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seconda edizione del Salone dell’editoria sociale


EDUCAZIONE E INTERVENTO SOCIALE

Buone pratiche per cambiare la società

Dal 22 al 24 ottobre a Roma la II edizione del Salone dell’Editoria Sociale

Presso ex-Gil in Largo Ascianghi, 5 – Roma

Il Salone dell’editoria sociale approda alla seconda edizione. Con tante novità e un tema che sarà il filo conduttore di quest’anno: l‘educazione. Tanti gli incontri e le presentazioni di libri che si rivolgono a un pubblico  vasto, non specialistico, e che ha a cuore il ruolo e l’impatto sociale dell’editoria.

Con il patrocinio della Provincia e del Comune di Roma, della Regione Lazio, del Ministero dei Beni Culturali, dell’ANCI e dell’UPI; con la partnership di Rai-Radio 3, Famiglia Cristiana e Internazionale, l’edizione quest’anno pone all’attenzione dell’opinione pubblica il ruolo di chi, attraverso la produzione editoriale, si dedica al sociale, e questo anche grazie alla presentazione della prima ricerca sull’editoria sociale in Italia che (attraverso la diffusione di numeri e dati su questo mondo) fa il punto sulla realtà e le tendenze di chi fa libri, siti web e riviste occupandosi dei temi del sociale.

E quest’anno gran parte del programma culturale del salone si incentrerà per l’appunto sull’educazione, un tema che riguarda non solo le famiglie, gli educatori “professionali” e gli operatori del mondo della scuola, ma tutti quelli che esercitano un ruolo educativo nella nostra società: insegnanti e sacerdoti, volontari e operatori sociali, baby sitter, allenatori sportivi e amministratori pubblici, formatori e giornalisti, eccetera. Un salone che evidenzia il ruolo fondamentale dell’educazione nel contribuire alla crescita degli uomini come individui autonomi, indipendenti, pensanti, sottraendoli alle grinfie di chi, li vuole ridurre a passivi fruitori del mercato, del potere, dei media.

Negli spazi dell’ex GIL, circa 30 editori (tra cui: Altra Economia, Cesvot Cooperativa nuovi tempi– rivista “confronti”, edizioni dell’asino, Edizioni Paoline, EDUP, Exòrma, IDOS, Libreria Editrice Fiorentina, lo straniero, Lunaria, Manifesto libri, Minimum fax, Nda, nottetempo edizioni, orecchio acerbo, Quodlibet, Redattore Sociale, Shake edizioni, Sviluppolocale Edizioni) esporranno migliaia di libri, e ci saranno oltre 30 incontri e tavole rotonde: un’occasione per saperne di più, non solo dell’editoria sociale, ma di chi è impegnato nel mondo del terzo settore e della scuola.

Tra gli ospiti presenti al Salone la sociologa americana Saskia Sassen e  l’ex ministro della cultura dell’Iran, Majid Rahnema, il giornalista polacco Mariusz Szczygiel, gli storici Claudio Pavone e Luciano Cafagna, il direttore di Rai-Radio 3 Marino Sinibaldi e il direttore di Famiglia Cristiana Don Antonio Sciortino. Tra gli eventi previsti il “Processo alla scuola” (con molti interventi come quelli di Don Achille Rossi, Marco Rossi Doria e Stefano Laffi) , la mostra di fumetti sui giovani curata da Hamelin,  il Teatro delle Albe e gli interventi di Goffredo Fofi, Ascanio Celestini e di Gipi, un incontro tra scrittori e storici sull’antropologia degli italiani al tempo di Berlusconi con Giorgio Vasta, Nicola Lagioia, un confronto sul tema della condizione operaia con il vicedirettore dell’Unità Rinaldo Gianola, Gad Lerner ed il segretario della FIOM, Maurizio Landini.

quasi ogni giorno

Quasi ogni giorno ma forse proprio ogni giorno in alcuni o molti o tutti i quotidiani escono notizie dalle quali – in qualsiasi paese civile – dovrebbero derivare come minimo delle crisi di governo, grappoli di dimissioni, arresti, commissariamenti, riassetti societari, annunci di bancarotta, fughe, movimenti di piazza. Invece niente. Non è strano?

