Archivio mensile:Luglio 2007

Un reading e una sequenza

Sabato (14 luglio) Linh Dinh – in occasione di un suo reading al Chapterhouse Cafe di Philadelphia – ha letto fra l’altro una mia prosa/microracconto in italiano, e la traduzione inglese che ne ha tratto. Lo ringrazio davvero per il lavoro attentissimo sui testi, per la generosità, e per l’idea di postare testo e video della lettura su Poetic Invention. Thanx Linh!

Ringrazio anche Chiara De Luca, che dallo stesso giorno ospita sul proprio sito una sequenza di undici testi miei: due poesie uscite su “Nuovi Argomenti”, quattro da Il segno meno (Manni, 2003); e cinque prose da Endoglosse (Biagio Cepollaro E-dizioni, 2004). Molto bella – e assolutamente vicina al mood dei brani – la fotografia sua inserita come copertina della sequenza.

Dell’opera disfatta

[ righe, ingenue e iniziali, contro serialità e romanzo-tipo ]

“due computer si incontrano e si sprogrammano”

Carmelo Bene

1.

lettura e scrittura lineari costituiscono un problema che lo sguardo del XX(I) secolo non avverte sempre come problema.

è anzi vero l’opposto. la percezione del problema è occasionale, è indesiderata.

ora, nel tempo ben consolidato in cui la realtà si sottrae alle retoriche solo lineari e teleologiche, queste organizzano difese puerili, dunque vincenti.

sono ‘naturalissime’, coincidono con il perdurare di trama e intreccio e scioglimento, spettacolo poematico, scrittura ‘rappresentazionale’ (realismi, iperrealismi, feuilleton), e insomma con tutte quelle forme morte che – proprio in quanto tali – hanno gioco facile in una società alacremente cimiteriale.

il romanzo-tipo è Continua a leggere

Autori francesi, da “Anterem”

Questo è un nuovo invito alla lettura. Proponiamo i testi di tre autori francesi: Claude Ollier, Maurice Roche, Philippe Lacoue-Labarthe. Sono tratti dal n. 63 della rivista “Anterem”. A questi molti altri seguiranno. Secondo un piano di pubblicazione molto particolare.

Intendiamo infatti presentare in una nuova struttura – articolata per aree linguistiche – le poesie pubblicate nel corso degli anni sulla rivista e lì ordinate per tematica. Così facendo desideriamo facilitare la consultazione del materiale pubblicato e favorire nel contempo nuove ipotesi comparative tra i testi poetici.

Seguendo una prassi consolidata nella nostra rivista, i testi stranieri saranno sempre presentati in lingua originale con traduzione a fronte e saranno accompagnati da brevi profili biografici degli autori.

Per consultare la pagina:
http://www.anteremedizioni.it/?q=antologia_poetica_0

*

La Redazione di ANTEREM

Mario Fresa su “Amanuense”, di M.Sannelli

Il gioco terribile e amoroso della poesia.
Un libro di Massimo Sannelli sull’insegnamento della poesia nelle scuole

Si può insegnare la scrittura poetica? Sì, se superando la logica perturbante del concetto di “scuola formativa” si è capaci di impostare una guida alla visione della poesia nell’ardore di un gioco sospeso tra l’ordine e l’abbandono, tra la regola e il sogno.

Ma, in vero, le scuole di scrittura sono basate, quasi esclusivamente, sul metodo di una “costruzione” tecnica, grammaticale, e non, purtroppo, sul modo, sui modi, che permettano l’aprirsi di quella tensione sacrificale, impronunciabile e inconcepibile se non nella sua calda esperienza, che lascia il varco all’accendersi della parola poetica, vera figlia dell’atto immediato, non del progetto (dunque intestimoniabile; dunque irriferibile, non mai riconducibile al limite di un esterno insegnamento). L’unica via risolutiva dovrebbe, potrebbe essere: concentrare l’attenzione (la “tecnica”, la volontà) e poi essere scoperti da una mancanza; cadere nell’interdizione di un difetto e lì tacere; e lì ascoltare. Bisogna lottare contro il proprio disperato confine: ed è allora che le parole assumono «a volte un contegno più che irrispettoso» (Amelia Rosselli).

Che significa ciò? Vuol dire stabilire l’incontrastata felicità di un preciso itinerario e cancellarlo, per amore del disinteresse; per amore dell’amore. Se si volesse “insegnare” la scrittura poetica bisognerebbe, insomma, parlare al buio; riformulare il senso della falsa “utilità” della parola e sganciare ogni frase ogni verso ogni suono dalla volgare prospettiva privata, liberando la poesia del peso consolatorio-ricompositivo dei molti poeti-diaristi che siamo abituati a leggere: poiché essi, quasi sempre, sono sùbito pronti a confondere la loro personale visione con una urgente e universale necessità; ma è l’io piccino, sciagurato, che parla in loro: e parla volendo esserci, sempre; volendo far rumore col proprio peso. L’attenzione “mancata” di un poeta, invece, chiede l’opposto: vuole l’immensa ferita di una luce che si spegne d’improvviso; desidera, insomma, far tremare l’orizzontale sicurezza del percorso e sbriciolare ogni egoistico e vanitoso sentimento, mostrando l’accadere di un comune sentire, un vero stordimento che dà gioia e sconcerto a chi, per ventura, provi, insieme con lui, la medesima esperienza. Pure, una “scuola” è data per organizzare, non per sottrarre; e nasce per spiegare e far emergere (“educare”), non per rimuovere. Da ciò, i risultati nefasti e inutili di una pedagogia della scrittura poetica.

