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ex.it all’università roma tre : il 22 ottobre, 19 novembre, 3 dicembre 2013
Dipartimento di Studi Umanistici – Università Roma Tre | via Ostiense 234-236 (metro B Marconi)
Aula 2 ore 17:00 – 19:00. Nell’ambito dei seminari di Critica letteraria organizzati dal dott. Ugo Fracassa sono previsti tre incontri:
Martedì 22 ottobre 2013: Le nuove scritture.
Inquadramento di EX_IT, come evento complesso e possibile caso di nuova iniziativa auto-organizzata nell’ambito delle scritture italiane di ricerca, in rapporto al contesto francese e anglofono degli ultimi decenni. Riferimenti all’editoria italiana attuale.
Relatore: Marco Giovenale.
Martedì 19 novembre 2013: Tra ricerca e rielaborazione.
Analisi e storia delle forme sperimentali nella poesia e nella prosa contemporanee, e dei loro legami con la tradizione letteraria del Novecento italiano ed europeo.
Relatori: Luigi Severi e Simona Menicocci.
Martedì 3 dicembre 2013: Il rapporto parola-immagine.
Dialoghi e sovrapposizioni tra differenti ambiti artistici. Altre possibilità di scrittura in alcune esperienze italiane e straniere tra linguaggi verbali, multimediali e audiovisivi.
Relatori: Mariangela Guatteri e Giulio Marzaioli.
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Su facebook:
https://www.facebook.com/events/578140918911610/
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bologna, 26 ottobre: “figurina enigmistica”, di mariangela guatteri
Sabato 26 ottobre 2013 alle ore 18:30
a Bologna, presso la Libreria delle Moline
(via delle Moline 3)
presentazione del primo libro della collana SYN _ scritture di ricerca
Figurina enigmistica
di
Mariangela Guatteri
edizioni IkonaLíber
[ http://www.ikonaliber.com/ ]
In dialogo:
Vincenzo Bagnoli, Marco Giovenale, Michele Zaffarano
Letture dell’autrice.
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Su facebook:
https://www.facebook.com/events/231021427062146/
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Mariangela Guatteri (Reggio Emilia, 1963) vive a Montericco. È redattore di GAMMM, co-curatore delle pubblicazioni bilingui Benway Series, e contribuisce a diversi blog dedicati alla scrittura di ricerca e all’asemic writing. Per una parte della sua vita si è occupata di arte visiva, didattica, tecnologie digitali e architettura dell’informazione. Ha pubblicato libri di poesia e in prosa, e alcuni suoi testi sono tradotti in francese e in serbo.
Recentemente, in prosa: Casino Conolly, nel volume collettivo Ex.it 2013 (Tielleci, 2013), Il secondo nome (Arcipelago, 2012), Tavola delle materie (diyfferx, 2012), Nuovo soggettario (diyfferx, 2011). Il suo ultimo libro di poesia è Stati di assedio (Anterem, 2011 – Premio Lorenzo Montano).
Diversi materiali – testi, opere video/visive, asemics – sono pubblicati in rivista e in rete. Alcune pagine di Figurina enigmistica sono state anticipate nel n. 16 de “L’Ulisse” (LietoColle, marzo 2013). Tracce e notizie del suo lavoro sono raccolte nel sito http://mariangelaguatteri.wordpress.com.
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Figurina enigmistica
http://www.ikona.net/index.php?option=com_content&view=article&id=17&Itemid=9
Syn
http://www.ikona.net/index.php?option=com_content&view=article&id=18&Itemid=9
LIBRERIA DELLE MOLINE
Via delle Moline 3 – 40126 Bologna, Italy
tel. 051 262977
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25 ottobre, reggio emilia: corrado costa alla biblioteca panizzi
john ashbery, cento domande a scelta multipla / one hundred multiple-choice questions, benway series 3
John Ashbery,
Cento domande a scelta multipla = One Hundred Multiple-Choice Questions.
Traduzione: Damiano Abeni e Moira Egan.
Disegni di Damiano Abeni
Colorno : Tielleci, 2013. – 96 p. : ill. ; 19,5 cm.
(Benway Series ; 3).
978-88-98222-06-3 : 10€
Anteprima del libro / Preview: Italiano English
Richiedi il libro / Buy the book
testi da “erano in pericolo”
testi da Erano in pericolo (in Quasi tutti, Polimata 2010; vers. definitiva Miraggi 2018):
http://compostxt.blogspot.it/2013/09/marco-giovenale-da-erano-in-pericolo.html
(grazie a Roberto Cavallera)
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un seminario sulla prosa breve (che non c’è stato) _ [replica]
Lo scorso anno si sarebbero dovuti tenere in una casa privata dei seminari (di “lettere grosse“) sulla “prose très prose“, sulla prosa breve, sulla scrittura di ricerca. Qui a Roma. Una serie di imprevisti ha dirottato e poi reso irrealizzabile il progetto, ma lo schema di massima di quel che si sarebbe andati a fare e dire era grosso modo questo:
#1 cambio di paradigma
Fénéon non è Fargue. Ponge non è Michaux. Beckett non è Char. Tarkos non è Bonnefoy. Tutti leggiamo con passione Fargue, Michaux, Char, Bonnefoy. Ciò non toglie che in alcune scritture si sia verificato – o sia non illogicamente ravvisabile – un cambio di paradigma.
#2 googlism non è googling
Come funziona un sought text.
