Archivi tag: Lyn Hejinian

dear swedish academy [2nd message]

Dear Swedish Academy,

Lyn Hejinian, Susan Howe, Rachel Blau DuPlessis, Laura Moriarty, Rae Armantrout, Bernadette Mayer, Rosemarie Waldrop, Alice Notley, and let me add Jorie Graham.
Not to mention Liliane Giraudon, Anne Portugal, Hélène Cixous and (not a poet) Julia Kristeva.

Best regards
Marco Giovenale

storia-lampo della prima serie della collana ‘chapbooks’, edizioni arcipelago (milano, 2005-2015)

Nel 2005 nasce la collana ChapBooks, curata da Gherardo Bortolotti e Michele Zaffarano per le edizioni Arcipelago, di Milano, dirette da Luciano Duò. Questi i titoli stampati:

01. Marte ha bisogno di terroristi, di K. Silem Mohammad
02. 62 unità di prosa scritte da malato, di Rodrigo Toscano
03. Scusi, la strada per Pondicherry?, di Jean-Michel Espitallier
04. Davy Crocket o Billy the Kid avranno sempre un po’ di coraggio, di Olivier Cadiot
05. Numeri primi, di Marco Giovenale
06. Quello che si vede, di Andrea Inglese
07. Ma ci posso campare?, di Jeff Derksen
08. 7 anacronismi, di Christophe Tarkos
09. Nuovo paesaggio italiano, di Alessandro Broggi
10. SLM, di Roberto Cavallera
11. Alfabeto provvisorio delle cose, di Adriano Padua
12. Il canto secolare per un nomarca, di Emmanuel Hocquard
13. Plasma, di Barrett Watten
14. I cani dello Chott el-Jerid, di Andrea Raos
15. Voci di seconda fase, di Giulio Marzaioli
16. Bozza 111: arte povera, di Rachel Blau Duplessis
17. La foresta dei vantaggi, di Nathalie Quintane
18. La lunga impazienza, di Elisa Davoglio
19. Il secondo nome, di Mariangela Guatteri
20. Un pensiero è la sposa di cosa pensare, di Lyn Hejinian
21. Simmetrie degli spazi vuoti, di Mariasole Ariot
22
Manuale di ingegneria domestica, di Simona Menicocci

23. Costruzione di un animale, di Mario Corticelli
24. Come un [contro-soggetto] musicale, di Jean-Marie Gleize
25. Todestrieb, di Michele Zaffarano
26. Ritagli, di Bob Perelman
27. Angolo di imbardata IV, di Ben Lerner

La collana avviata nel 2005 presso Arcipelago (Milano) si interrompe nel 2015 in considerazione della cessazione dell’attività della casa editrice. Ma riprende le pubblicazioni con TIC (Roma) nel 2018, diversificandosi in ChapBooks e UltraChapbooks, oltre a dar vita alla parallela collana di critica letteraria Gli alberi.

§

Qui una versione rivista del testo di presentazione comparso su NazioneIndiana nel 2006:

Si tratta di piccoli libretti con testo a fronte, a basso prezzo, che presentano ognuno un testo di un autore straniero inedito in Italia. Mohammad e Toscano sono statunitensi, Espitallier, Cadiot e Tarkos francesi, Derksen canadese.
Alla base della collana c’è, principalmente, una curiosità personale. La voglia, ma forse anche il bisogno, di sapere che cosa succede in giro. C’è anche, però, il sospetto che, fuori dall’Italia, stiano succedendo molte cose che può essere interessante conoscere, fosse solo per una presa visione, per un aggiornamento sullo stato dell’arte.
Gli autori che presentiamo, in questo senso, non sono tanto il frutto di una ricerca sistematica, di uno studio più o meno approfondito di scene letterarie complesse e ricche di un dibattito critico e poetico le cui diverse fasi, in Italia, sono in gran parte ignote. Non lo sono in quanto non è quello dello studioso il ruolo che potremmo o vorremmo ricoprire. Gli autori (e gli altri, anche italiani, che li seguono e seguiranno se l’impresa della collana riuscirà a proseguire), sono per noi degli incontri fortunati, delle esperienze con cui confrontarci a partire dalle nostre esperienze, dalle nostre esigenze di autori e di lettori.
Nei nostri testi, ci siamo trovati a lavorare con alcuni strumenti e ci siamo chiesti chi si muoveva allo stesso modo, o magari in modi diversi a partire, però, da quegli stessi strumenti. Le nostre esigenze formali erano, insomma, quelle di misurarci con una letteratura di ricerca di respiro internazionale, con un lavoro sulla poesia anti-lirica (per usare un espressione forse troppo comoda, in effetti), con un uso, per esempio, della prosa o di materiale testuale preesistente. Tutto questo in vista di una letteratura che basasse le sue retoriche non sul riconoscimento dei “tratti poetici” di un testo (che ci dovrebbe riportare “poeticamente” il mondo) ma sull’esposizione dell’evidenza del testo stesso, della sua natura di aggregato, di installazione su pagina delle parole, e di senso “soggettivo” nel mondo.
Ci siamo rivolti all’estero non tanto per una presa di posizione o per un qualche provincialismo anti-italiano, ovviamente, ma per pura curiosità, per sapere come apparivano il testo e la letteratura da altre regioni del capitalismo neoliberista, della globalizzazione, della crisi del post-colonialismo. Perché sapevamo che molti stavano lavorando altrove e che quei molti non erano irraggiungibili.
A conti fatti, allora, per ora, abbiamo incontrato i testi che siamo riusciti a tradurre e pubblicare. Mohammad, ad esempio, che scansiona la rete attraverso i motori di ricerca, provocandola, per così dire, con stringhe di ricerca che la fanno coagulare in porzioni di testi, raccolte poi in pezzi costruiti sull’elenco come grande figura generale, che sostituisce la struttura dei versi, delle forme canoniche. Toscano, che lavora in modo simile, trovando nello scheletro sintattico, nelle costruzioni grammaticali che compongono le frasi, i periodi, una specie di nozione d’ordine per un materiale culturale diversissimo, pulviscolare, centrifugo. Espitallier, che con una visione ludica del testo sembra quasi fornirci una facile soluzione al problema del produrre senso, del leggere, dello scrivere, ma che in verità, di nuovo grazie all’elenco, all’accumulazione, disfa i nostri progetti di intelligenza a buon mercato. Cadiot, che riprende una sorta di spirito narrativo, appellandosi anche all’immediatezza dell’immaginario popolare, che corrode sottilmente, puntando sulla grammatica, sulle assenze nell’albero sintattico, per mostrarcene i chiaroscuri, per farci vedere come alla base di ogni nostra distrazione, ci siano le regole di buona (?) costruzione delle frasi.

