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“l’immaginazione”, n. 272

Anno ventottesimo, numero 272 novembre-dicembre 2012

INDICE

In copertina
Olimpia Biasi, Spartito per canto di sirene, 2011
Le immagini
Maria A. Laterza, Lidia
Lidia De Federicis
Elena Schwartz
Per Lidia De Federicis
Lidia De Federicis, Storia della mia vita come la ricordo dal 1940
Luisa Ricaldone, Per Lidia
Gian Giacomo Migone, Lidia, “L’Indice”, la politica
Anna Chiarloni, Dalla scuola all’“Indice”: Lidia e i suoi strumenti
Remo Ceserani, Spesso non riconoscevamo l’impronta
Cesare Pianciola, La laicità di Lidia
Maria Grazia Sestero, Un modo di raccontarsi
Dario Cecchetti, Lidia e il “Gioberti”
Pinuccia Corrias, Grazie
Maria Pia Simonetti, Fefè non Bebé
Cristina Bracchi, Del pensare biograficamente
Maria Vittoria Vittori, La voce di Lidia
Poesia
Guido Davico Bonino, Poesie
Francesco Granatiero, L’aulive, u cíele
Prosa
Marosia Castaldi, Due racconti e un disegno
Sergio Bianchi, Non lo so
Piero Manni, Corporale
L’intervista
a Ettore Catalano
a cura di Filippo La Porta
Per un libro
Risorgimento a memoria di Amedeo Quondam
Silvia Tatti, L’idea di patria in poesia
Per “Belfagor”
a Carlo Ferdinando Russo
a cura di Anna Grazia D’Oria
Antonio Tricomi, Evviva “Belfagor”!

Le altre letterature
Dalla Russia: Elena Schwartz, La vostra madrina è la luna 
Traduzione e nota di Paolo Galvagni
Noterelle di lettura di Anna Grazia D’Oria
Luigi Malerba, Antonio Osnato, Maria B. Cerro
Pollice recto/Pollice verso
di Renato Barilli
Gardini: angeli senza ali
Abate: una saga ben lubrificata
Palestra critica
Renato Barilli, Fertilio: un’opera “mista di storia e d’invenzione”
Avventure di un antichista di Luca Canali
Il dinosauro di Piero Dorfles
Gammmatica
Alessandro Broggi, Protocolli
Il divano di Antonio Prete
Leggendo Rileggendo di Cesare Milanese
Dal mondo anglofono di Maria Sepa
Refrattari di Filippo La Porta
Per diritto e per rovescio di Nico Naldini
I nuovi libri Manni
Paolo Fiore, Fu chiaro appena oltre lo zenith
Francesco Rizzo, Il plastico dei Trafitti
Antonio Sedile, Ragazzi a margine
Pierluigi Vuillermin, Palanka
Marcello Buttazzo, E ancora vieni dal mare
Antonio Lamantea, Risorgimento, Unità, Meridione
 
Le recensioni
Nino De Vita, Sembrano dalla morte accompagnati (Anna Lisa De Gregorio)
Alfonso Guida, Il dono dell’occhio (Caterina Falotico Vitelli)
Sebastiano Vassalli, Comprare il sole (Caterina Falotico Vitelli)
Michele Fianco, Swing (Francesca Fiorletta)
Lello Voce, Franco Nemola, Claudio Calia, Piccola cucina cannibale (Francesca Fiorletta)
Andrea Raos, I cani dello Chott el-Jerid (Marco Giovenale)
Curzia Ferrari, Dio del silenzio, apri la solitudine (Vincenzo Guarracino)
Czeslaw Milosz, Trattato poetico (Giorgio Luzzi)
Adele Cambria, Istanbul (Piera Mattei)
Alessandro Broggi, Coffee-table book (Renata Morresi)
Cetta Petrollo, Passeggiata in due tempi (Francesco Muzzioli)
Amos Mattio, Luna di notte (Giuliana Nuvoli)
Alberto Casadei, Poetiche della creatività (Niccolò Scaffai)
Ciro Vitiello, L’opera poetica (Antonio Spagnuolo)
Cesare Viviani, Credere all’invisibile (Giovanni Tesio)
Walter Siti, Resistere non serve a niente (Michele Trecca)

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www.robertoroversi.it

Bologna, 28 gennaio 2013

Il ciclostile riprende il lavoro

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Nel panorama dei grandi scrittori e intellettuali del XX secolo, Roberto Roversi è il solo che ha fatto della sua stessa vita il manifesto delle sue scelte politiche e culturali. Nato in una famiglia borghese, a vent’anni va in guerra, che finisce da partigiano sui monti piemontesi. Al ritorno a casa, si laurea in filosofia con una tesi su Nietzsche e apre, nel 1948, una libreria antiquaria, la “Palmaverde”, che terrà aperta, col solo aiuto della moglie Elena, per sessant’anni.

Nel grande crogiolo culturale degli anni Cinquanta, Roversi intesse relazioni con tutti i grandi intellettuali e scrittori del tempo: Bassani, Vittorini, Calvino, Sciascia ecc., principalmente lavorando attorno all’ideazione e redazione di Officina (1955-1959), rivista fondata con Leonetti e Pasolini, suoi amici del tempo del liceo.

Qualche anno prima, nel 1952, Roversi dà alle stampe il volume Ai tempi di re Gioacchino, una raccolta di racconti ambientati in Calabria ai tempi della dominazione post-napoleonica. I testi furono scritti nell’estate del 1947 e nascevano dell’esigenza di raccontare l’esperienza della guerra appena vissuta – una guerra civile – attraverso la lente della storia, allontanandosi il più possibile dal neorealismo che “annebbia in un lucore un po’ polveroso il panorama delle cose appena patite”. Il libro viene stampato in pochi esemplari con il marchio della libreria antiquaria, viene notato da Leonardo Sciascia e da Vittorini, che convincerà Roversi a ripubblicare il libro nella sua Medusa (Mondadori) nel 1959 col titolo “Caccia all’uomo”.

