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firenze, 12 luglio: parole di lavoro – wörter der arbeit

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Parole di Lavoro – Wörter der Arbeit – 2013

Ore 21:30 – 12 luglio 2013 – Csa nEXt Emerson

Via di Bellagio 15 – Firenze

Il progetto Parole di Lavoro – Wörter der Arbeit nasce dalla sinergia del collettivo informale riunito intorno alla figura del compositore Diego Minciacchi, attivo nel panorama musicale nazionale ed internazionale con una serie di progetti volti al disvelamento, per tramite estetico, dei meccanismi repressivi e desemantizzanti insiti nelle strategie comunicative del neocapitalismo. Nel caso specifico, punto di partenza per la composizione dell’opera è stata l’analisi delle metodologie lavorative attuali quali mezzi di disciplinamento e controllo del corpo sociale.

Parole di Lavoro – Wörter der Arbeit si propone di fare uscire la musica contemporanea dalle sale da concerto per farla incontrare con i soggetti politicamente attivi sul territorio al fine di inquadrarla nel vivo delle lotte in corso. L’idea è quindi quella di un’installazione site specific per isole dislocate all’interno degli spazi, nelle quali agiscono diversi performer preposti a diversi medium (esecuzione musicale, proiezione video, diffusione audio preprodotto, affissione manifesti murali, azioni performative, istallazioni ambientali) dando vita ad un happening liquido interattivo di cui il pubblico è parte attiva.

Partecipano, con Diego Minciacchi, Sergio Armaroli, Cecilia Bello Minciacchi, Laura Biancalani, Tiziano Bindi, Riccardo Bravi, Sara Choufan, James Clapperton, Erez James Cohen, Stefano D’Aquilio, Sara Davidovics, Lorenzo Dell’Agnello, Massimo Franchini, Florinda Fusco, Marco Giovenale, Giuseppe Giuliano, Igor Kefalidis, Rodrigue Koumgan Nana, Fabio Orecchini, Alexander Pettai, Nikolay Popov, Todor Pozarev, Ivan Schiavone, Alena Skornyakova

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locandine:

fronte | retro | mappa | Рабочие Слова|_

giulio marzaioli a villa arrivabene

a Firenze, Villa Arrivabene (Piazza Aliberti 1A)
Venerdì 8 febbraio 2013, alle 17:30

nell’ambito del XXIV Corso della Scuola di Scrittura Creativa
organizzato dalla rivista “Semicerchio”

seminario pubblico con
Giulio Marzaioli

incentrato sulla ricerca compiuta
nella realizzazione dell’opera

Quattro Fasi (La Camera Verde, 2012)

introduce
Niccolò Scaffai

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cittadinanza per i tre senegalesi feriti a firenze

La Commissione Diritti Umani del Senato ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica nella quale si chiede la cittadinanza italiana per i tre cittadini senegalesi rimasti feriti il 13 dicembre 2011 a Firenze.

Questo grazie alle firme a sostegno della petizione (oltre 15.000)

Questo è un riconoscimento molto importante che dà forza alla richiesta. Ma solo il Presidente della Repubblica può rilasciare la cittadinanza. Per questo è necessario far sapere a Napolitano che siamo in 15.000 mandando un tweet diretto al Quirinale. Clicca qui.

per la poesia a Firenze

ricevo da Elisa Biagini (cfr. qui) e diffondo a mia volta:

…c’è una città dove forse non si potrà più celebrare la poesia di altri paesi, e la nostra: Firenze.

Qui infatti, dopo nove edizioni che hanno portato poeti italiani e di tutto il mondo a leggere i loro testi dalle Oblate a Villa Romana, dalla Villa Medicea di Castello alla Badia Fiesolana, “Firenze Poesia.Voci lontane-Voci sorelle” rischia di morire.

