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ricev(ev)o e volentieri pubblico:
Mentre me ne sto qui in biblioteca a lambiccarmi il cervello e a raccogliere qualche notiziola utile a completare una cartella su “Cultura e marxismo in Italia ai tempi di Gramsci” (che mi verrà pagata, chissà quando, 15 euri lordi), arriva la ministra *** con staff di fotografi e truccatori.
Si accomodano, la si fa incipriare, sistemano le luci: in dieci minuti, la ministra posa (con e senza occhiali) “con” i codici antichi che la biblioteca le ha messo a disposizione, tra i banchi austeri e le gli arredi seicenteschi.
Contemporaneamente, a duecento metri da qui (cioè al Senato) il governo Prodi si gioca forse una delle sue ultime cartucce…
Che debbo dirvi?
Sarà l’evoluzione del rapporto tra cultura e marxismo in Italia ai tempi di…
…
I primi sperimentatori (italiani) con la fotografia: «lucigrafi».
(Da G.G.Belli, “Piccolo trattato” di tecnica fotografica 1839, Scheiwiller, Milano 1978, p.10)
Il Rapporto Censis 2007 diffuso lo scorso 7 dicembre. Siamo un paese “senza chiamata al futuro”
Una “inerzia diffusa” impedisce di guardare avanti
articolo di Silvia Tessitore
Le considerazioni generali che introducono il 41° rapporto Censis sulla situazione sociale italiana – una foto di famiglia che l’istituto di ricerca ci scatta ogni fine anno per mostrarci come siamo, e come potremmo essere domani – iniziano con un’affermazione positiva, che – di questi tempi non proprio facili – ha quasi l’effetto di una pacca sulla spalla: “Il Censis conferma una sequenza positiva di lungo periodo (dal rifiuto dell’ipotesi del declino, alla patrimonializzazione, dall’individuazione di schegge di vitalità economica fino al piccolo silenzioso boom descritto lo scorso anno)”. “Oggi si può confermare una visione positiva: – dice il Censis – sia perché cresce nelle imprese la qualità delle strategie competitive (di nicchia, di offerta sul mercato del lusso, di lavoro su commessa, ecc.); sia perché si va allargando la base territoriale dello sviluppo; sia perché abbiamo finalmente anche noi dopo decenni alcuni importanti big-players. Ed è una visione positiva che sembra poter superare anche le turbolenze finanziarie addensatesi negli ultimi mesi”. Insomma, facciamoci forza: non tutto è perduto, come qualcuno vorrebbe farci credere.
“Tuttavia, – prosegue il rapporto – le dinamiche di sviluppo in atto restano dinamiche di minoranza, che non filtrano verso gli strati più ampi della società. Lo sviluppo non filtra sia perché non diventa processo sociale, sia perché la società sembra adagiarsi in un’inerzia diffusa, una specie di antropologia senza storia, senza chiamata al futuro”. Il sospiro di sollievo di cui al punto precedente si ferma in gola e diventa un groppo: “senza chiamata al futuro” è una sentenza durissima. Nella foto di famiglia di quest’anno c’è in alto un esiguo gruppo di ben vestiti, dall’aria curata e sorridente, nella parte superiore, e in quella inferiore “i parenti poveri”: e sono la stragrande maggioranza, perché quelli di sopra (alla maniera del ricco Epulone) non gettano a quelli di sotto che poche briciole. In questa “antropologia senza storia”, di “inerzia diffusa”, si tende a mantenere lo status quo. A quelli di sopra perché conviene, a quelli di sotto perché non hanno scelta, sono soggetti a ricatti e precarietà d’ogni tipo: e il senso di fragilità che ne deriva spesso paralizza l’iniziativa. Quelli di sopra pesano, pressano. E sembra non esserci alcun futuro, alcuna trasformazione possibile. Il groppo in gola vorrebbe sciogliersi in lacrime, a questo punto. Ma è forse il caso di guardare in faccia la realtà: non siamo in un reality, e il rischio è che nessuno venga a recuperarci, dall’Isola degli Esclusi, se non facciamo qualcosa.
“Una realtà sociale che diventa ogni giorno una poltiglia di massa; – rincara Continua a leggere
sabato 29 dicembre 2007 ore 17.30
il Centro Culturale
LA CAMERA VERDE
presenta:
>> OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ <<
con
LA STANZA
di Giulio Marzaioli
e
RIZOMA TARKOVSKIJ
di Alfredo Anzellini
presso PUNTO EINAUDI FIRENZE
Via Guelfa 22/A rosso 50129 Firenze
tel. 055.2654093 – fax 055.283101
esce ora “bina” 70, con un testo inedito di Gianluca Gigliozzi.
la lettera, aperta e (a)periodica, è gratuita e arriva nelle cassette di posta elettronica.
chi vuole abbonarsi non deve far altro che indirizzare una richiesta a bina_posta [at] yahoo.it oppure a bina.posta [at] gmail.com
*
n.b.: noto che alcuni invii a email dell’indirizzario di “bina” non vanno a buon fine: chi ha cambiato account di posta elettronica può comunicarlo alle caselle sopra indicate
such an attempt, however, is bound to fail
a > TRIBE BOARD > TRIBE General Stuff. Reload this
i take london, i leave france, ost.php?p=97329
ditto has a sense of humour. ... Syr] orth horea in 19[M]ay
get around blocked
150 Scud-C missiles
150 Scud-C dolls dcc754cb/b
-14-2007 silent winter >>>> >>> >>> rom N91
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ms/show
these people cheered universe as an inconsistent
local favorites; - miscellaneous
& turn off yer shooting R p. 92, ß179
pissalva in a binary oppo$ition
trimmed mustache and muscular build *~*~--="URBAN REVIVAL"
s » Be ۞ ief1.tri
this account seems to misunderstand: we distinguish this being-for-another
from hegel’s notion of ‘absolute mind’ desiderata
we can easily ♪ȿѺunderstand the term ‘science’:
pure, abstract being
downloadable here
Q.: I think that your nickname “asemic” (in http://selfsimilarwriting.blogspot.com) is perfect to explain your strategy of accumulation=disintegration of signs (not “meanings”) through multiple exposures, textblocks, and multiple blogs/opus. I believe you hit the spot of the dissipation/multiplicity we are crossing. (Where “to cross” is something like a radioactive kind of “to stay”).
A.: You’re right with accumulation=disintegration strategy, it is very much of that, not meanings, at least on my side. I leave them to reader/viewer/listener. I’ve many strategies with my works, most often I’m involved with ‘controlled indeterminacy’ (a term coined from American composer John Myhill), it is not any specific technique, for me it is the way to control chance, aleatoric control, if it is possible to control at all. But it is everywhere in my life, if not intentional, then subconscious. And if I find it lacks, I add it. With or without computers.
Q.: What about GAMMM’s opebs, “one page e-books”? And what about your opeb’s title, ow oom?
A.: I like this idea of one page works, I’m interested of things which contain restrictions… ow oom is just sounds, but as we always do, we see it as words, each of us differently. Mine was first ‘owl room’, then ‘cow doom’, ‘own boom’ etc …
mg, from gammm