Un caso felicemente contrario a tali esiti è ciò che ha fatto Massimo Sannelli, capace di insegnare lo sguardo poetico agli alunni di una scuola media: legga, chi vuole, i notevolissimi e preziosi esperimenti didattici che il poeta ha raccolto in un volume pubblicato di recente, Amanuense (Edizioni di Cantarena, Genova; cantarena [at] libero [dot] it).

Si ha, finalmente, l’impressione che la scuola sia riuscita a comprendere la necessità di fornire, agli alunni e ai docenti, la dolcezza di un sapere che ritorna, alchemicamente, al non sapere: e ciò è, finalmente, una felice moltiplicazione della vita stessa; e tale inaspettata sorte è, in vero, il più desiderabile dono che sempre dovrebbe offrire, appunto, il gioco terribile e amoroso della poesia.

Mario Fresa

Alexandra Petrova: lettura a Roma

Venerdì 13 luglio, ore 21:00

Libreria del Testaccio

[piazza S.Maria Liberatrice 23, Roma]

Alexandra Petrova

leggerà poesie in russo e in italiano, tratte dal suo libro

ALTRI FUOCHI

(Crocetti, Milano 2005)

*

presentazione di Riccardo De Gennaro

 

s pmr

yuki olivarez » pissed fun ionkas before me (nightmare 21)

cool » takes symbols. a deeper look don’t hide feelings or: lord genuinely expresses fears

snapping rooney » bursts pmross covers and images from a getty magic moment gift

triston purkey » Re: VdIAGRA

leonardo para empresas saves but si no esta interesado en recibir más información disculpe colette

huh xaox » as his image faded i coughed to cover the wednesday cake at 3:00 am & click & lick the tool faqs guaranteed

con codigo de barras they killed him » y soon got sad

“Jam Alerts”, by Linh Dinh

jam alertsjam alerts
by Linh Dinh
Poetry 146 pages
ISBN 978-0-925904-68-3
CHAX PRESS

Linh Dinh is one of the most consistently surprising writers around. One can find sources & roots for his writing, explain the traces of surrealism through the presence, say, of the French in Vietnam (tho they were driven out a decade before he was born), note that he is hardly the only good or successful Vietnamese American poet, let alone the only poet to come from a working class background, yet he is not writing “about” or even “toward” nor “from” any one of these contexts so much as he is through them – they are lenses, filters, that condition his perspective on everyday life. Imagine what any other poet with this strong a sense of form would have had to become in order to write such poetry. Ted Berrigan, for example. Berrigan shares Linh’s class background, which enables him to be as ruthless in a different way as Linh is in his. But the comparison stops there. Linh is writing straightforward poetry, but from a perspective shared by almost no one else. This kind of exile is far deeper than mere geography. Reading Borderless Bodies, you can feel Linh’s deep loneliness on every page & realize that there are aspects of his poetry that you can’t find anywhere else. We probably haven’t had a writer this singular since the death of William Burroughs.

Ron Silliman

 


Linh Dinh is the author of two collections of stories, Fake House (2000) and Blood and Soap (2004), and three previous books of poems,  All Around What Empties Out (2003), American Tatts (2005) and Borderless Bodies (2006). His work has been anthologized in Best American Poetry 2000, Best American Poetry 2004, and Great American Prose Poems from Poe to the Present (2003). and Three Vietnamese Poets (2001). He is also the editor of Night, Again: Contemporary Fiction from Vietnam (1996) and Three Vietnamese Poets (2001).

 

Esce “Corale”, per le edizioni delle Voci della luna

CoraleEsce ora Corale, 22 voci poetiche per 10 anni di “Voci della luna”, a cura di F.Alborghetti e F.Bianchi, per la sezione Poesia delle edizioni “Le voci della luna” (Sasso Marconi, Bologna: vociluna [at] virgilio [dot] it).

Volume di 232 pagine

Poesie di Fabiano Alborghetti, Davide Argnani, Andretta Bertolini, Fabrizio Bianchi, Maria Grazia Calandrone, Luigi Cannillo, Mara Cini, Domenico Cipriano, Chiara Cretella, Matteo Fantuzzi, Ivan Fedeli, Marco Giovenale, Anna Lombardo, Loredana Magazzeni, Daniela Monreale, Vittoria Ravagli, Sergio Rotino, Anna Santoliquido, Gregorio Scalise, Kit Sutherland, Paola Turroni, Adam Vaccaro.