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KEN LOACH al Centro di Cultura Ecologica

Il regista inglese KEN LOACH, uno dei registi contemporanei più attenti alle problematiche del mondo del lavoro e dell’impegno politico e sociale (“Riff Raff”, “Piovono pietre”, “Il pane e le rose”, “Terra e Libertà”, “La canzone di Carla”, e tanti altri bellissimi film) sarà ospite del Centro di Cultura Ecologica martedì 21 settembre 2010 alle ore 18.00, per una intervista e dibattito col pubblico sui temi del cinema di denuncia sociale.

L’incontro che si terrà nell’ambito della manifestazione dal titolo “IL MIO AMICO KEN” organizzata dal Comune di Roma-Municipio V e dal Centro di Cultura Ecologica, sarà ospitata nell’area verde del Centro nei giorni 19, 20 e 21 settembre.

Grazie all’impegno del Municipio V, il Centro di Cultura Ecologica promuove con i cittadini attività sociali e culturali, insieme a riflessioni sulla memoria del territorio e delle sue trasformazioni sociali, urbanistiche e ambientali.

Il programma prevede, una video-retrospettiva (in dvd) di alcuni film di Ken Loach (merc. 8 e 15, sab. 11 e 18), il concerto con danze della musicista irlandese KAY MCCARTHY (dom. 19), la proiezione di tre film del regista (in pellicola).
Due gli appuntamenti di discussione: (lun. 20) testimonianze sulle trasformazioni del quartiere Tiburtino dal dopoguerra ad oggi, con interventi di protagonisti e testimoni, e, a conclusione della manifestazione, (mart. 21) l’incontro con il regista Ken Loach.

LEGGI IL PROGRAMMA

newsletter AAB n. 33

ASSOCIAZIONE RANUCCIO BIANCHI BANDINELLI

Istituto di studi, ricerche e formazione fondato da Giulio Carlo Argan

“NEWSLETTER ABB” – n. 33 (settembre 2010)

Di seguito le ultime notizie. In allegato l’invito al convegno “Progettare per non essere progettati: Giulio Carlo Argan, Bruno Zevi e l’architettura” (28 settembre 2010, Roma, MAXXI).


www.bianchibandinelli.it

28 settembre 2010 – A Roma un Convegno su ARGAN, ZEVI E L’ARCHITETTURA

Il 28 settembre si terrà a Roma, Continua a leggere

22-24 ottobre: salone dell’editoria sociale

Venerdì 22 ottobre 2010 alle 18 e 30
Luigi Manconi e Marino Sinibaldi
presentano la ristampa
Una concretissima utopia di Marco Lombardo Radice

qui un estratto dell’intervista a Marino Sinibaldi, direttore di Radio3, sul libro

Dal 22 al 24 ottobre
II edizione del Salone dell’Editoria Sociale
presso l’ex-Gil in Largo Ascianghi, 5
Roma
Quanti ricordano ancora Marco Lombardo Radice, lo psichiatra infantile morto in giovanissima età, militante del Movimento studentesco e poi di Lotta continua,
coautore di Porci con le ali (da lui inteso come una sorta di manuale per una nuova morale sessuale dei giovani negli anni dopo il ’68), e autore di un saggio luminoso,
Il raccoglitore nella segale, da cui fu tratto il film Il grande cocomero? Quel saggio, che riferiva del suo lavoro e del suo rapporto con i giovani malati che andavano salvati,
senza paternalismi e senza ipocrisie, mantiene un’attualità fortissima, così come gli altri raccolti in questo aureo volume, che esce per la cura di due suoi fraterni amici.

