Archivi tag: Gilles Deleuze

una formazione sociale qualsiasi… / gilles deleuze. 1974

Una formazione sociale qualsiasi ha sempre l’aria di funzionare bene. Non c’è motivo perché non funzioni. E tuttavia c’è sempre un lato attraverso cui avvengono delle fughe e per cui si disfa. Non si sa mai se il messaggero arriverà a destinazione. E più ci si avvicina alla periferia del sistema, più i soggetti si trovano presi in una specie di tentazione: o sottomettersi ai significanti, obbedire agli ordini del burocrate e seguire l’interpretazione del grande prete, o essere trascinati altrove, al di là, vettore folle, tangente di deterritorializzazione. Seguire una linea di fuga, diventare nomadi, emettere quelle che Guattari poco fa chiamava particelle asignificanti.

(Gilles Deleuze, Due regimi di folli, intervento del 1974, ripubblicato anche in Due regimi di folli e altri scritti. Testi e interviste 1975-1995.
Edizione italiana e traduzione a cura di D. Borca, Einaudi, Torino 2010, pp. 6-7)

“chaosmos” – garage cosmos, bruxelles

Sandro Ricaldone

CHAOSMOS
Garage Cosmos – Bruxelles
02 April – 01 May 2022

Pierre Albert-Birot, Art & Language (Michael Baldwin et Mel Ramsden), Jean-François Bory, Marcel Broodthaers, Bob Brown, Francesco Cangiullo, ‘Pascalino’ Cangiullo, Anne-Catherine Caron, Lewis Carroll, Henri Chopin, André du Colombier, Jean Crotti, Stephan Czerkinsky, Gilles Deleuze, Serge Vandercam et Christian Dotremont, Peter Downsborough, Marcel Duchamp, François Dufrêne, Alexandre Gherban, Jean-Pierre Gillard, Corrado Govoni, Raymond Hains, Ian Hamilton Finlay, Isidore Isou, James Joyce, Stéphane Mallarmé, Marcel Mariën, Filippo Tommaso Marinetti, E.L.T. Mesens, Bruno Munari, Paul Nougé, Paul Van Ostayen, Présence Panchounette, Dominique Rappez, Georges Ribemont-Dessaignes, Roland Sabatier, Alain Satié, Éric Satie, Jacques Spacagna, Tato, Oriol Villanova, Bernard Villers, Lawrence Weiner.

Influence of writers on the visual arts in the 19th and 20th centuries until today
The path which connects the artists in this exhibition traces a red thread, one described by Marc Partouche in his eponymous book La ligne oubliée (The Forgotten Line). These artists have most often escaped the vigilance of the general public. The end of the nineteenth century has seen the appearance of numerous pre-Dadaist art movements such as the Incoherents and other Fantaisistes, Fumistes, Hirsutes, Jarry and his pataphysics, La Bohème and its artists who have no artworks, but are not failed artists. Their presence is the anchor point for a new tradition and their manifestations are their contribution to the idea of a continuity in the forms of marginality and rupture in art. Our aim is to raise the incomprehension facing the unexpected, considered inappropriate positioning of the artists of the forgotten line to which this echoes a quote from Broodthaers, which reminded me of a recent email I received from Jacques André, who sent me the transcription of Broodthaers’s interview for the Robert Jones prize, which dates to the year 1974, of which here is an extract: Continua a leggere

su quale binario arriva il treno, e quando / differx. 2021

Alcune citazioni in corsivo da questo articolo  di Fabrizio Spinelli su RivistaStudio, e mie risposte o annotazioni:

Ci sono delle eccezioni, ovviamente, ma l’impressione è questa: che la poesia abbia smesso di vivere nel proprio tempo, di raccontare il proprio tempo, di cercare una forma adatta al proprio tempo – e che invece insista su problematiche unicamente formali, “poeticizzi” oppure al contrario esaurisca gli ultimi empiti di avanguardia, si richiuda in una lallazione autistica.

Insomma o in un’ampolla o nell’altra. Dalla clessidra non si esce, neanche quando ti capovolgono (e succede in continuazione).

