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Fabio Geda “La bellezza nonostante” (Transeuropa)


 

1983. Un uomo sceglie di fare il maestro,
il maestro elementare, ma come primo
impiego gli propongono di andare a insegnare
in un carcere minorile, il Ferrante
Aporti di Torino. Ci resta per trent’anni e
vede il carcere trasformarsi attorno a lui:
prima i figli degli immigrati del sud Italia,
venuti a Torino a lavorare alla Fiat, poi i
figli del sud del mondo. E in quel carcere,
tra quei ragazzi, tenta giorno dopo giorno
di portare pensiero, consapevolezza,
cultura.


comunicato e altre info qui


ricorrenza delle domande

collaborazioni a quotidiani spregevoli, a premi letterari finanziati con soldi di leghisti e pidiellini, letture in terrazze innominabili, reading a montecitorio o al senato alla presenza del peggio della storia repubblicana, strizzate di palpebra a cielle e ai suoi emissari, inviti salottieri al divo giulio …

c’è qualcosa che non faccia schifo ai poeti e agli intellettuali italiani? c’è qualcosa di politicamente ed eticamente ripugnante da cui riescano a stare fuori? anche senza baccano, ma fuori?

da un articolo di Andrea Inglese

Una rivoluzione dei valori è ormai definitivamente compiuta: il quotidiano “La Stampa” può così titolare un articolo d’attualità politica del 15/10/2010: Negli USA boom di pignoramenti. Wall Street trema. Tralasciando il paradosso per cui i pignoramenti sono fatti in nome di Wall Street, ciò che colpisce è il trasferimento dell’emozione (lo spavento) subìta dalle vittime dell’azione oggetto d’interesse giornalistico ai responsabili di quella stessa azione: le banche d’affari si spaventano di fronte al disastro che hanno generato le loro procedure di pignoramento.

I giornalisti sollecitano l’empatia dei lettori nei confronti dei carnefici, non più delle vittime: i milioni di famiglie messe sulla strada.

Esse sono evocate a margine della vicenda, e godono di uno statuto ambiguo negli eventi della crisi: né del tutto colpevoli né del tutto innocenti, quasi si desse per scontato una loro costitutiva minorità civile e politica.

DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011 _ Se non ora, quando?

Invito alle donne italiane (e agli uomini loro amici) a  partecipare ad una
giornata nazionale  di mobilitazione

DOMENICA 13 FEBBRAIO  2011

Se non ora, quando?

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In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.

Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.

Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.

Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.

Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.

Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.

Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.

Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.

Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.

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L’APPUNTAMENTO È  PER IL 13 FEBBRAIO

IN OGNI GRANDE CITTÀ ITALIANA

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PER ADERIRE :
http://www.petizionepubblica.it/?pi=Mobdonne

 

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Per informazioni l’indirizzo mail è

mobilitazione.nazionale.donne@gmail.com

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sommario del nuovo numero di MicroMega

NUOVO NUMERO DI MICROMEGA

SAGGIO
Paolo Flores d’Arcais – Fascismo e berlusconismo
Silvio Berlusconi non è il nuovo Benito Mussolini. E il suo governo è molto diverso da quello fascista. Ma ciò non deve rassicurare. Del fascismo il berlusconismo è l’equivalente funzionale e postmoderno, fondato sulla ‘legalizzazione’ del privilegio e sul dominio dell’immagine. I suoi modelli sono Putin e Gheddafi, e ancor più il Mackie Messer di Bertolt Brecht e il Grande Fratello di George Orwell.

IL SASSO NELLO STAGNO
mons. Raffaele Nogaro – Il vero cristiano è antiberlusconiano
Da un lato c’è la Chiesa di Ruini e Ratzinger, una Chiesa prona al potere berlusconiano. Dall’altro c’è la Chiesa di Cristo, che non ci sta a mettere in mora i propri princìpi pur di compiacere quel potere. Un duro attacco del vescovo emerito di Caserta, che ammonisce: ‘Non si porta salvezza se si è complici della ingiustizia e della violenza istituzionali’.

ICEBERG – l’involuzione della specie
Andrea Camilleri – Homo berlusconensis
Grazie alla televisione Berlusconi ha creato una involuzione di homo sapiens a sua perfetta immagine e somiglianza. Un essere che rifiuta la cultura e l’intelligenza, che osanna alle virtù del Capo, che ne invidia lo stile di vita. Un grande scrittore traccia, come un naturalista, il catalogo classificatorio di questa solo parzialmente inedita specie zoologica.

Natalia Aspesi – Foemina berlusconensis
Proprio negli anni in cui le italiane ottenevano il divorzio, un nuovo diritto di famiglia, la parità salariale, la legalizzazione della pillola e dell’interruzione di gravidanza, la cancellazione del delitto d’onore, in televisione iniziava a circolare l’immagine di una donna sempre pronta a denudarsi, a sorridere, ad ammiccare e a tacere. Quel modello berlusconiano ha trionfato, fino al parlamento e agli scranni del governo.