MARCO LOMBARDO RADICE
(1949-1989), attivo nel movimento studentesco e nel ’68, ha pubblicato nel 1976 “Porci con le ali”, dedicandosi successivamente al lavoro
di neuropsichiatra infantile. Allievo di Giovanni Bollea ha lavorato all’Istituto di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli a Roma. Il libro è introdotto da Luigi Manconi, che ha recentemente fondato l’associazione “A buon diritto” e Marino Sinibaldi, direttore di Rai-Radio 3.
Promotori: Gli Asini, Comunità di Capodarco, Redattore sociale, Lunaria, Edizioni dell’Asino, Lo Straniero

manifestazione del 2 ottobre

Di viola, di più”. Comunicato di Camilleri, Flores d’Arcais, don Gallo, Hack sulla manifestazione del 2 ottobre

Tra quattro settimane dovrebbe svolgersi a Roma una grande manifestazione che dica “basta” a Berlusconi e chieda la realizzazione della Costituzione. Se le divisioni tra i diversi gruppi viola non rovineranno tutto. Per evitare confusioni: vari siti (micromega, ilfatto, ecc.) hanno pubblicato un appello di quattro anziane persone (la più giovane veleggia verso i settanta) che, convinte della nausea crescente di questo paese verso il regime di Berlusconi e della incapacità dell’opposizione parlamentare di interpretarla e mobilitarla, si sono rivolte alla società civile perché organizzi una grande manifestazione nazionale a Roma. La dizione “società civile” non è restata generica. L’appello si rivolge esplicitamente alla testate giornalistiche, ai siti web, ai club e associazioni, ai gruppi viola, e alle personalità della cultura, della scienza e dello spettacolo che godono del privilegio della visibilità pubblica.

Molti gruppi e molte personalità hanno cominciato ad aderire. Alcuni gruppi hanno chiesto un contatto telefonico diretto (in genere al direttore di MicroMega) a cui nella misura del possibile si è sempre risposto. Le quattro anziane persone sono ovviamente pronte (“da ciascuno secondo le sue possibilità”, come diceva il vecchio Marx) a dare una e anche quattro mani per questa manifestazione auto-organizzata (di cui non sono quindi gli organizzatori) e alle espressioni della società civile che si vogliono adoprare per essa.

Tra i gruppi viola sono in corso polemiche, al punto che si parla di due manifestazioni. Sarebbe peggio di zero, sarebbero due fallimenti e un gigantesco regalo al regime. L’Italia che continua a volere “giustizia e libertà” non li perdonerebbe. Invitiamo perciò tutti i gruppi viola, e le numerose altre realtà che si stanno mobilitando (la mera replica del “No B day” è superata, davvero inedita è la partecipazione di personalità e gruppi della Chiesa “di base”, ad esempio, e di organizzazioni anticlericali) perché si riuniscano al più presto per organizzare insieme la manifestazione del 2 ottobre. Senza escludere nessuno e senza che nessuno si escluda (“di viola e di più”, si potrebbe dire). Se il nostro appello ha infastidito qualcuno se ne può fare carta straccia, purché restino i contenuti essenziali, “fuori Berlusconi e realizziamo la Costituizione”. Se infastidiscono le nostre persone togliamo tranquillamente il disturbo. Purché non si rovini, per incomprensibili particolarismi, l’occasione di una grande mobilitazione dell’Italia civile.