Il Festival, che ha fatto incontrare ai fiorentini poeti canadesi, americani, romeni, indiani, sudafricani, venezuelani, russi e giapponesi, solo per nominare alcuni dei paesi di provenienza, come pure Milo de Angelis, Antonella Anedda, Eugenio de Signoribus, Vivian Lamarque e Fabio Pusterla e altri fra i poeti italiani più interessanti e importanti, e ha permesso a poeti più giovani di condividere il proprio lavoro, a causa dell’assenza di finanziamenti da parte delle autorità e di sponsor privati, forse quest’anno non riuscirà a portare i poeti del mondo a Firenze (e stiamo parlando di una manifestazione che potrebbe già fare molto con soli 2500 euro!). E la città, che a questi poeti ci tiene perché ogni anno li ha seguiti con passione (e gratuitamente) durante le varie serate, merita di averli perché parlare di poesia è parlare del mondo, è gesto di condivisione e dialogo, è scoprire che, nella parole di Anne Sexton, “la mia cucina, la tua cucina/la mia faccia, la tua faccia” (e per la storia del festival e i nomi di tutte le persone che hanno lavorato per realizzarlo-me compresa- e per i testi dei poeti che vi hanno partecipato, si rimanda a http://associazioni.comune.firenze.it/labbuon/home.html).

Per sua natura poi “Voci Lontane-Voci sorelle” (che inizia già a fine anno a preparare l’edizione del giugno successivo) non si è mai limitata ad una carrellata di voci Continua a leggere

promemoria: oggi a Firenze RESISTENZA DELLA POESIA

A Firenze, oggi, sabato 14 gennaio, alle ore 16:00
presso il CAFFÈ LETTERARIO DELLE MURATE
(Piazza delle Murate)

il laboratorio nuova buonarroti- leggere poesia
presenta

RESISTENZA DELLA POESIA
Un incontro con i poeti italiani delle ultime generazioni

ore 16:00, presentazione di cinque volumi:

RSVP, di Alessandra Cava
(Polìmata, 2011)

SHELTER, di Marco Giovenale
(Donzelli, 2010)

BIANCHI GIRARI, di Michele Porsia
(Perrone, 2011)

LA TRASFIGURAZIONE DEGLI ANIMALI IN BESTIE, di Alessandro Raveggi
(Transeuropa, 2011)

STRUTTURE, di Ivan Schiavone
(Oedipus, 2011)

La presentazione – condotta dei critici Cecilia Bello Minciacchi, Caterina Verbaro e Raoul Bruni e coordinata da Vittorio Biagini (“laboratorio nuova buonarroti- leggere poesia”) – non si risolverà in una serie di momenti separati dedicati ai singoli autori, ma, proprio muovendo dal confronto con l’originalità di scrittura di ciascuno, si aprirà a una riflessione collettiva sulla situazione della poesia oggi in Italia, con l’intervento, oltre che degli autori e dei critici nominati, anche del pubblico. Sono previsti, come partecipanti alla discussione, numerosi altri poeti, tra i quali Sara Davidovics, Federico Scaramuccia, Rino Cavasino, Eleonora Pinzuti, Novella Torre, Marco Simonelli.

alle ore 18:30 reading di

Alessandra Cava, Rino Cavasino, Sara Davidovics, Marco Giovenale,
Eleonora Pinzuti, Michele Porsia, Alessandro Raveggi, Federico Scaramuccia,
Ivan Schiavone, Marco Simonelli, Novella Torre

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Caffè Letterario Le Murate, Piazza delle Murate, Firenze
caffeletterario [at] lemurate.it | 055-2346872 | www.lemurate.it
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RESISTENZA DELLA POESIA. Una giornata di incontro con i poeti italiani

Gruppo Quinto Alto-Leggere poesia                                                          

SABATO 14 GENNAIO 2012, ore 16, CAFFÈ LETTERARIO,  Piazza delle MURATE   

RESISTENZA DELLA POESIA. Una giornata di  incontro con i poeti italiani delle ultime generazioni.

Presentazione dei volumi:

rsvp (ed. Polìmata, Roma, 2011) della marchigiana residente a Bologna Alessandra Cava (1984);

Shelter  (Donzelli,  Roma, 2010) di Marco Giovenale (Roma, 1969);

Bianchi Girari (ed. Perrone, Roma, 2011) di Michele Porsia (Termoli,1982);

La trasfigurazione degli animali in bestie (ed. Transeuropa, Massa, 2011) di Alessandro Raveggi (Firenze, 1980);

Strutture (ed. Oedipus, Salerno/Milano, 2011) di Ivan Schiavone (Roma,1983).

