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all'”esterno” dello spettacolo_ ovvero: contro il ritorno del retinico / differx. 2023

All’esterno dello spettacolo (come della “contemplazione” → anni ’70), forse il problema maggiore comparso con il Novecento nel suo svolgersi è stato proprio questo: il ritorno massiccio del retinico sotto forma di spettacolo. E, in ciò, forse è stato peggiore il secondo “monstrum”: quello appunto spettacolare (frontale, mai obliquo, mai mercuriale, sempre e solo figurativo, mai metamorfico, mai trasfigurativo o defigurativo).

Per questo, e qui dirò qualcosa di relativamente imprevedibile, non è possibile prendere troppo sul serio la stessa pratica dell’asemic writing così come è, per sé. (E peggio ancora in funzione di una ipotetica liberazione dalle pastoie del linguaggio, della semantica: mossa puerile, il più delle volte).

La scrittura asemica a mio modo di vedere ha senso se sottoposta a una sottrazione di percezione connotata, aisthesis, osservabilità-posa, calligrafia, moina, spettacolo.

Ma la sottrazione stessa, ancora, va pensata non in forma museale = daccapo vedibile/vendibile.

Questo è uno scoglio che credo la scrittura asemica debba osservare ed evitare, a vent’anni e più dalla sua “esplosione” come versante artistico diffuso, riconosciuto, condiviso.

contro lo stile: l’anti-comunicazione dei graffiti senza alfabeti e senza bei disegni (magari colorati)

graffiti art by runegraff

(C) by runegraff

A differenza di un buon numero di altre realizzazioni dello stesso artista, mi piace molto  questo murale  perché non ha nessuna intenzione comunicativa ‘normale’. Innanzitutto è complesso, è formato da numerosi elementi grafici, fitti, che hanno richiesto non poco tempo per essere organizzati: segno che l’autore si è impegnato coscientemente, intenzionalmente, a evitare i due classici clichés di tutti i graffiti.
Voleva cioè evitare tanto l’uso alfabetico o simil-afabetico quanto il bel disegno, magari colorato, la pittura.
Non si tratta cioè di un’opera lasciata a metà sul cammino verso la comunicazione alfabetica o …cromosemantica. Lavora su un proprio fronte, che è altro. (Ma non è nemmeno asemico).

Non fa calligrafia né del segno verbale né del segno pittorico. Né, a ben vedere, si caccia nei vicoli ciechi del trash neo-neoespressionista.
L’impressione è semmai quella di trovarsi davanti a una macchina-ragno, accattivante e insieme ostile, perfettamente disinteressata ai nostri canoni estetici.

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E non è un caso che due tra i vari tag contenuti nell’immagine siano @antistylers e @othersidegraff, ossie due luoghi di instagram dove il bel disegno e la bella (ma anche brutta) scrittura sembrano avere poco spazio.