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Intervista a MG

Lo spazio esposto (http://lospazioesposto.wordpress.com) intervista MG.
A cura di Matteo Di Meco e Andrea Lorenzoni (riprese di Michele Martini).
Presso la libreria Modo Infoshop, Bologna, 5 maggio 2011:
http://lospazioesposto.wordpress.com/2011/07/08/intervista-al-poeta-marco-giovenale

 

qui i vari video su youtube:

1/5 _ “La casa esposta / Shelter”
http://www.youtube.com/watch?v=ehVZM0JIxcA

2/5 _ “Spazio e libro”
http://www.youtube.com/watch?v=FB1mQWjDTYA

3/5 _ “L’allegoria cava / Emilio Villa / Il romanzo predatore”
http://www.youtube.com/watch?v=1l0UsDLRZIo

4/5 _ “Il mercato e il romanzo / La resistenza e l’assertività”
http://www.youtube.com/watch?v=Y6tuEK31-n8

5/5 _ “L’analisi testuale / La reciprocità”
http://www.youtube.com/watch?v=f-DihhEnJb8

In un altro momento

In un altro momento storico, la letteratura non dava (la sceneggiatura di) immagini già viste. Era cioè cosciente di avere territorio e margine (addirittura uno statuto suo, specifico) che le dicevano di non avere a che fare con il déjà vu spettacolare.

Produceva perfino enigma.

*

Dunque i quattro libri: della casa, della clinica, e della casa/clinica, ovvero La casa esposta, Shelter, Criterio dei vetri, e Storia dei minuti, sono produzione di enigma, anche; e soprattutto sono interamente dalla parte (e prendono le parti) degli offesi, degli imprigionati, delle vittime:

1) entro una codifica di dati oggettivi riferibili e riportabili, e quindi

2) lavorando per ombre, e per allegorie sì, ma allegorie cave, e quindi

3) senza ‘mettere in scena’ (=in forma di spettacolo, narrato) le vittime.

Sono dunque il contrario di una cronaca, e il contrario di un romanzo. Il contrario di quei romanzi-(da-)cronaca che fanno la fortuna delle case editrici attente a causare=soddisfare il prurito dello spettatore generalista.

una lettura del 2007 a Villa Massimo

da http://www.lerotte.net/index.php?search=1&id_article=49

Il 14 Novembre 2007 alle ore 19 all’Accademia Tedesca di Villa Massimo, Viale di Villa Massimo 1, Roma quattro poeti italiani: Maria Grazia Calandrone, Matteo Marchesini, Marco Giovenale, Tommaso Ottonieri incontrano il poeta tedesco Ulf Stolterfoht e il poeta austriaco-britannico Peter Waterhouse.

Modera Andrea Cortellessa

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qui il pdf dei testi di MG, da Criterio dei vetri Numeri primi e La casa esposta
[n.b.: gli ultimi due testi presentano, del tutto erroneamente, una formattazione ‘centrata’]

qui il pdf dei testi di tutti gli autori

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I testi italiani vengono qui presentati in anteprima con traduzione tedesca a fronte di Martina Lux.

www.villamassimo.de

Intervista a MG (Bologna, maggio 2011)

Lo spazio esposto (http://lospazioesposto.wordpress.com) intervista MG.
A cura di Matteo Di Meco e Andrea Lorenzoni (riprese di Michele Martini).
Presso la libreria Modo Infoshop, Bologna, 5 maggio 2011:
http://lospazioesposto.wordpress.com/2011/07/08/intervista-al-poeta-marco-giovenale/

qui i vari video su youtube:

1/5 _ “La casa esposta / Shelter”
http://www.youtube.com/watch?v=ehVZM0JIxcA

2/5 _ “Spazio e libro”
http://www.youtube.com/watch?v=FB1mQWjDTYA

3/5 _ “L’allegoria cava / Emilio Villa / Il romanzo predatore”
http://www.youtube.com/watch?v=1l0UsDLRZIo

4/5 _ “Il mercato e il romanzo / La resistenza e l’assertività”
http://www.youtube.com/watch?v=Y6tuEK31-n8

5/5 _ “L’analisi testuale / La reciprocità”
http://www.youtube.com/watch?v=f-DihhEnJb8

Alcune recensioni a “La casa esposta”

dal sito de Le Lettere:
Rassegna stampa. Il Mattino 16.05.08
Rassegna stampa. Corriere della Sera 17.05.08
Rassegna stampa. L’Unità, Il Manifesto, L’Immaginazione
Recensione di Giampiero Marano 13.12.2009
Recensione di “Semicerchio” giugno 2009

Da una mail a G* per “Superficie della battaglia” [giu.2006]

caro G***,

la sequenza di poesie Superficie della battaglia viene in qualche modo da un film, in verità. Nel senso che è nata mentre vedevo (o specchiavo in un modo strano, mentalmente) il film. Lo sognavo guardandolo: ne producevo varianti verbali, poi cose totalmente altre. Decisamente le poesie prescindono dalle scene, deviano – in fine. Semmai (me ne sono reso conto mesi dopo) si legano naturalmente a battaglie con avversari reali, non letterari, e con ammassi di oggetti, nevrosi non mie, trasloco, accumulo, dissoluzione; con l’ossessione di esaustione e con l’ossessione di dissipazione che in fondo fanno da radici a tante delle cose che càpita di pensare, fare, ‘vedere’ (ri-produrre: in immagini).

Kafka è il Classico tra i classici. Forse il solo autore moderno che si possa mettere in dialogo con i greci, con Cervantes. Le sue serpentine nel buio sono fuga e prigione (lo shelter, insomma). Una cosa molto ‘ebraica’, anche. (Il ghetto). Avverto questa cosa. Come nella traccia di Derrida/Adorno in http://slowforward.wordpress.com/2014/01/27/dal-2004/ (link precedente: http://www.slow-forward.splinder.com/1098026070#3173418).

La struttura del titolo “Superficie della battaglia” ha colpito anche me, qualche giorno fa, riflettendo proprio sul libro di Sartori; anche se è una prossimità non cercata né pensata […].

L’immagine di copertina è foto (elaborata) di un’installazione assurda che svetta su tutto il disastro delle masserizie, delle stanze. Sta per finire, tra l’altro: il giorno *** è la data ultima decisa per lasciare la casa. Quella sera mio padre non dormirà lì, […].

Finisce una vicenda iniziata nel 1967, circa. Sono quasi quarant’anni. Non è facile per me; immagino per lui. (Ma lui non ha fatto altro che seguire un suo piano meticoloso di disfacimento delle cose attraverso il loro accatastarsi. Me ne rendo conto e so anche che non posso aiutarlo; soltanto limitare i danni concreti che questa prassi ha portato nel tempo …).

Perdona tutte queste parole. Ma è che mi rendo conto che questa Superficie, prima e più ancora delle cose scritte prima del trasloco, dello scasamento, codifica qualche verità che non mi aspettavo.

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