rinviata (ma non cancellata) l’inaugurazione della mostra
presso Fahrenheit, a Roma:
non si svolgerà sabato 25 maggio
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rinviata (ma non cancellata) l’inaugurazione della mostra
presso Fahrenheit, a Roma:
non si svolgerà sabato 25 maggio
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programmo i post su slowforward con molto anticipo, spesso non avendo sempre chiarissimo il tempo/periodo in cui usciranno, perché nel momento in cui vengono effettivamente postati posso trovarmi ovunque.
wordpress ha (tra tante cose) questo di buono: la possibilità di automatizzare i post, programmandoli. lo dico per chi non ha un blog, ossia per spiegarmi agli amici che interpretano una presenza in rete (su slow) come una presenza davanti al pc. non funziona così.
se vedete un mio post e mi scrivete pensando io sia in rete, considerate questo fatto.
non solo, ma anche quando vedete dei post su twitter o facebook (o sulla pagina facebook di slow), che replicano quanto esce qui, in effetti c’è automatismo, ossia NON presenza mia in rete. (non necessariamente).
twitter riprende in automatico ogni post su slow e lo rilancia su facebook. e networked blogs fa lo stesso.
se mi scrivete e non rispondo non è per scortesia. possono esserci giorni completamente senza rete.
programmo i post su slowforward con molto anticipo, spesso non avendo sempre chiarissimo il tempo/periodo in cui usciranno, perché nel momento in cui vengono effettivamente postati posso trovarmi ovunque.
wordpress ha (tra tante cose) questo di buono: la possibilità di automatizzare i post, programmandoli. lo dico per chi non ha un blog, ossia per spiegarmi agli amici che interpretano una presenza in rete (su slow) come una presenza davanti al pc. non funziona così.
se vedete un mio post e mi scrivete pensando io sia in rete, considerate questo fatto.
non solo, ma anche quando vedete dei post su twitter o facebook (o sulla pagina facebook di slow), che replicano quanto esce qui, in effetti c’è automatismo, ossia NON presenza mia in rete. (non necessariamente).
twitter riprende in automatico ogni post su slow e lo rilancia su facebook. e networked blogs fa lo stesso.
se mi scrivete e non rispondo non è per scortesia. possono esserci giorni completamente senza rete.
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programmo i post su slowforward con molto anticipo, spesso non avendo sempre chiarissimo il tempo/periodo in cui usciranno, perché nel momento in cui vengono effettivamente postati posso trovarmi ovunque.
wordpress ha (tra tante cose) questo di buono: la possibilità di automatizzare i post, programmandoli. lo dico per chi non ha un blog, ossia per spiegarmi agli amici che interpretano una presenza in rete (su slow) come una presenza davanti al pc. non funziona così.
se vedete un mio post e mi scrivete pensando io sia in rete, considerate questo fatto.
non solo, ma anche quando vedete dei post su twitter o facebook (o sulla pagina facebook di slow), che replicano quanto esce qui, in effetti c’è automatismo, ossia NON presenza mia in rete. (non necessariamente).
twitter riprende in automatico ogni post su slow e lo rilancia su facebook. e networked blogs fa lo stesso.
se mi scrivete e non rispondo non è per scortesia. possono esserci giorni completamente senza rete.
ringrazio di cuore gli autori per gli invii di libri e plaquette editi e inediti al mio indirizzo postale. sono grato della loro fiducia e gentilezza.
tuttavia, in considerazione di ormai inaggirabili caos e problemi logistici, chiedo loro cortesemente di
– considerare il tipo di materiali che mi è possibile seguire (non romanzi, poemi epici in cento canti, lunghi resoconti di viaggio, autobiografie; sì raccolte di poesie, saggi, prose, interviste);
– mandarmi sempre un’email prima di inviare qualsiasi cosa, anticipando cioè la spedizione, e descrivendo cosa conterrà;
– considerare che per me non è più possibile in alcun modo trovare spazi fisici in una libreria e una casa che nonostante i miei sforzi si rivelano ostinatamente euclidee; dunque
– non mandare testi cartacei bensì optare – tranne in casi eccezionali di cui potremo appunto parlare per email – per la spedizione del libro o della plaquette solo in formato elettronico (Word doc, meglio che pdf; e possibilmente non Word docx);
– attendere pazientemente i miei ormai lentissimi (e in via di rallentamento) tempi di lettura, che possono arrivare a misurare anni, non per cattiva volontà ma per ragioni oggettive; (gli invii di centinaia di interlocutori accumulano i file in parallelo, come su un desktop; MA la lettura del singolo m.g. li può affrontare solo serialmente, come fa il buffer di una stampante, per intenderci);
– avere contezza del fatto che una lettura e un feedback attento e articolato rappresentano un impegno: per cui brevi cenni e un parere sono un gesto di riscontro ragionevole e sensato, giusto, e costituiscono – anche – una forma di ‘militanza’; INVECE la richiesta di analisi approfondite, pagine di osservazioni, schede estese di lettura, che comportino ore di lavoro, appunto comportano ore di lavoro, con quel che ne consegue: se la militanza è doverosamente gratuita, il lavoro (altrettanto doverosamente) no.
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vediamo se riesco a spiegarmi
[youtube=http://youtu.be/NDX_CS3NsTk]
[youtube=http://youtu.be/3YudPg7cbR4]
Per musica e arte contemporanea questo è “la normalità”, almeno dagli anni ’60. In letteratura, dagli anni ’60 ti tirano le pietre.
altri video (e suoni) qui: Continua a leggere
prima di riproporre (tra pochi minuti) il post intitolato Dietro le curvature, uscito qualche tempo fa su slowforward e ora accresciuto con una citazione iniziale da Barthes, un cenno veloce a L’impero dei segni.
riprendendolo dopo vari anni, mi stupisco di osservare (e pure osservo) quanto questo libro di R.B. sembri riguardare precisamente
l’inconscio giapponese della scrittura (di ricerca) occidentale.
avanzando nella sua rilettura, trovo le definizioni migliori, o meno inadeguate, di tutto ciò a cui fino a ieri mi sembrava di non poter attribuire altro nome che “cambio di paradigma”.
ciò imporrebbe di citare passi molto ampi, cosa impossibile in questa sede ma da progettare in altre (non su carta).
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