PRO MEMORIA
Marco Travaglio – Delle leggi vergogna, il catalogo è questo
Un’attenta e completa panoramica di tutti quei provvedimenti che, varati ad hoc per salvare il Cavaliere e i suoi amici (anche dal centro-sinistra, ahimè), hanno devastato il sistema legislativo italiano. Dalla nascita della Seconda Repubblica l’autore ne segnala ben ottanta. Ottanta leggi di cui vergognarsi. Che fanno strame della legalità.

LABIRINTO
Gian Carlo Caselli – Antropologicamente diversi
Ci fu un momento in cui, all’inizio degli anni Novanta, la scritta che campeggia nelle aule dei tribunali (‘la legge è eguale per tutti’), da oggetto di facili ironie si trasformò in prospettiva credibile: fu la stagione di Mani Pulite. Col berlusconismo è tornata la giustizia dei ‘due codici’: quello per i ‘galantuomini’, i potenti della politica e dell’economia; e quello per i cittadini comuni e i ‘poveri cristi’. Oltre alla vergogna delle leggi ad personam.

Malcom Pagani – ‘Terzisti’ e altri ascari di regime
Il profeta del ‘ci penso io’ in realtà in questi anni è stato sostenuto da un esercito pronto, nell’occasione, a giustificarlo e a salvarlo. Televisione, Chiesa, spettacolo, politica, cultura e giornali, solo apparentemente imparziali si sono adoperati per la causa del Cavaliere.

Marco d’Eramo – Berlusconi l’Amerikano
Silvio Berlusconi non è solo l’uomo politico che più ha tratto giovamento dall’‘americanizzazione’ della nostra vita pubblica. È stato anche – con le sue ‘città private’ e le sue televisioni – un agente attivo di questo mutamento. Ma quanto è diverso il capitalista Silvio Berlusconi da figure come Bill Gates e perfino Rupert Murdoch! Sembra quasi che l’‘America di Berlusconi’ abbia cambiato l’Italia, ma non l’abbia davvero avvicinata all’America. Di cui prende solo il peggio.

Annamaria Rivera – Razzismo di lotta e di governo
Una saldatura fra xenofobia istituzionale e forme di discriminazione ‘spontanee’ che possono giungere fino alla violenza e a veri e propri pogrom: come a Ponticelli, Castel Volturno e Rosarno. Gli stranieri in Italia in epoca berlusconiana non hanno vita facile e costituiscono un perfetto capro espiatorio per la retorica sicuritaria. Alimentata, soprattutto, dai media e dalla Lega.

Gianni Barbacetto – Golpisti d’Italia
Siamo il paese della strategia della tensione, delle stragi senza colpevoli, dei servizi segreti deviati e delle logge massoniche. Berlusconi, tessera P2 1816, rappresenta la perfetta continuità tra la Prima e la Seconda Repubblica, alimentata oggi da ‘macchine del fango’ e dossieraggi illegali a comando.

DIALOGO
Pierfranco Pellizzetti / Piero Ostellino – Berlusconi liberale? Ma per favore!
Per anni Silvio Berlusconi ha cercato di accreditarsi come il possibile alfiere di una ‘rivoluzione liberale’. Ma cosa c’entra il berlusconismo con Einaudi o Croce, per non parlare di Gobetti? Due autori che si definiscono entrambi liberali ne discutono ‘all’arma bianca’, evidenziando due modi di intendere il liberalismo che si escludono a vicenda.

SCHERZO
Alessandro Robecchi – I funerali del Pequeño Grande (da Macondo ad Arcore)
Una terra lontana ed esotica, attraversata dalle asprezze della Cordillera e dai misteri della Selva. Un pueblo che piange la scomparsa del Pequeño Grande e si stringe intorno alla bandiera della propria Patria, sulla quale campeggia la scritta ‘Propiedad Privada’. Un omaggio a García Márquez, uno straordinario e amarissimo racconto di realismo magico. Potrebbe essere Macondo, ma assomiglia molto all’Italia di oggi.

Sergio Staino / Massimo Bucchi / Riccardo Mannelli – In punta di matita

MEMORIA
Tommaso De Lorenzis (a cura di) – Il torto di aver ragione in anticipo
Oggi sono in parecchi (benché sempre troppo pochi) a riconoscere che quello di Berlusconi è un regime, che sta devastando la democrazia repubblicana, che ha per modello Putin e Gheddafi anziché la civile convivenza voluta dalla Costituzione. Capirlo non era difficile, perfino prima della sciagurata ‘discesa in campo’. Abbiamo raccolto alcuni brani esemplificativi (solo fino al 2004), che per fortuna non esauriscono tutti gli scritti ‘preveggenti’ (ma purtroppo ne costituiscono una larga parte). A vergogna dei finti liberali che ancora slalomeggiano, anziché cospargersi il capo di cenere per il loro quasi ventennio di cecità, ipocrisia e viltà.


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