Archivio mensile:Gennaio 2012

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la presentazione segue

    
fuori per il reclamo. ha parecchio, non è blocchetto di portata.
voi? in modo appena visibile. date l’impasse.
per quanto spaventato, è possibile ordinare le violenze limate.
sono stato sorpreso. dentro erano funzionari svizzeri.
come si arriva ai mercati? all’estremità dei limiti?
per grande che sia il numero, si deve rinunciare. per il piccolo numero si deve rinunciare. controstalle in qualsiasi momento. mai pagare in ritardo in qualsiasi momento. c’è un obiettivo ipotetico in qualsiasi momento.
assiste ai mercati di pulce in qualsiasi momento. in qualsiasi momento rimuovono liberamente il duplicato.
indirizzi per i materiali di vendita a distanza. a distanza in qualsiasi momento, non adesso però, si scherma. fugge in avanti. (inutilmente).
 

poche righe per un’impressione sulla mail art

una certa pronunciata chiusura o – come dire? –  tendenziale endogamia del mondo (o di parte del mondo) della mail art, e la sua riduzione a volte drastica di una serie di altri contatti (nei decenni recenti) non le ha giovato.

la mia impressione – da curiosissimo spettatore ma assolutamente non attore in prima persona di mail art – è che la circolazione endo-mailartistica (!) dei materiali ha prodotto nel tempo una rigida forte uniformità di stili in alcuni ambienti, ha generato una sorta di gergo grafico monocorde, prevedibile, nonostante vi siano certo numerose e valide eccezioni (che non a caso si rivelano aperte alla circolazione on line delle sperimentazioni grafiche e verbovisive, quindi disposte a studiare altri canali e ad aprirsi a più input e contaminazioni, cerchie differenti, non limitate al numero anche ampio di corrispondenti cartacei fissi/fissati su stilemi tanto ossificati quanto negativamente virali).

insisto. in quello che può esser definito il mainstream di troppa mail art, a volte, la formazione di cliché e iterazioni iconiche ossessive si è davvero rivelata tanto solida da generare linee monoliticamente costanti di produzione: uniformi. chiuse a difesa, e in un raggio stretto di dialoghi. fino al punto – paradossale – di ritenersi (ossia pensarsi e mostrarsi come) “stili”.

non sono stili, sono luoghi comuni.

un rinnovamento della mail art è da desiderare e favorire, in questo senso.

come detto, la rete ovviamente – e credo felicemente – anche qui può avere un ruolo positivo.