mostra a cura di Davide Di Maggio
Ilaria Abbiento, Michael Ackerman, Maja Bajevic, Celine Croze, Sandra Hauser, Giulia Iacolutti, Gina Pane, Daniel Spoerri, Nerina Toci
Spazio 21
via Dan Fereolo 24, Lodi
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IO HO VISTO SOLO LA FINE
rottami di lettura di URLO attraverso Jackson Pollock, Gina Pane, Ferruccio De Filippi
un happening con
Giovanna Fiacco Alberto D’Amico Naoya Takahara Michele Zaffarano Tianyi Xu Pasquale Polidori Chiara Vignandel Salvatore Zoncheddu
Studio Campo Boario – Roma – 28 ottobre 2021 – dalle 16:30 alle 20:30
grazie a Federica Luzzi
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Io ho visto solo la fine è una lettura di URLO in forma di happening, dove il testo di Ginsberg è restituito mediante l’accadere contemporaneo di un insieme di azioni concentrate nello stesso luogo, lo Studio Campo Boario a Roma e le strade nei dintorni. Queste azioni, di cui URLO è un perimetro non sempre oggettuale, funzionano come attraversamenti del poema che, fin dal suo apparire, si è posto come un dato materiale e spaziale, costruito sull’unità di misura del respiro e sulla sua forzatura, ossia la ricorsiva messa alla prova della tenuta plastica della voce: la voce di Ginsberg che, il 7 ottobre 1955 nella Six Gallery a San Francisco, estatico e al limite della verbigerazione, rovescia il dentro-fuori di corpo e delirio, tenuti insieme da ossessivi nodi anaforici, che sono l’appiglio sintattico di una oralità che rischia ripetutamente la deriva dei significati, lo smarrimento del punto, nelle frasi lunghe che compongono il poema e nelle quali è densissima la concettualizzazione delle singole parole. Da sempre, quando si parla di URLO, se ne sottolinea il carattere di denuncia nei confronti della realtà politica, sociale ed economica americana: nel processo che seguì alla pubblicazione del libro, per respingere l’accusa di oscenità la difesa userà l’argomento secondo cui URLO esprime realisticamente il patimento dei derelitti; in altri termini, oscena è la vita di chi è fatto fuori dal sistema, non il linguaggio che naturalisticamente riflette questa ultra-marginalità. Oltre il ragionevole margine linguistico-sociale, non è più il caso di cercare una ragionevolezza dell’espressione. Per questo URLO esprime certo una denuncia contro la realtà, ma lo fa abbandonando la realtà e estromettendola al discorso, più che riflettendola; nel discorso-URLO c’è una ricercata costruzione di immagini difficili da mettere a fuoco con gli strumenti di un pensiero moralizzatore, che intende cioè perseguire il fine di comprendere. Si ha più l’impressione che l’unica comprensione possibile sia non la chiusura del punto, l’abbraccio del senso (comune), bensì lo spalancamento del discorso alle sue paradossalità, anche musicali. È il corpo di Ginsberg che, attraverso la voce ed euforicamente, si assume poi il compito di dimostrare possibile una tale estrema elasticità del voler dire, senza che esso arrivi mai a rompersi del tutto.
[continua qui: http://www.pasqualepolidori.net/opere/io-ho-visto-solo-la-fine/]
La Galleria dell’Incisione (Via Bezzecca 4 – Brescia) e A Palazzo Gallery rendono omaggio a Romana Loda, coraggiosa gallerista che dagli anni Settanta ha svolto a Brescia un ruolo fondamentale nella valorizzazione dell’arte femminile.
Le mostre sono accompagnate da un catalogo con testo di Raffaella Perna.
Le gallerie bresciane Galleria dell’Incisione e A Palazzo Gallery rendono omaggio con due mostre parallele a Romana Loda, coraggiosa gallerista scomparsa nel 2010, che dagli anni Settanta ha svolto a Brescia un ruolo fondamentale nella valorizzazione dell’arte femminile.
“Le sue scelte curatoriali — scrive in catalogo Raffaella Perna — hanno contribuito a denunciare l’assenza delle donne nel contesto dell’arte italiana, e a porre in evidenza come tale emarginazione non fosse un dato naturale e immutabile, ma, viceversa, fosse legata a precise condizioni storiche, sociali e culturali”.
Prendendo spunto da “Coazione a mostrare”, prima mostra di sole donne organizzata da Romana Loda nel 1974, la Galleria presenta una scelta di lavori storici di Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Carla Cerati, Betty Danon, Amelia Etlinger, Elisabetta Gut, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Verìta Monselles, Gina Pane, Berty Skuber.
Una selezione di artiste “che hanno esposto nelle numerose mostre curate da Loda, in spazi pubblici e privati o nella sua galleria, e che con lei hanno condiviso progetti artistici e spesso esperienze di vita. Ma che soprattutto, come lei, hanno avvertito l’urgenza di impegnarsi fino in fondo nel mondo dell’arte, in un momento storico in cui in Italia essere donna e artista, come confida Ketty La Rocca a Lucy Lippard nel 1975, era ancora «di una difficoltà incredibile»”.
incisione.com/mostre/omaggio-a-romana-loda/
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