Archivi categoria: lettera

Una mail di asterischi e di lacune

car* ***,
ho poi […] a *** ma – come immaginavo – non […] assolutamente a nulla. […]

la situazione […] peggiora anzi.

[…] mi spinge ancor più nettamente a evitare blog e commenti.

potrai notare anche nei mesi successivi come io vada diventando sempre più cauteloso nei confronti della rete. non ottimista […] la rete non sostituisce il libro, la lettura, l'(auto)analisi.

chi ne manca nel mondo reale, ne manca anche nel virtuale, e non c’è modo di soccorrerlo in questo.

[…]

[…] buone feste da
***

i l a

l*** artists put in danger, menaced, threatened.

people who do not harm.

res. //////////// low res.

Vossler a GAMMM

Heidelberg, 7 ottobre ‘906

Non volevo ringraziarvi del vostro libro prima di averlo letto; ed in questo momento ho finito di leggerlo. E’ un capolavoro sotto ogni punto di vista, come pensiero logico e come organismo estetico.

(Carteggio GAMMM-Vossler, Laterza, Bari 1951, p.95)

bina 4

genova, 17 giugno 2007

 

oggi è (sarebbe) il quarto compleanno di “bina”. cade nel silenzio del(l’a)periodico. non è un silenzio ‘grave’! ma c’è.

si interromperà ma non è chiarissimo (ora) quando. c’è molto molto lavoro da fare; e testi da diffondere.

nei prossimi mesi speriamo di attenuare l’aperiodicità, di tornare a parlare più spesso.

intanto quattro candeline assolutamente semplici, riunite in una – fotografata a Genova, qualche giorno fa.

 

ms, mg

avis / avviso

gentile *,

devo confessare di non riconoscermi nelle indicazioni ‘sociologiche’ offerte in http://www.poliscritture.it/article.php3?id_article=82

sono un commesso di libreria di 5° livello (=soglia di sopravvivenza), dunque non mi sento osservato o nominato se – tra gli autori inclusi nell’antologia – <<un occhio sociologico nota una cresta di docenti universitari, una corona di dottorandi e collaboratori dell’editoria, uno spruzzo d’insegnanti di scuole medie e una rara avis “proletaria” (la Grisoni)>>.

le segnalo inoltre che in quell’antologia ci sono anche (e almeno) un disoccupato e un precario. dico questo senza polemica.

cordialmente

Marco

Dialogo a più voci / 03-04

Continua la pubblicazione degli interventi del Dialogo a più voci (qui i primi due). Questa settimana le lettere di Biagio Cepollaro (03) e Giorgio Mascitelli (04).

03. Biagio Cepollaro

Caro Marco,

certo, la poesia di ricerca non si identifica con la poesia di progetto. Ma per me la poesia è sempre di ricerca se ha una qualche possibilità di diventare poesia di risultato nell’interazione con un lettore che la riconosca come tale…Solo che troppo spesso la dicitura di ‘ricerca’ ha sacrificato la reale complessità della poesia: tra tutte le sue componenti, si sono spesso privilegiate quelle formali, retorico-linguistiche, diventando alibi formalistico per chi non ha nulla da dire, nulla da aggiungere – neanche un microscopico contributo – alla ricchezza di senso di cui abbiamo bisogno. Continua a leggere

Bina 66: Vincenzo Ostuni

È appena uscita “bina” 66, con un testo inedito di Vincenzo Ostuni, La sgranatura.

Chi lo desidera può inviare una mail all’indirizzo bina_posta [at] yahoo [dot] it specificando “Desidero ricevere regolarmente la vostra lettera (a)periodica bina al mio indirizzo email”.

Dialogo a più voci / 01-02

A partire da una sollecitazione al dialogo di Marco Giovenale in occasione di un mio post, si è avviato un dialogo a più voci sui temi della ‘ricerca’. Contemporaneamente su più blog queste voci dialogheranno con una cadenza settimanale. Per ora sono stati ricevuti gli interventi di Giorgio Mascitelli, Davide Racca, Giulio Marzaioli, Marina Pizzi, Carlo Dentali, Giuliano Mesa. Il lavoro finale sarà raccolto in un e-book di Poesia Italiana E-book.

Biagio Cepollaro

*

Qui di séguito i primi due momenti del dialogo: (01) Poesia di ricerca e poesia di risultato, e (02) Alcuni punti su “poesia di ricerca”. In dialogo con Biagio.


01. Biagio Cepollaro

Poesia di ricerca e poesia di risultato Continua a leggere

Previsti e imprevisti

gammm 1

Alcuni imprevisti informatici hanno ritardato gli inserimenti (di post e aggiornamenti vari) su alcuni siti, incluso Slowforward, in questi giorni.

Ma presto alcune novità o variazioni.

Intanto – cliccando sulla copertina dell’antologietta gammm qui a lato – si va sulla semplice pagina web nata per parlare di Felix.


Caro Biagio,

Caro Biagio,

in effetti leggo e rileggo il tuo editoriale, il mio intervento, e la tua risposta, e sento che mi manca qualche elemento essenziale. Non mi ci raccapezzo. Nel senso che: CONDIVIDO TOTALMENTE quel che scrivi nella risposta!

Ma è precisamente quanto dicevo nell’intervento del 5 dicembre. Ossia: per te – come per me – non è in gioco l’area “sociologica” della scrittura; sì quella (comunemente detta) “estetica”.

O meglio ancora, sintetizzando: quello che va premiato è il testo bello, sensato. Ecco. Questo intendevo dire. Molto semplicemente.

E articolavo: in ordine alla formazione della bellezza, mi sembra che in giro si vedano tanti testi che non la raggiungono, che cadono nel banale, nell’ovvio, nel calco inconscio, ingenuo, nella trasandatezza, proprio per via di un loro puerile abbandono al too simple, all’ingenuità, a schemi e stilemi che non solo non arrivano a una complessità di alcun genere (molteplicità di piani) o – volendo – ad alcuna “linguisticità”; ma talvolta nemmeno a una lingua, a una cognizione del sistema di segni che pure tentano di usare.

Detto ciò, è per me assolutamente pacifico che molta scrittura puramente contorta e irrisolta (altro disvalore) non possa – in definitiva – “funzionare”. È pur sempre la sola produzione di senso a fare testo. L’intreccio dei piani e un certo grado di opacizzazione del dettato non sono come tali (ossia per il semplice fatto di esser posti) risolutivi di alcunché.

Ma, poiché questo può esser detto di qualunque ‘caratteristica’ del testo (del clus insufficiente come del leu insufficiente, come del narrante insufficiente, eccetera), mi domando se non sia più proficuo dirigere la critica proprio verso quelle scritture che sono ‘quantitativamente vincenti’, ultrarappresentate.

Ci torneremo. Il nostro discorso mi piace, semplicemente; e credo che proseguirà, mettendo a fuoco sempre meglio questioni che altrove (in post recenti) si sono potute solo accennare.

Con l’amicizia e la stima che sai,

Marco