La poesia, negli ultimi decenni (generalizziamo? Sì, generalizziamo), ha smesso di fare quello che tutta la poesia seria ha sempre fatto: cantare la condizione dell’uomo nel proprio tempo. E per un poeta nato negli anni ’70 o ’80 il problema non è secondario: come si fa? Come cantare l’ipermodernità capitalista, Amazon, il razzismo sistemico, le disuguaglianze sociali, l’ondata di femminicidi, come cantare Internet, i problemi di sostenibilità cognitiva del nuovo terziario diffuso, la crisi economica, Minecfrat, Tinder, la depressione, lo sport in tv?

Ma perché generalizzare? (E perché “cantare la condizione…”?; ma questa è un’altra faccenda).
Comunque, una botta di pubblicità biecamente autoreferenziale: “Le prose qui raccolte mostrano vicende e affermazioni al limite del surreale, e allo stesso tempo pienamente reali: parlano di alberi, democrazia, psicofarmaci, tasse, doppiaggio, Testaccio, corsi di chef, scatole nascoste, gente che ha il diritto di sapere, impiegati di banca in campagna, recintati. E poi ancora schermi, romanzi morali, mobili in vendita, Poseidone e altri dèi, microfoni e corrieri, locali di successo, per giovani, cantanti e carte di credito, YouTube, levrieri, interviste, e un generatore casuale di repubbliche” (https://ticedizioni.com/collections/chapbooks/products/la-gente-non-sa-cosa-si-perde-giovenale). (Avrò cantato una qualche condizione? Boh. O sarò stato lallante & autistico? Chissà).

Sono domande che ogni poeta dovrebbe farsi, prima di comporre l’ennesimo testo breve dal significato altamente elusivo o l’ennesimo collage asemico che risponda al concetto di schizofrenia dell’uomo moderno secondo Deleuze e Guattari

Se per “collage” si intende qualcosa che riguarda la poesia o il montaggio di versi leggibili, vedo che continua adamantina la confusione tra “asemic writing” e scrittura lineare (di ricerca, che ovviamente equivale a incomprensibile o pervicacemente estranea alla “condizione dell’uomo” contemporaneo).
Quella tra scrittura lineare e asemic writing è una confusione (certo involontariamente) fake che si può far risalire al 2013, e che ormai si è memizzata, è diventata un luogo comune. Va corretta, comunque, sennò proseguirà a diffondersi. (Lo so: non sarà corretta, e lo so: proseguirà a diffondersi). (Peace).

Disamina finita.

Beh, insomma…

Ora parliamo di Claudia Rankine

Thumbs up.

…lo sperimentalismo di Liv Hejinian e di altri poeti in odore di L=A=N=G=U=A=G=E…

Occhio, non “Liv”: è “Lyn” Hejinian. Un’occhiata a slowforward non guasta: https://slowforward.net/?s=hejinian. Hejinian, in ogni caso è stata tradotta per (conosciuta e fatta conoscere da) quegli oscuri antilirici punk di gammm nel 2007 ed è presente anche in forma cartacea dal 2012 grazie alla collana ChapBooks di Bortolotti e Zaffarano, insieme a una robusta flottiglia di autori (non solo langpo) stranieri e italiani che (teste Picconi), sono assai assai meno interessati a una diatriba fra lirici e sperimentali, rispetto ad altre distinzioni e ramificazioni. (Che non sempre tutti i critici condividono, ma questo è il bello della letteratura). (O sarebbe. Se qualcuno mai leggesse).

§

Citazione in explicit (che – sono certo – verrà data per scontata, e daccapo verranno non effettivamente letti gli autori che vi sono nominati):

[…]
Tarkos semplicemente descrive quello che vede. Non ci dice ciò che dovremmo vedere. Simile anche in questo a [Corrado] Costa, non ha firmato in nostra vece un accordo retorico in base al quale venga deciso come noi stessi interpreteremmo i dati di realtà (di cui ci parla): parla, [Christophe] Tarkos, di un oggetto e nient’altro, non proietta sulla distanza che ci separa da lui le regole secondo le quali dovremmo, noi che leggiamo, funzionare.

