inevitabile e a volte radicale del contatto, oppure la ricomparsa di voci che si davano per disperse, la dissipazione della grana del discorso, il suo sgretolamento e resurrezione”, mi rende in modo magnifico la frammentazione della dimensione umana e la possibilità di un’autentica riconnessione. Via da schemi di pensiero, via dalle gabbie percettive, via dai cliché.
Penso che la questione difficile del “soggetto” possa essere affrontata proprio a partire dal discorso del glitch che pone in primo piano il disturbo della dimensione individuale dell’umano. L’umano che si pensa in quanto “individuo” è in realtà un essere diviso, scisso da un movimento del reale che lo comprende ma in cui non riesce, in ultima istanza, a sentirsi e a pensarsi.