Archivio mensile:Ottobre 2012

un testo di giovanna frene

da qualche parte c’è sempre l’essere
che guarda il suo opposto, che lo
scruta, che lo avvince: un tutto-essere
che risiede nel suo punto momentaneo
di acuminata osservazione, di vera
presenza, di falsa specularità: anche l’osso
così decifrato fa germogliare, fa
rifiorire, fa riaprire al suo opposto:
un tutto-niente investito che
si riguarda
atterrito

Giovanna Frene
da Nuovi Poeti Italiani 6 (Einaudi, 2012)

§

Nella stessa sede, si può leggere il testo (apparentemente un apologo, una micronarrazione) questo vetro alitato in una sola direzione…, in cui la trama assertiva è non meno netta ma data da oggetti, eventi (è evento). A proposito di quel testo, un frammento dalla mia recensione (sul “manifesto” del 27 maggio 2007) alla plaquette che lo contiene, Sara Laughs:

[…] La pagina di avvio della raccolta racconta di una «perfetta» e insieme sanguinante vita/persona che «saluta con la mano» e osserva l’io scrivente. Appare, e appare il testo, che in soli quattro versi inaugura l’intero giro d’orizzonte dei temi toccati dal libro: la percezione fatta essa stessa corpo, il vedere e l’essere visto, il saluto ambiguo (di partenza? arrivo? aggressione?), la ferita e la perdita, una colpa imprecisata, l’impossibilità di uscirne, lo specchio tra esistere e non; e infine l’ironia delle cose viste e vedenti. Che, proprio mentre si annunciano, si negano a una comprensione, allontanate, imprecisabili, interrogate inutilmente – come, appunto, le intenzioni di un nemico, di un’apparizione. (E che possono essere insieme le intenzioni di «uno sguardo altro» e del «nostro che ritorna», come suggerisce in nota l’autrice) […]

oggi, 19 ottobre, a genova: presentazione di “in rebus”

Genova, oggi, venerdì 19 ottobre 2012, alle ore 21:00

presso la libreria Falso Demetrio (Via San Bernardo 67 R)

Paolo Zublena

– nell’ambito della rassegna
Succursale mare, a cura di Luciano Neri) –

presenta il libro di poesie

   in rebus

di Marco Giovenale

(Editrice Zona, 2012 – collana level 48)

sarà presente l’autore

https://www.facebook.com/events/313832305390868

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ulteriore appello, per la difesa della scuola PUBBLICA

http://firmiamo.it/contro-aumento-orario-di-lavoro-per-la-scuola

La legge di stabilità, approvata  dal Consiglio dei Ministri  l’  11.10.2012 , potrebbe contenere un ulteriore pesantissimo taglio alla scuola.

Il testo prevedrebbe l’aumento di sei ore, a titolo gratuito, dell’orario di lavoro settimanale degli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado.

L’effetto immediato di tale disposizione sarebbe la cancellazione degli spezzoni orari, delle supplenze temporanee e dei corsi di recupero assorbiti dal nuovo regime orario. Il ”popolo” dei docenti si ridurrebbe di un terzo, con una contrazione di un docente ogni tre.

Firmate, firmiamo contro  l’opera di distruzione della scuola pubblica e di smantellamento dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici per dire basta a queste politiche che colpiscono i più deboli e lasciano intatti i privilegi e le ricchezze dei più forti.

Questi i motivi per dire no all’aumento dell’ orario di lavoro per la scuola secondaria e sottoscrivere la petizione:

1)  Il saldo in termini di perdita di posti è di almeno 25.000 cattedre per i posti comuni e di altre 4000 se la norma fosse estesa anche al sostegno. In realtà, se si considerasse tutto l’organico di diritto, che per medie e superiori è di circa 320 mila insegnanti, un aumento di sei ore, dalle 18 attuali, comporterebbe un taglio di 100 mila precari.