Osserviamo il primo dei Sette anacronismi – scelti dal più ampio Anachronisme, P.O.L., Parigi 2001 – tradotti da Michele Zaffarano nella collana ChapBook di Arcipelago (http://gammm.org/index.php/chap/).
[…]
Brani come quelli di Costa (così come potremmo prenderne dal Porta di Partita, o dal Balestrini di Tristano, da testi di Mariangela Guatteri o Andrea Inglese) vengono additati dal cipiglio di chi non ama la scrittura di ricerca come testi… complessi, addirittura malati di “strutturalismo”, nostalgici di Laborintus, indecifrabili: oscuri. Ci si può legittimamente domandare cosa ci sia di indecifrabile in Retro di Costa, o in Tarkos, o nel brano di Ida Börjel Una storia senza chiasso, dalla serie Europeiska Midjemått, tradotto dall’inglese da Gherardo Bortolotti (cfr. http://gammm.org/index.php/2009/04/16/da-europeiska-midjematt-ida-borjel-2001-ii/)
[…]

[ da https://puntocritico2.wordpress.com/2013/11/19/costa-volta-il-nastro-unorigine-delle-scritture-nuove/,
già in «il verri», n. 52, giugno 2013, pp. 178-182 ]

Ah il 2013! Che anno ragazzi!

§

Uhm, dimenticavo:
https://slowforward.net/2020/08/25/antonio-syxty-legge-lyn-hejinian/

e

Gherardo Bortolotti, La scoperta dell’america (2007):
https://slowforward.net/2007/09/19/g-bortolotti-la-scoperta-dell-america/

“se vai in libreria trovi Bonnefoy, non Tarkos, Espitallier, né tutti i nomi che gammm.org traduce (sono parecchi). trovi il beato beatificato beat, non Derksen, ma nemmeno Bernstein, Hejinian, Silliman, Watten…” (2009):
https://slowforward.net/2009/12/20/note-sulla-prosa-un-commento-da-nazione-indiana/

Settembre 2010:
https://slowforward.net/2010/09/08/9punti/

Nel 2013 (daccapo) quanti leggevano le finalmente tradotte Hejinian, DuPlessis, Quintane?
https://slowforward.net/2013/02/27/7marzo-roma-nuovi-chapbook-arcipelago/
Nota bene: “noi” (gli incomprensibili asemici punk) non presentavamo questi libri nel baretto sotto casa, ma nella Sala Capizucchi del Centro di Studi italo-francesi, a Roma, in piazza Campitelli 3, a due passi dal Campidoglio, grazie a Luigi Magno, di e per l’Università RomaTre. Come del resto si era fatto nel 2012 con numerosi autori lì chiamati per un convegno; e poi nel 2014 con la presentazione degli atti. La presenza di Gleize a Roma (per il convegno del 2012) aveva perfino riscosso l’attenzione dell’allora ancora esistente “Unità”, ma in quanto a presenza di pubblico diciamo che non avevamo avuto propriamente un effetto stadio. Senza contare che nei mesi o anni successivi l’esistenza degli oggettivisti vecchi e nuovi avrebbe suscitato nel giornalismo cartaceo (e nella critica allitterante) una favolosa ondata d’indifferenza, e in siti e blog tutt’al più si sarebbe avuta qualche puntura piccata e un prevedibile malumore di sottobosco.

Il reale arriva, arriva sempre. Sono gli italiani (alcuni) a restare seduti su un altro binario.

§ § §

_

deleuze, “lettere e altri testi” (giometti & antonello): da domani in libreria

… Mi permetta però di farle un solenne richiamo, se non le spiace. Non si lasci incantare né trascinare da me. Ho visto casi di persone che volevano diventare «discepoli» di qualcuno, e che avevano certo tanto talento quanto il «maestro», ma che ne sono usciti inariditi. E questa è una cosa terribile. Lavorare su di me comporta due grandi inconvenienti: primo, non la aiuterà nella sua carriera universitaria, il che forse non è l’essenziale, ma è comunque rilevante; e secondo, la cosa più importante: l’opera filosofica e poetica che l’attende non deve rischiare di rimanere ancorata alla mia.

