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agosto 2011 – agosto 2021, giuliano

Dieci anni fa eravamo a Pozzuoli, per Giuliano. Condivido qui un ricordo attraverso una parte di un testo postato nel 2014 da Biagio Cepollaro, Nunc stans, da NUN (2002-2008): https://www.nazioneindiana.com/2014/10/23/giuliano-mesa-nunc-stans/

A proposito di Nunc stans Giuliano mi scriveva, il 2 maggio 2007: “Queste mie poesie, le poche degli ultimi anni, sono soltanto un ‘tratto di cornice’ dell’opera in corso (che tuttavia, forse, sarà solo cornice, intorno all’indicibile del NUN, in senso temporale (nunc) e spaziale (il caos primordiale, egizio, che Nun denomina)”. Il commento di Biagio in fondo al testo, su Nazione indiana, precisa ulteriormente i riferimenti.

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testo della bandella di “1,6,7”, di Giuliano Mesa (La camera verde, 2007)

l’architettura di 1, 6, 7 è – in qualche modo – a ponti aggettanti : un primo testo si proietta sulla sequenza di sei, il cui settimo brano è anche l’intera serie conclusiva (di sette poesie). questo, per due volte. il libro vive tanto della propria struttura matematica (ogni numero dona e riceve necessità dal/al seguente-successivo) quanto della sua proiezione in necessità sonora, che è pienamente semantica. gli attriti sillabici sono senso.

la vicenda testuale sembra non organizzare racconto. non è così. è proprio da una noce/chiusura narrante – indice e vettore poi di mito – che tutto prende avvio: da Celan, Phlebas-Tiresia fatto muto dall’acqua, in acqua scomparso, andato, in cammino. il suo fluttuare cieco – necroglossia, luce – è il testo.

le sette e poi sette onde sequenziali del testo di Mesa portano la voce dell’indovino – la sua totale chiarezza di sguardo – a insistere su forma e nome del dolore, sul segno inflitto alla materia. riaffiorante,  gettato, spento, non spento. infine la morte è linguaggio. (qualcuno ascolta). (e, anche, decifra l’identità del naufrago).

il “taci” non è esortazione al buio ma semmai chiusura-inizio della parola iterante, non orante, semmai oracolare in quanto non si nega sguardo e testo. come ogni interrotto/riavviato necessario nastro di Beckett dètta.