[ G.B. e M.Z. ]

*
I volumetti della prima serie sono praticamente tutti esauriti, ma se ne può trovare ancora qualcuno presso TIC, in via Bertani 9, a Roma.

Ovviamente, una ricerca su OPAC/SBN permette di trovare quali sono leggibili in biblioteca, e dove.

_

su quale binario arriva il treno, e quando / differx. 2021

Alcune citazioni in corsivo da questo articolo  di Fabrizio Spinelli su RivistaStudio, e mie risposte o annotazioni:

Ci sono delle eccezioni, ovviamente, ma l’impressione è questa: che la poesia abbia smesso di vivere nel proprio tempo, di raccontare il proprio tempo, di cercare una forma adatta al proprio tempo – e che invece insista su problematiche unicamente formali, “poeticizzi” oppure al contrario esaurisca gli ultimi empiti di avanguardia, si richiuda in una lallazione autistica.

Insomma o in un’ampolla o nell’altra. Dalla clessidra non si esce, neanche quando ti capovolgono (e succede in continuazione).

La poesia, negli ultimi decenni (generalizziamo? Sì, generalizziamo), ha smesso di fare quello che tutta la poesia seria ha sempre fatto: cantare la condizione dell’uomo nel proprio tempo. E per un poeta nato negli anni ’70 o ’80 il problema non è secondario: come si fa? Come cantare l’ipermodernità capitalista, Amazon, il razzismo sistemico, le disuguaglianze sociali, l’ondata di femminicidi, come cantare Internet, i problemi di sostenibilità cognitiva del nuovo terziario diffuso, la crisi economica, Minecfrat, Tinder, la depressione, lo sport in tv?

Ma perché generalizzare? (E perché “cantare la condizione…”?; ma questa è un’altra faccenda).
Comunque, una botta di pubblicità biecamente autoreferenziale: “Le prose qui raccolte mostrano vicende e affermazioni al limite del surreale, e allo stesso tempo pienamente reali: parlano di alberi, democrazia, psicofarmaci, tasse, doppiaggio, Testaccio, corsi di chef, scatole nascoste, gente che ha il diritto di sapere, impiegati di banca in campagna, recintati. E poi ancora schermi, romanzi morali, mobili in vendita, Poseidone e altri dèi, microfoni e corrieri, locali di successo, per giovani, cantanti e carte di credito, YouTube, levrieri, interviste, e un generatore casuale di repubbliche” (https://ticedizioni.com/collections/chapbooks/products/la-gente-non-sa-cosa-si-perde-giovenale). (Avrò cantato una qualche condizione? Boh. O sarò stato lallante & autistico? Chissà).

Sono domande che ogni poeta dovrebbe farsi, prima di comporre l’ennesimo testo breve dal significato altamente elusivo o l’ennesimo collage asemico che risponda al concetto di schizofrenia dell’uomo moderno secondo Deleuze e Guattari

Se per “collage” si intende qualcosa che riguarda la poesia o il montaggio di versi leggibili, vedo che continua adamantina la confusione tra “asemic writing” e scrittura lineare (di ricerca, che ovviamente equivale a incomprensibile o pervicacemente estranea alla “condizione dell’uomo” contemporaneo).
Quella tra scrittura lineare e asemic writing è una confusione (certo involontariamente) fake che si può far risalire al 2013, e che ormai si è memizzata, è diventata un luogo comune. Va corretta, comunque, sennò proseguirà a diffondersi. (Lo so: non sarà corretta, e lo so: proseguirà a diffondersi). (Peace).