Gilles Deleuze, Lettera a Arnaud Villani, dicembre 1981.

in Lettere e altri testi. Dal 1 luglio in tutte le librerie.

http://www.giometti-antonello.it/http://www.giometti-antonello.it/

seguire una linea di fuga

Una formazione sociale qualsiasi ha sempre l’aria di funzionare bene. Non c’è motivo perché non funzioni. E tuttavia c’è sempre un lato attraverso cui avvengono delle fughe e per cui si disfa. Non si sa mai se il messaggero arriverà a destinazione. E più ci si avvicina alla periferia del sistema, più i soggetti si trovano presi in una specie di tentazione: o sottomettersi ai significanti, obbedire agli ordini del burocrate e seguire l’interpretazione del grande prete, o essere trascinati altrove, al di là, vettore folle, tangente di deterritorializzazione. Seguire una linea di fuga, diventare nomadi, emettere quelle che Guattari poco fa chiamava particelle asignificanti.

(Gilles Deleuze, Due regimi di folli, intervento del 1974, ripubblicato anche in Due regimi di folli e altri scritti. Testi e interviste 1975-1995, Edizione italiana e traduzione a cura di D. Borca, Einaudi, Torino 2010, pp. 6-7)

pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (12) per riprendere alcuni temi di ex.it (e rieti)

Alcune pagine per riprendere temi di EX.IT (Albinea, aprile 2013, a cura di Giovenale, Guatteri, Marzaioli, Zaffarano) – sorti anche nel contesto di Poesia13 (Rieti, maggio 2013, a cura di ESCargot):

Premesse possibili :
Quattro categorie più una (2011) http://puntocritico.eu/?p=952
Una spiegazione (2013) http://slowforward.wordpress.com/2013/04/19/una-spiegazione-ex-it/
Romanzo “generalista” (2005) http://gammm.org/index.php/2007/05/02/opera-disfatta/
Mimesi/Benjamin (2012) http://puntocritico.eu/?p=4446
Costa (2012) http://puntocritico.eu/?p=4341
Deleuze (2008) http://slowforward.wordpress.com/2008/03/18/oggetto-soggetto/
Da un saggio in costruzione (2012) http://puntocritico.eu/?p=4397
glitches brew (2013) http://puntocritico.eu/?p=5089

Tre post su Porbou :
http://blogportbou.wordpress.com/2013/04/08/il-quarto-incluso/
http://blogportbou.wordpress.com/2013/05/15/draft-e-notille-su-alcune-scritture-di-ricerca/
http://blogportbou.wordpress.com/2013/05/16/post-scriptum-a-draft-e-notille-su-alcune-scritture-di-ricerca/

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per riprendere alcuni temi di ex.it (e rieti)

Alcune pagine per riprendere temi di EX.IT (Albinea, aprile 2013, a cura di Giovenale, Guatteri, Marzaioli, Zaffarano) – sorti anche nel contesto di Poesia13 (Rieti, maggio 2013, a cura di ESCargot):

Premesse possibili :
Quattro categorie più una (2011) http://puntocritico.eu/?p=952
Una spiegazione (2013) http://slowforward.wordpress.com/2013/04/19/una-spiegazione-ex-it/
Romanzo “generalista” (2005) http://gammm.org/index.php/2007/05/02/opera-disfatta/
Mimesi/Benjamin (2012) http://puntocritico.eu/?p=4446
Costa (2012) http://puntocritico.eu/?p=4341
Deleuze (2008) http://slowforward.wordpress.com/2008/03/18/oggetto-soggetto/
Da un saggio in costruzione (2012) http://puntocritico.eu/?p=4397
glitches brew (2013) http://puntocritico.eu/?p=5089

Tre post su Porbou :
http://blogportbou.wordpress.com/2013/04/08/il-quarto-incluso/
http://blogportbou.wordpress.com/2013/05/15/draft-e-notille-su-alcune-scritture-di-ricerca/
http://blogportbou.wordpress.com/2013/05/16/post-scriptum-a-draft-e-notille-su-alcune-scritture-di-ricerca/

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