L’afasia di Villa, la scomparsa di Costa, Spatola, Manganelli, Sassi, Anceschi, Beltrametti e molti altri, cioè di una se non due generazioni di sperimentatori, negli anni Ottanta e Novanta, è infelicemente andata in parallelo all’attestarsi di un incredibile quanto incrollabile “ritorno all’ordine” (non casuale, anzi evitabile, ma fortemente voluto e progettato da chi di sperimentazione nulla voleva leggere né intendere).
Ritorno all’ordine che ha ossificato una situazione di assertività aproblematica e sfacciata che tutt’ora e da circa quarant’anni – come una DC atemporale – non solo dirige i giochi dei testi che finiscono sugli scaffali delle librerie, nelle riviste, nei festival, nei premi, in radio, eccetera, ma spudoratamente lamenta e piange una “egemonia” (!) che sarebbero invece gli sperimentatori a detenere (!!).
Una ricostruzione della vicenda, basata su dati editoriali e cronologia (sommaria ma non contestabile), è offerta in due post
su slowforward:
Primo post:
https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/
Secondo post:
https://slowforward.net/2022/10/12/italia-sommersa-francia-emersa/
[nella foto qui sotto, un’altra corrente DC, sempre sul fronte dell’assertività]
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