Archivi tag: Corrado Costa

i primi due titoli di benway series

Corrado Costa_ http://benwayseries.wordpress.com/2013/04/26/corrado-costa-la-sadisfazione-letteraria-literary-sadisfaction-benway-series-1/

Michele Zaffarano_ http://benwayseries.wordpress.com/2013/05/25/zaffarano-cinque-testi-tra-cui-gli-alberi/

costzaff

https://www.facebook.com/BenwaySeries

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“la sadisfazione letteraria”, di corrado costa: news sul sito della biblioteca panizzi

grazie alla Biblioteca Panizzi anche per la generosa ospitalità offerta alla notizia della ripubblicazione del libro:

sadisfazione_sito_bibl_panizzi

http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=la%20sadisfazione%20letteraria&idSezione=563

info: http://slowforward.wordpress.com/2013/04/03/la-sadisfazione-letteraria-di-corrado-costa-_-in-edizione-bilingue/

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a breve: corrado costa @ ex.it _ con “la sadisfazione letteraria” in edizione bilingue, .it + .en

Nell’ambito di EX.IT  _  materiali fuori contesto
presso la Biblioteca Comunale “Pablo Neruda”
ad Albinea (Reggio Emilia), 12, 13 e 14 aprile 2013

[ https://www.facebook.com/events/153763721453659 ]

all’inizio di ciascuna delle tre giornate di letture, si dedicherà una particolare attenzione alla ripubblicazione – per la prima volta dopo più di 35 anni – di un testo centrale per una particolare scrittura di ricerca di secondo Novecento (e di oggi):

LA SADISFAZIONE LETTERARIA

di Corrado Costa

volume èdito da La Colornese – Tielleci nella nuova collana Benway
a cura di Michele Zaffarano
Mariangela Guatteri e Marco Giovenale

con traduzione in inglese
a cura di Paul Vangelisti

Costa_copertina_Sadisfazione_IT_   Costa_ copertina_Sadisfazione_EN_

Dalla quarta di copertina (1976):  Continua a leggere

“la sadisfazione letteraria”, di corrado costa _ in edizione bilingue

Corrado Costa, La sadisfazione letteraria Manuale per l’educazione dello scrittore.
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Corrado Costa, Literary Sadisfaction An Instructional Manual for Writers
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Un ringraziamento particolare va ad Amedea Donelli e alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia per la collaborazione e l’assenso a questa pubblicazione.
Special thanks to Amedea Donelli and The Panizzi Library (Reggio Emilia) for the precious help, and for allowing this publication.

La sadisfazione letteraria esce in edizione bilingue in un volume èdito da Tipografia La Colornese – Tielleci, per Benway Series, a cura di Michele Zaffarano, Mariangela Guatteri e Marco Giovenale.

Traduzione in inglese a cura di Paul Vangelisti.

Corrado Costa, La sadisfazione letteraria - Copertina (Benway Series)Corrado Costa, Literary Sadisfaction - Copertina (Benway Series)

Corrado Costa, La sadisfazione letteraria. Manuale per l’educazione dello scrittore
Corrado Costa, Literary Sadisfaction. An Instructional Manual for Writers
Edizione 2013 / 2013 Editions:
Benway Series, I – Tipografia La Colornese – Tielleci editrice, Colorno (PR)
© Biblioteca Panizzi – Reggio Emilia
© 2013 by Paul Vangelisti (for the translation)

€ 10,00

ISBN 978-88-98222-04-9
ISBN bar code 978-88-98222-04-9

richiesta informazioni
m(dot)guatteri(at)gmail(dot)com / zaffam(at)gmail(dot)com / mg_img(at)yahoo(dot)it / gmarzaioli(at)yahoo(dot)it

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Dalla quarta di copertina della prima edizione (1976):

Il linguaggio erotico parla di se stesso: M.me de Saint-Ange, protagonista della Philosophie dans le boudoir di Sade, disserta in termini erotici sulla letteratura e invita il letterato all’oltraggio. La pratica letteraria scopre, dopo il piacere del testo, l’orgasmo del testo. Il linguaggio violenta se stesso, si compiace, si lecca. Si ammira, si commenta, si racconta. La scrittura non vuole più riprodurre, né servire alla riproduzione. «Come un nero liquido spermatico» si sparge fuori dal tradizionale vaso destinato alla riproduzione del testo. La letteratura dell’orgasmo diviene l’orgasmo della letteratura. In questa «educazione del letterato», l’offesa alla politica della riproduzione esalta la produzione politica del discorso.