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La presentazione –  condotta dei critici Cecilia Bello MinciacchiCaterina Verbaro  e Raoul Bruni  –  non si risolverà in una serie di momenti separati dedicati ai singoli autori, ma, proprio muovendo dal confronto con l’originalità di scrittura di ciascuno, si aprirà a una riflessione collettiva  sulla situazione della poesia oggi in Italia, con l’intervento, oltre che degli autori e dei critici nominati, anche del pubblico.

Sono previsti, come partecipanti alla discussione, numerosi altri poeti, tra i quali la romana Sara Davidovics (1981, anche performer e artista visiva), il ligure Federico Scaramuccia (1973), il trapanese ma residente a Firenze Rino Cavasino (1972) e i fiorentini Eleonora Pinzuti (1973), Novella Torre(1974) e Marco Simonelli (1979).

Dopo un breve intervallo, alle 18.30recital di Alessandra Cava, Rino CavasinoMarco Giovenale, Sara Davidovics, Eleonora PinzutiMichele Porsia,Alessandro Raveggi, Federico ScaramucciaIvan Schiavone, Marco Simonelli e Novella Torre

Giulio Marzaioli, “Firenze celebra Vito Riviello”

Giulio Marzaioli

Firenze celebra Vito Riviello

 

Si dice di Firenze che sia una città troppo concentrata su quanto accade all’interno del proprio perimetro comunale e certamente detto luogo, appunto, comune, sarà per molti aspetti vero. Tuttavia proprio a Firenze si deve un’iniziativa che sabato 23 gennaio ha visto coincidere traiettorie provenienti da diverse regioni italiane, diverse esperienze culturali, diversi linguaggi espressivi, orientate tutte a comporre un tentativo di discorso relativo ad uno dei poeti italiani meno “perimetrabili” del secondo Novecento. Cecilia Bello Minciacchi, Giulio Marzaioli, Massimo Mori, Giuseppe Panella, Plinio Perilli, Giacomo Trinci, Alessandra Borsetti Venier, Mariella Bettarini, Elisa Davoglio, Rosaria Lo Russo, Marco Simonelli, Maurizio Spatola hanno tratteggiato presso l’Area N.O. di Massimo Mori i contorni di una delle figure meno tratteggiabili e che più dovrebbero essere ri-trattate tra gli autori italiani della scena contemporanea, Vito Riviello. Su iniziativa dello stesso Massimo Mori, alla presenza di Lidia Riviello e Daniela Rampa, figlia e moglie di Vito, sono trascorse testimonianze e letture sia di testi di Riviello sia di critica e approfondimento del suo percorso lungo più di mezzo secolo. A corredo del programma di interventi una sezione video (Videointerviste a Vito Riviello di Paolo Ragni, 2007 e ‘LIVE: Vito Riviello’ dalla videorivista di poesia VIDEOR, 1990) e materiale in esposizione (Tracce, calendario 2010 ‘Italianuda’a cura di M.T. Ciammaruconi, estratti da Chi è il poeta? a cura di M. Bettarini  e S. Batisti, 1980, il libro-opera ‘L’INTRIGO’, Morgana Edizioni, 1994, la poesia concreto-visiva Silenzio per i poeti che dal silenzio ancora ci parlano, di Massimo Mori, 2009).