#3 alcuni luoghi comuni sfatati
Sfatiamo l’idea che l’asserzione sia il male. Che i testi freddi siano tutti “dopo il paradigma”. Che i testi freddi siano “anaffettivi” (o stupiderie simili). Che funzionino sempre. Che Costa scriva le stesse cose di Spatola. Che Costa scriva le stesse cose scritte da tutti gli autori di Tam Tam. Che la scrittura di ricerca sia tutta cut-up. Che cut-up e googlism siano sinonimi. Che cut-up, googlism e poche altre tecniche siano solo “tecniche”, e che rappresentino l’intero della scrittura di ricerca. Che il non detto, l’ombra e l’allegoria non possano essere “dopo il paradigma”. Che Corrado Costa sia giocoso (Costa è tragico, dunque è anche giocoso). Che l’opera di Giuliano Mesa sia risolvibile interamente entro i parametri del Modernismo. Che ci sia una qualche necessaria contraddizione fra tragedia e scritti “dopo il paradigma”. Che post-paradigma e postmoderno siano sinonimi. Che tutte le basi della scrittura “dopo il paradigma” siano state gettate dalle avanguardie vecchie e nuove. Che tra Gruppo 63 / Tel Quel e scritture nuove ci sia filiazione diretta e pacifica. Che la scrittura di ricerca sia “focused on language”. Che le scritture nuove siano sempre o spesso metatestuali.
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festival del primo romanzo / roberto cavallera. 2013
contemporary italian poetry: an anthology _ [ed. andrea raos] _ in free verse, aug. 2013
pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (18) la traccia verde e il fissatigre
Quella qui riprodotta è una delle fotografie che, mostrate in sequenza, costituivano la sigla d’apertura dello sceneggiato tv La traccia verde, 1975. Bisogna immaginare una sigla intera tutta strutturata, o meglio destrutturata, o forse sospesa, in questo modo. Semplici fotografie, in una sequenza che durava oltre un minuto, accompagnata da una musica straniante di acuti (moog?).
Sigla pensabile oggi? A mio avviso no. In ogni caso, ho ritrovato abbastanza recentemente lo sceneggiato, che decisamente non è tra i migliori trasmessi in quegli anni dalla Rai, e che tuttavia mi ha dato occasione di riflettere una volta di più sulla costituzione e percezione di ombra, di non detto, di inesplicito, di latenze narrative, di indugio, attesa, che a far tempo dagli anni Sessanta e Settanta erano non l’eccezione elitaria ma quasi le regole della comunicazione generale, collettiva, delle cose, o almeno ‘potevano’ esserlo, visto che perfino la tv di massa (lo sceneggiato, appunto) ascriveva ombre e tempi dilatati e latenze, ampiamente, al linguaggio e al silenzio condivisi, e infine arrivava a registrarle nella rubrica della massima diffusione popolare.
Intendo suggerire che la percezione normale delle cose ‘comprendeva’ (= capiva, e includeva) la latenza, il non – interamente – detto, esplicitato, spiegato. E l’indugio.
Detto lateralmente, sommessamente: non tutti – nella generazione che ha formato il proprio linguaggio e le proprie visioni e ossessioni già negli anni Ottanta – possono forse dire la stessa cosa. Con la fine degli anni Settanta, almeno al livello della cultura diffusa, le cose cambiano profondamente. Alcune trasmissioni televisive, poi anche radiofoniche, e alcuni autori, alcune ricerche, non possono proprio materialmente più avere spazio, e spazio di ascolto ed espressione.
Il tipo di retoriche e di strutture, e di dissipazione di strutture, cambia dalle radici. Non si verifica più che uno spettatore si trovi di fronte a lunghissimi piani sequenza muti, nella tv generalista. Una sigla di un minuto intero fatta di foto o fermoimmagini di piante (come nello sceneggiato citato), diventa economicamente impensabile per la televisione della fine del millennio. (Parlo non di una sola sigla, ma di molte, strutturate in modo analogo, lungo l’arco che arriva a coprire interamente gli anni Settanta).
E dunque: quando lo stesso individuo che nel 1975 a sei anni vedeva La traccia verde si trova nel 1983 (ora a quattordici) a leggere Julio Cortázar, bisogna capire che oggettivamente ‘non può’ non sentirsi a casa. Non può non ritrovare parte della propria identità in racconti come Il fissatigre, o Casa occupata, o nelle vicende dei cronopios e dei famas. Non può non sentire vacue e fuori luogo, per non dire cretine, le domande che alcuni gli fanno e si fanno, circa il ‘perché’ di certe narrazioni cortazariane, circa il loro “significato”.
(Amici, replica, che senso ha la vita? Avete sempre bisogno di didascalie? Non campate senza? Non ne scrivete voi stessi, sempre, semplicemente vivendo?)
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corrado costa: benway, zona, verri
Corrado Costa, La sadisfazione letteraria / Literary Sadisfaction, Benway Series 1, Tielleci, 2013 (bilingual version, thx to P.Vangelisti: .en + .it)
http://benwayseries.wordpress.com/2013/04/26/corrado-costa-la-sadisfazione-letteraria-literary-sadisfaction-benway-series-1/
&
Corrado Costa, The Complete Films and Other Texts, Logosfere, Editrice Zona, 2012 (bilingual version, thx to P.Vangelisti: .en + .it)
http://www.editricezona.it/thecompletefilms.htm
&
Fascicolo monografico su Corrado Costa, “il verri” n. 52
http://slowforward.wordpress.com/2013/06/14/il-nuovo-fascicolo-del-verri-su-corrado-costa/
= http://www.scribd.com/doc/147848951/Copertina-e-indice-verri-52
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alcuni saggi e testi critici su Costa: http://puntocritico.eu/?tag=corrado-costa
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