Poi, nel corso di un quinquennio tra il 1959 e il 1963, Roversi pubblicherà altre opere di poesia, narrativa e teatro con Einaudi, Feltrinelli e Rizzoli, ed è conteso tra questi editori che gli riconoscono una forza espressiva e una capacità argomentativa e narrativa di prim’ordine. Ma proprio in quegli anni si affacciano sulla scena culturale italiana nuovi gruppi (I novissimi, Il gruppo 63) il cui operare induce Roversi – assieme ad un’altra serie di motivi – a una scelta di campo: decide di non pubblicare più con grandi sigle editoriali, ma di autoprodursi e diffondere ad uno ad uno i suoi lavori, attraverso la sua libreria. Questo per lanciare un segnale di attenzione verso un problema che Roversi ha percepito prima di tutti: il controllo – da parte di pochi potenti – dei grandi mezzi di comunicazione, anche in ambito culturale.

Da allora sono passati cinquant’anni e Roversi ha sempre tenuto fede alla sua scelta di campo: non ha mai partecipato a presentazioni o incontri pubblici né su suoi lavori né su quelli di altri; non ha mai più pubblicato con le grandi major del libro ma ha diffuso i suoi testi autoproducendoli o affidandoli alle cure di piccoli e battaglieri editori.

Ma la sua non è certo stata un’esistenza “al di fuori”; tutt’altro. La sua libreria ha accolto centinaia di giovani poeti e critici; la sua porta è stata sempre aperta alla discussione letteraria, poetica e politica con chiunque; ha scritto centinaia di presentazioni a libri, articoli per giornali e giornaletti; ha rilasciato interviste; ha scritto per il teatro e la canzone, collaborando con Lucio Dalla al più riuscito connubio tra testo d’autore e musica leggera della storia italiana.

Sicuramente la sua attività di “promotore culturale” e di intellettuale impegnato nel politico ha conosciuto nella modalità dell’autoproduzione al ciclostile la sua specificità più originale. Infatti l’idea di poter controllare direttamente anche il canale della produzione e distribuzione dei suoi lavori – senza dover quindi sottostare alle logiche di mercato – gli ha permesso di  far nascere decine di iniziative di free-press ante litteram, e attraverso queste di entrare in contatto con centinaia di giovani scrittori, poeti e intellettuali.

Nelle migliaia e migliaia di pagine di libri, di cataloghi di librerie, di quotidiani e settimanali che ha letto nei suoi quasi novant’anni, Roversi ha sempre cercato un messaggio, un’informazione per capire il mondo. E, possibilmente, cambiarlo.

Il sito www.robertoroversi.it che da oggi, giorno del suo novantesimo compleanno, inizia a essere accessibile su internet, nasce nel solco dell’attività che ha contraddistinto il lavoro di Roberto Roversi. Si tratta infatti di un sito che offre gratuitamente a chiunque lo desideri la possibilità di consultare (e leggere) tutta l’attività letteraria di Roversi: le poesie, i romanzi, i testi narrativi e teatrali, gli articoli per i quotidiani e le riviste, le canzoni, i saggi critici e i testi introduttivi. Una quantità impressionante di materiale che andrà a costituire un “archivio” assolutamente unico in Italia, soprattutto perché del tutto libero da ogni diritto d’autore. Si potrà infatti liberamente scaricare e leggere ogni tipo di testo.

Il lavoro, che presumibilmente durerà un paio d’anni, verrà svolto ricomponendo i testi che si trovano principalmente nell’archivio della famiglia e presso il comune di Pieve di Cento, ma anche cercando le centinaia, migliaia di persone che hanno avuto contatti con Roversi nei suoi settant’anni di lavoro – e per le quali lui ha scritto qualcosa – chiedendo di poter ricevere copia di quel materiale. Ogni giorno, nuovi testi si aggiungeranno al sito, che sarà quello che fu il ciclostile nella mani di Roberto Roversi: uno strumento di diffusione culturale, di possibilità di interazione.

Una sezione del sito è dedicata alle interviste rilasciate da Roversi, un’altra ai testi critici a lui dedicati (che sono centinaia…).

Anche l’attività della libreria Palmaverde sarà ricordata, mettendo in rete tutti i cataloghi di vendita (232) realizzati tra il 1948 e il 2004.

Il progetto è reso possibile grazie al sostegno di COOP Adriatica (che ricordiamo aver acquistato da Roversi il fondo editoriale e il marchio della Palmaverde) e dal Gruppo Unipol. La realizzazione è affidata alla casa editrice Pendragon, che da venti anni pubblica le opere di Roversi.

Dopo il “Foglio per Roberto Roversi” – realizzato dalle Edizioni Pendragon in collaborazione con il Comune di Bologna e messo in distribuzione il 14 dicembre scorso a tre mesi dalla morte del poeta, l’Amministrazione Comunale promuove con affetto questo significativo omaggio al grande poeta.

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draft # 06 – luglio 2012 

index:
michele zaffarano, da “piccole estinzioni quotidiane”
roberto cavallera, la fortuna a pagina 11
giorgia romagnoli, consequences of new generations
joel chace, itsstory, page 3
manuel micaletto, a vantaggio del vuoto, e consumo (quanto all’uso)
gherardo bortolotti, da “senza paragone”

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