Prima edizione / First Edition: Corrado Costa, La sadisfazione letteraria, Cooperativa Scrittori, Roma, 1976

corrado costa: “la sadisfazione letteraria” (ristampa nella collana benway, 2013) in edizione bilingue, .it + .en

Nell’ambito di EX.IT  _  materiali fuori contesto
presso la Biblioteca Comunale “Pablo Neruda”
ad Albinea (Reggio Emilia), 12–14 aprile 2013

[ https://www.facebook.com/events/153763721453659 ]

all’inizio di ciascuna delle tre giornate di letture, si dedicherà una particolare attenzione alla ripubblicazione – per la prima volta dopo più di 35 anni – di un testo centrale per una particolare scrittura di ricerca di secondo Novecento (e di oggi):

LA SADISFAZIONE LETTERARIA

di Corrado Costa

volume èdito da La Colornese – Tielleci nella nuova collana Benway
a cura di Michele Zaffarano
Mariangela Guatteri e Marco Giovenale

con traduzione in inglese
a cura di Paul Vangelisti

Dalla quarta di copertina (1976):  Continua a leggere

per costa

da http://puntocritico.eu/?p=4341

Si può forse dire [attenuando: è mia cautelosa opinione sia non implausibile suggerire] che un po’ ovunque, verso la metà degli anni Sessanta, è successo qualcosa nel(la percezione del) linguaggio comune, quotidiano, che ha aperto un fronte pressoché nuovo nella poesia e nella prosa – e non solo nella scrittura di ricerca.

La parcellizzazione e le dissipazioni della (percezione della) solidità del soggetto, che ne facevano qualcosa di problematico o perfino insostenibile per gli autori della prima metà del Novecento, diventano il terreno ‘naturale’ dell’immaginazione nella seconda metà del secolo. (Quella di Chandos è così aria respirata poi da chiunque: letterato o meno).

Proprio mentre – nel secondo dopoguerra – alcuni decenni politicamente accesissimi declinano troppe certezze in termini di potere e sua distribuzione, tanta parte della poesia italiana (o per via di complessità o per via di linearità) mostra di prendere le distanze da ogni atteggiamento didascalico, parenetico. Dismette abiti egoticamente ‘crepuscolari’ ma sa tenere per fermo un “principio di esitazione” (Zublena) che non concede né al quotidiano né all’eccezionale di fissarsi in figura stagliata, e dunque “poetata”, cioè provvista di garanzie già codificate e statiche nella sensibilità ed esperienza di chi legge.

Gli autori – alcuni autori – congegnano e inventano materiali ricchissimi (e forme inedite, svincolate da molti schemi) senza pre-obbligare il lettore a identificarsi col loro sguardo, tantomeno col loro ‘ruolo’. E si rifiutano di proiettare sulla distanza che li separa dal lettore stesso l’ombra di una coesione che sanno (per tutti) inesistente. Se il corpo è un corpo-in-frammenti, l’incertezza dell’ombra è una grafia da reimparare a ogni pagina.

In questo, Corrado Costa ha rappresentato probabilmente una voce anzi la voce più divertita e affilata e persuasiva, nella scrittura italiana di quegli anni. (E dei nostri).

