Io penso che gli anni cinquanta erano il periodo più bello della nostra vita che io non c’ero ma mi ricordo e ma se io ci fossi stato oggi non direi così. Dico quanto sono belli perché il cinema americano ci ha invaso, c’è la guerra fredda e ci sono i russi che per i comunisti sono bravi e ci sono ancora i fascisti che però se ne stanno con la coda tra le gambe. Questa è una cosa bella, poi c’è la DC che però non fa schifo come ha fatto dopo con Andreotti Forlani il caf. La religione domina ancora le nostre teste ma si fa anche i cavoli suoi. Tutto può ancora accadere. Gli anni cinquanta, l’estetica dei miei sogni. Anni cinquanta, più cinema e meno tv. Anni cinquanta, anni poveri ma belli. Anni cinquanta, la gallina canta, lasciala cantare, la voglio maritare. Anni dell’Italia come meta delle vacanze dei soldati americani che avevano combattuto. Anni per niente snob, anni di felicità e povertà. E io non c’ero, forse per questo erano belli. Sono arrivato io e ho rovinato tutto. Ma ora però provvedo, lavoro per una restaurazione. Abbatto tutti gli edifici costruiti dopo il cinquanta. Rimando a casa tutti quelli che sono arrivati dopo il cinquanta, taglio tutti i capelli che sono cresciuti dopo il cinquanta, e riapro tutti i negozietti che hanno chiuso dopo i cinquanta. E coloro (colorizzo) tutti i film in bianco e nero degli anni cinquanta, anche Accattone che è del sessanta, anche Psycho che è del sessanta.
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mostra di salvatore vendittelli, a roma dal 2 al 4 settembre, nel contesto del festival ‘di là dal fiume’, quinta edizione, 2022
(su un libro di SV su CB:
https://slowforward.net/2022/08/03/salvatore-vendittelli-scenografo-per-carmelo-bene/)
notes on making: art, labor, and language in postwar rome | dr. katie larson
Magazzino Italian Art presents a four-part lecture series, Politics of Labor in Postwar Italian Art, curated by 2021-22 Magazzino Scholar-in-Residence Katie Larson.
In our first lecture, Notes on Making: Art, Labor, and Language in Postwar Rome, Dr. Katie Larson examined the role of art, labor, and language in the work of Emilio Villa, Alberto Burri, Giorgio Ascani (Nuvolo), Mimmo Rotella, and Jannis Kounellis. Villa—a poet and critic—served as the linchpin for this research. Throughout his career, he collaborated with and promoted the art of this diverse group of individuals. He found within their work ideas that mirrored his own artistic philosophy: namely, that poetry and art should not simply reflect the world but instead catalyze new [phonetic and material] realities. Emphasizing the labor of creative production, Villa sought to contribute to Italy’s reconstruction by making and supporting art that emphasized the artist’s role in society as an active agent for change.
salvatore vendittelli, scenografo per carmelo bene
In questa videointervista, lo scenografo Salvatore Vendittelli (che quest’anno sarà ospite del festival Di là dal fiume con la mostra Gli anni ’50 tra pop e concettuale, che si terrà fra il 2 e il 4 settembre) parla di Carmelo Bene e del libro che ha dedicato alla propria attività con lui tra il 1961 e il 1971:
https://www.aaccademia.it/ita/scheda-libro?aaref=48
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