2)  Senza accordo con le parti sociali si ledono gli articoli 36 e 39 della Costituzione.
Come già previsto dall’art. 39 della Costituzione e dalle norme derivanti, la modifica dell’orario di lavoro del personale della scuola è soggetto a particolari necessità didattico-formative e di preparazione-programmazione delle stesse. E per questo motivo deve passare necessariamente attraverso uno specifico accordo tra amministrazione e parti sociali. Un decreto di questa portata, quindi, risulta incostituzionale e annullabile.

3)  La media europea dell’orario settimanale dei docenti è di 18.1  ore alle medie e 16 ore alle superiori. Con le “24 ore” i docenti italiani avranno l’ orario di lavoro settimanale maggiore d’Europa a fronte degli stipendi più bassi dopo Grecia  e Portogallo.
Inoltre non è vero che gli insegnanti lavorano solo 18 ore, vanno calcolate le ore per preparare le lezioni e correggere i compiti, per i consigli di classe, per i collegi docenti, per i colloqui con le famiglie etc.

4)  Con le ultime manovre la  scuola ha  già “pagato” l’86% del risparmio della spesa statale totale. È immorale ed iniquo che i sacrifici debbano  essere chiesti con accanimento soprattutto ad una categoria in particolare.

5)  Abbassamento della qualità dell’insegnamento. Distruzione dell’organizzazione scolastica attuale. Numero di classi troppo elevato ed ingestibile per  i docenti. Insomma: il docente dovrà obbligatoriamente insegnare in almeno 5-6 classi con 5-6 programmi da svolgere, verifiche da correggere… ma oltre al danno ecco la beffa: lo stipendio rimarrà invariato. Non aumentano le ore per classe ma aumentano le classi per i docenti. I docenti di laboratorio  arriverebbero fino a 8 classi e i docenti di educazione fisica fino a 16 classi, i docenti di religione 24 classi!

6)  Aumento delle patologie legate al burn out (stress) per i docenti con conseguente aggravio per le  spese mediche dello stato. Secondo gli studi statistici effettuati, la categoria dei docenti è quella di gran lunga più colpita da questa patologia. Docenti frustrati, malpagati e “bruciati” dall’ enorme carico di lavoro che tipo di servizio potranno offrire ai giovani?

Non sono bastati gli otto miliardi della legge 133/2008 e i continui interventi legislativi, non è sufficiente l’aumento dell’età pensionabile, il blocco dei contratti, degli scatti di anzianità e per ultimo la cancellazione dell’indennità di vacanza contrattuale: siamo all’accanimento e alla barbarie.

È una barbarie pensare di fare pagare il conto della crisi sempre e soltanto al lavoro dipendente.

È una barbarie togliere ogni possibilità di lavoro ai precari.

È una barbarie cancellare i diritti contrattuali e distruggere la scuola pubblica.

http://firmiamo.it/contro-aumento-orario-di-lavoro-per-la-scuola

un link

tutti parlano dei 223 milioni stanziati per la scuola privata; oppure tutti parlano (parliamo) dell’assurdità dell’aumento di sei ore a parità di stipendio dei docenti della scuola pubblica, e della conseguente macelleria ai danni (soprattutto) di precarie e precari.

ma le due cose saranno forse legate?

forse il semplice link, piccolo e significativo, tra due dati, va in qualche modo evidenziato:

previsioni di tagli a séguito del decreto di stabilità:
“…Le somme totali di questa stretta sulle spese che investirà Viale Trastevere [=scuola pubblica] sono di 240,4 milioni di euro per il 2013 e…”

fonte: “Il sole 24 ore” (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-16/scuola-orario-vale-milioni-063823.shtml?uuid=Ab9adWtG)

e, appunto:
“Autorizzata la spesa di 223 milioni da destinare alle scuole non statali”

fonte: “Repubblica” (http://www.repubblica.it/economia/2012/10/16/news/stabilita_taglio_detrazioni_2012-44625015/)

è più chiaro? serve un disegno?

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il 19 ottobre a Genova

Venerdì 19 ottobre h.18.30
Foyer del Teatro della Tosse performance dedicata al Gruppo ’63
http://www.teatrodellatosse.it

nell’ambito della Rassegna Genova-voci

La circolarità del testo

con

Nanni Balestrini, Silvia Bottini, Carla Chiarelli, Paolo Gentiluomo, Fabrizio Matteini, Vincenzo Ostuni,
Cetta Petrollo Pagliarani, 
Rosemay Porta, Luciana Sanguineti, Lucia Schierano, Carlo Alerto Sitta

Conduce Angelo Guglielmi.