MG

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Riambientarsi ma anche difendersi


[scribd id=108100914 key=key-i9g5b7g6bf70s8f4u52 mode=scroll]

[nb: al momento non è possibile scaricare il pdf di questo documento: ne è prevista la sola lettura in rete]

§

i link in scribd sembrano non funzionare. li ripropongo qui di séguito:

[replay] _ corrado costa @ logosfere

Zonahttp://www.editricezona.it/thecompletefilms.htm

scheda pdfhttp://www.editricezona.it/pdf%20per%20la%20rete/LOGOSFERE.pdf

QuintaDiCopertinahttp://www.quintadicopertina.com/index.php?keyword=complete+films&Search=Cerca&Itemid=1&option=com_virtuemart&page=shop.browse&vmcchk=1&Itemid=56

cfr. anche: http://www.fattitaliani.it/index.php?mact=News%2Ccntnt01%2Cdetail%2C0&cntnt01articleid=7303&cntnt01returnid=102

da non dimenticare: CORRADO COSTA alla Biblioteca Panizzi:

http://slowforward.wordpress.com/2012/07/07/promemoria-il-titolo-lo-mettiamo-dopo-_-i-libri-dartista-di-corrado-costa-_-dal-7-luglio-a-reggio-emilia/

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[ … e su gammm: Vita di Lenin ]

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[replay] _ un’annotazione su corrado costa

da Punto critico (21 lug. 2012):

Si può forse dire [attenuando: è mia cautelosa opinione sia non implausibile suggerire] che un po’ ovunque, verso la metà degli anni Sessanta, è successo qualcosa nel(la percezione del) linguaggio comune, quotidiano, che ha aperto un fronte pressoché nuovo nella poesia e nella prosa – e non solo nella scrittura di ricerca.

La parcellizzazione e le dissipazioni della (percezione della) solidità del soggetto, che ne facevano qualcosa di problematico o perfino insostenibile per gli autori della prima metà del Novecento, diventano il terreno ‘naturale’ dell’immaginazione nella seconda metà del secolo. (Quella di Chandos è così aria respirata poi da chiunque: letterato o meno).

Proprio mentre – nel secondo dopoguerra – alcuni decenni politicamente accesissimi declinano troppe certezze in termini di potere e sua distribuzione, tanta parte della poesia italiana (o per via di complessità o per via di linearità) mostra di prendere le distanze da ogni atteggiamento didascalico, parenetico. Dismette abiti egoticamente ‘crepuscolari’ ma sa tenere per fermo un “principio di esitazione” (Zublena) che non concede né al quotidiano né all’eccezionale di fissarsi in figura stagliata, e dunque “poetata”, cioè provvista di garanzie già codificate e statiche nella sensibilità ed esperienza di chi legge.

Gli autori – alcuni autori – congegnano e inventano materiali ricchissimi (e forme inedite, svincolate da molti schemi) senza pre-obbligare il lettore a identificarsi col loro sguardo, tantomeno col loro ‘ruolo’. E si rifiutano di proiettare sulla distanza che li separa dal lettore stesso l’ombra di una coesione che sanno (per tutti) inesistente. Se il corpo è un corpo-in-frammenti, l’incertezza dell’ombra è una grafia da reimparare a ogni pagina.

In questo, Corrado Costa ha rappresentato probabilmente una voce anzi la voce più divertita e affilata e persuasiva, nella scrittura italiana di quegli anni. E dei nostri.

mg

 

scritture di ricerca: dopo il paradigma

Marco Giovenale

[…]