Andrea Camilleri
Paolo Flores d’Arcais
Don Andrea Gallo
Margherita Hack

(4 settembre 2010)

www.micromega.net

precisando

precisando quanto scritto qui, aggiungo:

il “sistema generale” in cui tutti paiono dialogare o discutere è quello per cui

lettori = pubblico

e dunque +lettori = +pubblico

di pubblico si parla in un contesto (quasi esclusivamente) spettacolare. o divenuto molto fortemente spettacolare. questo contesto è o è stato vincente tra gli anni ’50 e oggi. dominante.

la carta stampata (giornali, riviste, libri), la “pubblicazione” in forma di pubblicità, il cinema e la televisione sono tutt’ora vincenti.

e dunque la riflessione di Andrea in questo post – e i suoi più che ragionevoli timori sul rischio di lasciare al nemico un terreno simile (il terreno dominante, il contesto dello spettacolo) – valgono in un ambito in cui è il pubblico-massa a dominare (=essere dominato), fare opinione (=farsene vendere o regalare una), decidere, farsi influenzare, votare, mandare i figli in una scuola o in un’altra, far dire le cose ai “comunicatori di massa”, insistere perché parlino e straparlino, votarli, farsi dare indicazioni da loro, far dare dritte e interi flowchart di istruzioni (o riferirle, trasmetterle) ai propri figli, eccetera.

ma. una prospettiva anarchica non irrealizzabile e già effettiva in mezzo pianeta spezza di fatto il panorama della massa e massificazione – e dello spettacolo – in schegge differenti. divergenti. concretamente altra cosa.

un numero molto alto di persone (a mio avviso milioni) fonda o forma o attraversa microcomunità. si può parlare di reti ed eterotopie, di web come di comunità rurali e cittadine singole, di insiemi eterogenei di gruppi non riassorbiti dal sistema spettacolare, ma non soltanto di questi. non solo casolari sperduti in campagna, da cui guardare l’orizzonte con lo schioppo carico.

se sempre più si parla e non si ciarla di agricoltura biologica, tentativi di comunità effettive (laboratori ne sono stati i centri sociali, ma non esistono solo quelli), comunità di artisti fuori dagli schemi (penso a Jim Leftwich e al suo Roanoke Collab Festival, in Virginia, o a Dirk Vekemans e al suo Klebnikov Carnaval, in Belgio) non si parla di puntini isolati sulla mappa del mondo. (adesso mi viene in mente anche John Bennett, e il suo lavoro ultradecennale per la Ohio State University, esemplare).

bon. la Camera verde, a Roma, ha diverse migliaia di frequentatori. e si vedrà meglio, questo, l’11 settembre a Tuscania.

se il sistema della comunicazione va sganciandosi dal generalissimo generalismo che abbiamo conosciuto e che (non nego) qui da noi ancora domina, non è soltanto per via di azioni di disturbo interne al sistema. anche se non intendo in nessun modo negare che anche quelle siano necessarie, e portino effetti (e siano ‘esempi’, anche). ok.

ma. dire il sistema sta cambiando, o meglio metamorfosando, non significa ingenuamente stornellare un derivato tardivo “the times they are a changin”. semmai vuol dire guardarsi intorno e vedere e riconoscere che di microcomunità, di persone che nemmeno hanno il televisore in casa, che vivono quasi tutta la loro esistenza fuori dai confini di una normalità, è pieno il pianeta, e di gente fuori dalle regole del mercato spettacolare fortunatamente è tessuta non solo una nicchia analogica e low-fi, ma tante situazioni tecnologicamente agguerrite, e presenti e attive nel tessuto sociale reale. (che non è quello rappresentato dai quotidiani, di sinistra o meno).

se quotidiani e accademia e regesti patinati non si occupano o non si occuperanno mai di wooster collective (attenzione: parlo di murales, di artisti, qui: non letteratura), o di sten, che non linko, sarà un problema di quotidiani e accademia e regesti, non delle migliaia e migliaia di persone che vivono nelle microcomunità, che poi “micro” non sono affatto.

vorrei che fosse più forte e costante l’attenzione verso queste esperienze. verso luoghi non dominati, e proprio anzi fuori campo. perché non sono dominati dallo spettacolo, ma “hanno campo”: il cellulare prende. c’è connessione. e anzi: proprio perché c’è connessione raccolgono consensi, persone, uniscono, fabbricano cose.