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h.21.00 presso Libreria Falso Demetrio (Via San Bernardo 67 R)

nell’ambito della Rassegna Succursale mare

In rebus

di Marco Giovenale

con interventi di Paolo Zublena

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No alle cattedre di 24 ore. Fermiamo il ministro Profumo

la misura conenuta nel “ddl stabilità” è uno dei tanti tasselli del disastro/dissesto recente, avviato da anni nel nostro Paese, e tutt’ora in corso.

è la (a)normale macelleria sociale in atto o progettata soprattutto ai danni dei precari e delle precarie (non dimentichiamo che le donne costituiscono la maggior parte del personale docente).

non è né sarà certo solo un appello, una petizione, a risolvere questo e altri disastri, lo sappiamo. ma è almeno un piccolo passo da fare.

altri link utili:

sciopero del 24 novembre:

http://www.cislscuola.it/content/20121015-24-novembre-sciopero-e-manifestazione

[a margine: se passa ora per la scuola la “regola” dello stravolgimento dei contratti di lavoro in essere, con l’aumento degli orari a parità di salario, cosa toglie che domani o oggi stesso il governo possa varare misure simili anche per molti altri contratti e categorie?]
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NOTA BENE: in articoli in rete e in testi vari si parla di aumento a 24 ore come se si trattasse di “24 ore di lavoro“: in realtà si tratta “solo” delle ore di insegnamento in classe. DI FATTO le ore di lavoro sono già ora molte di più.
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no alle cattedre di 24 ore

No alle cattedre di 24 ore. Fermiamo il ministro Profumo

La proposta di Profumo di aumentare il numero delle ore di insegnamento da 18 a 24 è perniciosa e creerà ulteriore scompiglio nelle vite di migliaia e migliaia di famiglie di docenti e di studenti.

Non si tratta soltanto di un ennesimo attacco al salario (l’aumento delle ore, infatti, non equivarrebbe a un aumento dello stipendio mensile!). Se dovesse passare il piano che il Ministro dell’Istruzione ha intenzione di proporre, le condizioni di lavoro degli insegnanti di ruolo diventerebbero a dir poco disumane.

Facciamo un esempio.

Un insegnante di francese delle medie, per arrivare a 24 ore, dovrebbe insegnare in dodici classi, partecipare alle riunioni di dodici consigli di classe (lavorando così per molte ore pomeridiane in più, che peraltro non verrebbero computate) e correggere un numero spropositato di verifiche scritte (anche questo lavoro non computato per lo stipendio mensile).

In ogni caso, l’aumento naturale degli impegni pomeridiani andrebbe a sottrarre tempo alla fase della preparazione delle lezioni e del materiale didattico, con un naturale scadimento della qualità dell’insegnamento.

La cosa peggiore, però, è che l’aumento delle ore di un terzo rispetto a quelle attuali comporterebbe anche un taglio di un terzo delle cattedre attualmente presenti nel nostro paese!

Le conseguenze, in termini di costi umani, sarebbero perniciose. I precari, che in tutti questi anni hanno sopperito a tutte le situazioni di emergenza che si sono create nella scuola italiana, perderebbero la speranza di lavoro. Un terzo degli insegnanti di ruolo (in genere i più giovani) potrebbero invece perdere il posto nelle loro sedi di titolarità, e, precarizzati a loro volta, diventerebbero il serbatoio umano (probabilmente pagato a cottimo) per le ore di supplenza che attualmente sono affidate con contratto a tempo determinato proprio ai precari.

E’ dunque un dovere sociale firmare questa petizione, per difendere la qualità dell’istruzione delle nostre scuole e per tutelare la qualità di centinaia di migliaia di vite umane che, senza alcuna responsabilità, pagherebbero il costo di una crisi che non hanno causato.

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http://firmiamo.it/lascuolanonpaghilacrisi

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