I. Per datare i cambiamenti: alcuni indizi

da una mail del 17 aprile 2012
a Jennifer Scappettone
[…]
I.0.
In questi giorni sto rileggendo Lacan, soprattutto Dei Nomi-del-Padre, e vado smontando e ricombinando (tenendo presente Rosselli) varie teorie o letture critiche, sulla base dei testi. Già quasi in incipit (p. 15 dell’edizione italiana a cura di A. Di Ciaccia, Einaudi 2006): «Vediamo […] che cosa succede quando un nevrotico giunge all’esperienza analitica. Comincia anche lui a dire delle cose. […] In un primo momento crede di dover fare lui stesso il medico e di dover informare l’analista. Va da sé che nella vostra esperienza quotidiana lo riporterete al suo piano, dicendogli che non si tratta di questo, ma di parlare, e preferibilmente senza cercare di mettere un ordine, di dare un’organizzazione, vale a dire senza cercare di mettersi, secondo un ben noto narcisismo, al posto dell’interlocutore».
È proprio quanto fa, secondo un ben noto narcisismo, lo scrittore che non intende ragioni e vuol stare con entrambi i piedi al di qua del cambio di paradigma. E vuole (sadicamente: impone di) essere seguito dal lettore sul proprio terreno di regole e gioco. Incede nella propria retorica e chiede a gran voce il patto di reciproca illusione tra autore e lettore. Come se tutto fosse fisso, come se Lord Chandos fosse seppellito per sempre, e tutto si desse chiaro, stabilito: identità dei parlanti, di chi ascolta, del mondo nominato, variabili e costanti della comunicazione, linguaggio, metri e stili, accordi pregressi di codici, tutto coeso, tutto senza domanda. Al limite, questo narciso non ha bisogno di interlocutori, d’altro canto il “pubblico della poesia” è fatto (quasi tutto) di narcisi come lui.  (Anch’essi auctores, non a caso).

I.1.

L’impressione è che da circa mezzo secolo noi tutti siamo fuori da un “paradigma”. In occidente, almeno. (Paradigma è vocabolo sentito alternativamente o troppo invadente o troppo poco inclusivo, eccessivamente blando; dunque lo si assumerà come signum arbitrario da variare; al momento lo uso come puro termine convenzionale, e provvisorio).

Se un cambio di paradigma c’è stato (perfino in Italia), di fatto ci troviamo adesso in un altro/differente (o entro una serie di altri), che invece appunto ci include e determina. Siamo (nati) in un diverso paradigma che include/informa percezioni reazioni relazioni nel contesto o panorama occidentale, e nei testi che vi si producono. Tutto o moltissimo è cambiato intorno a noi e in noi anche per via di quel che è stato scritto e sentito e percepito e fatto e detto dall’inizio degli anni Sessanta. A me sembra che si sia pienamente (e contortamente) dentro un mutamento, o mutazione avvenuta e ancora in atto: ci siamo letteralmente nati, è stato la nostra placenta.

Eviterei di parlare di Modernismo come di Postmoderno. Anche se parlare, invece, di paradigmi è quanto meno fumoso. Ma qui non scrivo un “saggio”; qui semmai si dà per avviata (con puntini di sospensione all’inizio e alla fine) una sequenza di ipotesi e domande, più che risposte; si ragiona operando su un terreno che il ragionamento stesso tenta di preparare a un viaggio verso definizioni in larga parte da elaborare.

I.2.

Il cambio di paradigma sembra essere iniziato al principio degli anni Sessanta. Rosselli scrive Spazi metrici nel 1962, Antonio Porta Aprire nel 1960-61, Corrado Costa le prime poesie sul «verri» in quegli stessi anni. (Ma gli esempi sarebbero dozzine). Esce nel giugno 1962 Opera aperta, di Eco.

Rosselli chiude e castra razionalmente/musicalmente il metro italiano forzandolo in SPAZI metrici, Antonio Porta raffigura sì un delitto (dalle annotazioni ad Aprire, testo che conclude I Novissimi), la cui vittima è una donna (che è immaginabile lui tema); ma, pur facendo così, smembra l’io proprio, parlante: è totalmente preso dal disintegrare e disinnescare sia il racconto sia l’io che narra la storia. Corrado Costa è già al dopo, è collocabile in una diversa percezione, una diversa modulazione di testualità. Questo in verità sarà evidente soprattutto al principio degli anni Settanta, con Le nostre posizioni (1972). Costa a me sembra la figura centrale di una specie di consolidamento di posizioni poetiche, insieme a Spatola e a tutta l’area di scritture (non necessariamente rapite dalla sirena metatestuale) che formavano la costellazione sfrangiata delle neoavanguardie e delle tante linee di ricerca in quegli anni (spesso riunite in riviste effimere, contraddittorie: tutte però significative di una situazione).

Quelli di Rosselli e Porta sono testi ben diversi da quelli che poteva scrivere Sanguineti tra 1951 e ’61. Molto lontani. Continua a leggere