due aree. post generale, poi personale

1. In sintesi estrema

“Nuovi Argomenti” nasce nel 1953. “Il verri” nel 1956. È del 1957 la polemica aspra fra Pasolini e Sanguineti su sperimentalismo e neosperimentalismo, che si consuma tra le pagine di un paio di numeri della rivista “Officina”.

Da allora e fino a oggi, dunque da quasi 70 anni, la letteratura italiana è spezzata in due.

Dopo qualche circoscritta fortuna einaudiana e feltrinelliana, l’editoria ‘maggiore’ (oggi, meglio: ‘a grande distribuzione’, o forse ‘generalista’) sarà costantemente collocata, o in misura maggioritaria collocabile, nell’area Mondadori Pasolini Sereni eccetera. Scelta fatta. Per una forma sempre ‘rassicurante’.

Sponda – soprattutto dagli anni Ottanta – per la nuova lirica, visceralmente avversa alla sperimentazione, negatrice di tutto quello che succede nel versante della ricerca letteraria, specie se avanzata (e sotto qualsiasi egida, fosse pure universitaria, o artistica, in legame o no con istituzioni come il MoMA o il Centre Pompidou, per dire).

2. Personalmente

(Già direi dal 1987 o giù di lì, studente & sprovveditissimo) mi rifiuto di: (a) ereditare all’infinito la scissione; (b) non vedere la palese sproporzione di potere tra le due aree;

e semmai tento con altri e da solo di: (a) occuparmi delle linee della ricerca letteraria comunicandole in tutti i modi e le sedi, se necessario anche in e attraverso canali riconducibili al mainstream, nonostante tutto; (b) seguire, nell’ascolto, le intuizioni e indicazioni di apertura di due amici, Roberto Roversi e Giuliano Mesa; (c) non uscire dal rigore di sguardo di alcuni che hanno inciso sul lavoro svolto, personale, in forme diverse: Rosselli, Garroni, Balestrini, Costa, Villa, Bene, Tarkos. E Woolf quasi più di Eliot.

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