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Appello per una cultura della pace e contro la censura nella scuola pubblica

Firmiamo l'appello: Nessun bavaglio sulla scuola pubblica. La formazione è libera: difendiamo la libertà d'insegnamento della cultura della paceIl Ministero dell’Istruzione e del Merito ha vietato al Cestes di svolgere il convegno di formazione per docenti “La scuola non si arruola”, oscurandolo dalla piattaforma ministeriale Sofia e ordinando ai dirigenti scolastici di non concedere il permesso di partecipazione.

La motivazione?

Secondo il Ministero, il rifiuto della guerra non sarebbe un tema “coerente” con le finalità della formazione dei docenti.

Oltre 1200 insegnanti si sono visti negare la possibilità di confrontarsi su temi fondamentali per chi lavora nella scuola:

• l’educazione alla pace;

• la comprensione storica dei genocidi;

• il rifiuto della guerra come mezzo per risolvere i conflitti.

Si tratta di un atto di censura gravissimo, mai visto nella scuola italiana dal dopoguerra a oggi.

Un attacco diretto alla libertà di insegnamento, alla libertà di pensiero e al diritto dei lavoratori della scuola a una formazione critica e indipendente.

Dietro questo divieto c’è il tentativo di zittire chi si oppone alla guerra e al genocidio in Palestina, chi ha dato vita alle straordinarie mobilitazioni e agli scioperi del 22 settembre e del 3 ottobre.

Chiediamo con questa petizione:

• Al Presidente della Repubblica di agire secondo le Sue competenze e le sue funzioni di garante della Costituzione al fine di tutelare il diritto alla libertà di formazione dei docenti;

• al Ministero dell’Istruzione e del Merito di revocare immediatamente il divieto e di reintegrare il convegno sulla piattaforma Sofia;
• che cessi ogni forma di censura politica nei confronti di chi educa alla pace e alla solidarietà tra i popoli;

La scuola non si arruola e non si piega!
• La formazione è libera.
• Dire NO alla guerra e al genocidio è un dovere educativo.
• Nessun bavaglio sulla scuola pubblica!
Firma questa petizione per difendere la libertà di insegnamento, la libertà di pensiero e il diritto alla formazione indipendente