Augurandosi che penne più autorevoli di questa possano dedicare a Riviello studi che merita una figura complessa e per tanti versi unica come la sua (per un breve profilo vedasi nota in calce), si può in questa sede fornire una serie di suggestioni che sono emerse dalla serata di Firenze e che possono costituire altrettanti spunti per approfondimenti di più ampia portata. Oltre ai consueti ed appropriati richiami alla accesissima vena ironica – e spesso dadaista – della poesia di Riviello, si è accennato al meno ricordato aspetto filosofico-riflessivo – una sorta di nichilismo incantato che pervade ogni espressione dell’autore potentino – e a tratti ‘tragico’ della sua produzione (numerosi i testi dedicati alla guerra e alla morte), alla scrittura in prosa, alla prolifica e variegata attività di critica e promozione di giovani artisti. E ancora l’inclinazione alla ‘finzione’ che ha consentito a Riviello di dispiegare la sua verità nei più disparati  accostamenti (dalla fotografia al fumetto, dalla canzone alla favola) e che permette di inquadrare nella sua cornice di riferimenti figure di vicina e lontana provenienza: Flaiano, Campanile, Kafka, Ionesco e ancora i pochi esponenti e capostipiti della poesia umoristica italiana: da Cecco Angiolieri a Burchiello, da  Folengo a Ruzante etc.; arrivando infine a Totò, amatissimo da Riviello, in un anarchico ed egualitario sistema di “fonti” che nulla discrimina per presunte differenze di valore in virtù di una consapevolezza ribadita in ogni occasione, ovvero che è il sorriso su cose e persone a sopravvivere alle stesse. Infine è stata sottolineata l’attualità dell’opera di Riviello, da ricondurre certamente alla capacità di “svestire” l’oggetto spogliandolo di qualsiasi sovra-dimensione, e quindi restituendolo alla sua presenza in un tempo sempre presente, ma anche a due aspetti strettamente “modali” della scrittura: in primo luogo la tendenza all’“accumulo”, non soltanto tramite l’uso dell’allitterazione, ma anche nella serialità e consequenzialità di immagini che producono un corto circuito, una distorsione del senso in tutte le ulteriori sue declinazioni negative: nonsenso, controsenso, dissenso, in cui ricostituire nuovamente il discorso. In secondo luogo la concezione della pagina quale spazio bianco da allestire, che in controluce prevede e vede la scrittura come – anche come – attività installativa. Insomma, due caratteristiche proprie di tanta parte della scrittura c.d. “di ricerca” attuale e che Vito Riviello da Potenza ha proposto in mezzo secolo di inchiostro.

 

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Vito Riviello (Potenza, 1933, Roma, 2009) nel corso degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta è stato nella sua città al centro di un’intensa attività culturale che aveva il suo fulcro nella Libreria Riviello. Tra i suoi interlocutori principali in quegli anni Leonardo Sinisgalli, Carlo Levi, Pietro Valenza. Trasferitosi a Roma è stato permanentemente parte di incontri culturali tra artisti (pittori, poeti, registi, musicisti) nella redazione di via del Babuino di ‘Carte Segrete’. Negli anni Novanta gli è stato riconosciuto il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli su proposta dell’allora presidente della Camera e attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E’ presente in numerose antologie e storie della letteratura. Ha inoltre collaborato a riviste e quotidiani e si è interessato di critica letteraria e d’arte fornendo suoi contributi ad una copiosissima varietà di volumi, cataloghi, libri d’artista, plaquettes.

Diverse sue opere sono state tradotte in Islanda, Romania, Cecoslovacchia, Algeria, Francia, Stati Uniti, Libano.

La poetica di Riviello si è sempre contrapposta alla “monumentalità” della cultura ufficiale utilizzando un linguaggio ispirato al surreale, al paradosso, alla comicità, all’ironia, ai motti di spirito e all’improvvisazione. La derisione e il gioco linguistico, con scarti di sorpresa, invenzioni e accostamenti sonori, hanno per certi aspetti avvicinato la sua produzione artistica all’antica tradizione della commedia dell’arte, ma molto più complessa e varia è la produzione di Riviello, tanto da non poter essere facilmente catalogata in categorie pre-definite.

Ricchissima è stata la sua attività autoriale. In poesia ha pubblicato: Città fra paesi, Milano, Schwarz, 1955; L’astuzia della realtà, prefazione di Paolo Volponi, Firenze, Vallecchi, 1975; Dagherrotipo, Milano, Sceiwiller, 1978; Sindrome dei ritratti austeri, Bergamo, il Bagatto, 1980;  Tabarin, Roma, Rossi & Spera, 1985; Assurdo e familiare, prefazione di Giovanni Raboni, Roma, Empiria, 1986; Kukulatrìa, il Bagatto,1991; Monumentanee, 1992; Assurdo e familiare, prefazione di Giulio Ferroni, Lecce, Manni, 1997; E arrivò il giorno della prassi, Roma, Ass. Edizioni, Empiria, 1999; La luna nei portoni, Rionero in Vulture (Potenza), Calice Editori, 1999; Acatì, Onyx, 2003; Scala condominiale, Faloppio (Como), Lietocolle, 2008. In prosa:  Premaman, con un saggio di Gilberto Finzi, Potenza, La Nuova Libreria, 1968; Tre favole potentine, Firenze, L’Upupa, 1980; E arrivò il giorno della prassi, Roma, Empiria, 1987.