Disamina finita.

Beh, insomma…

Ora parliamo di Claudia Rankine

Thumbs up.

…lo sperimentalismo di Liv Hejinian e di altri poeti in odore di L=A=N=G=U=A=G=E…

Occhio, non “Liv”: è “Lyn” Hejinian. Un’occhiata a slowforward non guasta: https://slowforward.net/?s=hejinian. Hejinian, in ogni caso è stata tradotta per (conosciuta e fatta conoscere da) quegli oscuri antilirici punk di gammm nel 2007 ed è presente anche in forma cartacea dal 2012 grazie alla collana ChapBooks di Bortolotti e Zaffarano, insieme a una robusta flottiglia di autori (non solo langpo) stranieri e italiani che (teste Picconi), sono assai assai meno interessati a una diatriba fra lirici e sperimentali, rispetto ad altre distinzioni e ramificazioni. (Che non sempre tutti i critici condividono, ma questo è il bello della letteratura). (O sarebbe. Se qualcuno mai leggesse).

§

Citazione in explicit (che – sono certo – verrà data per scontata, e daccapo verranno non effettivamente letti gli autori che vi sono nominati):

[…]
Tarkos semplicemente descrive quello che vede. Non ci dice ciò che dovremmo vedere. Simile anche in questo a [Corrado] Costa, non ha firmato in nostra vece un accordo retorico in base al quale venga deciso come noi stessi interpreteremmo i dati di realtà (di cui ci parla): parla, [Christophe] Tarkos, di un oggetto e nient’altro, non proietta sulla distanza che ci separa da lui le regole secondo le quali dovremmo, noi che leggiamo, funzionare.

Osserviamo il primo dei Sette anacronismi – scelti dal più ampio Anachronisme, P.O.L., Parigi 2001 – tradotti da Michele Zaffarano nella collana ChapBook di Arcipelago (http://gammm.org/index.php/chap/).
[…]
Brani come quelli di Costa (così come potremmo prenderne dal Porta di Partita, o dal Balestrini di Tristano, da testi di Mariangela Guatteri o Andrea Inglese) vengono additati dal cipiglio di chi non ama la scrittura di ricerca come testi… complessi, addirittura malati di “strutturalismo”, nostalgici di Laborintus, indecifrabili: oscuri. Ci si può legittimamente domandare cosa ci sia di indecifrabile in Retro di Costa, o in Tarkos, o nel brano di Ida Börjel Una storia senza chiasso, dalla serie Europeiska Midjemått, tradotto dall’inglese da Gherardo Bortolotti (cfr. http://gammm.org/index.php/2009/04/16/da-europeiska-midjematt-ida-borjel-2001-ii/)
[…]

[ da https://puntocritico2.wordpress.com/2013/11/19/costa-volta-il-nastro-unorigine-delle-scritture-nuove/,
già in «il verri», n. 52, giugno 2013, pp. 178-182 ]

Ah il 2013! Che anno ragazzi!

§

Uhm, dimenticavo:
https://slowforward.net/2020/08/25/antonio-syxty-legge-lyn-hejinian/

e

Gherardo Bortolotti, La scoperta dell’america (2007):
https://slowforward.net/2007/09/19/g-bortolotti-la-scoperta-dell-america/

“se vai in libreria trovi Bonnefoy, non Tarkos, Espitallier, né tutti i nomi che gammm.org traduce (sono parecchi). trovi il beato beatificato beat, non Derksen, ma nemmeno Bernstein, Hejinian, Silliman, Watten…” (2009):
https://slowforward.net/2009/12/20/note-sulla-prosa-un-commento-da-nazione-indiana/

Settembre 2010:
https://slowforward.net/2010/09/08/9punti/

Nel 2013 (daccapo) quanti leggevano le finalmente tradotte Hejinian, DuPlessis, Quintane?
https://slowforward.net/2013/02/27/7marzo-roma-nuovi-chapbook-arcipelago/
Nota bene: “noi” (gli incomprensibili asemici punk) non presentavamo questi libri nel baretto sotto casa, ma nella Sala Capizucchi del Centro di Studi italo-francesi, a Roma, in piazza Campitelli 3, a due passi dal Campidoglio, grazie a Luigi Magno, di e per l’Università RomaTre. Come del resto si era fatto nel 2012 con numerosi autori lì chiamati per un convegno; e poi nel 2014 con la presentazione degli atti. La presenza di Gleize a Roma (per il convegno del 2012) aveva perfino riscosso l’attenzione dell’allora ancora esistente “Unità”, ma in quanto a presenza di pubblico diciamo che non avevamo avuto propriamente un effetto stadio. Senza contare che nei mesi o anni successivi l’esistenza degli oggettivisti vecchi e nuovi avrebbe suscitato nel giornalismo cartaceo (e nella critica allitterante) una favolosa ondata d’indifferenza, e in siti e blog tutt’al più si sarebbe avuta qualche puntura piccata e un prevedibile malumore di sottobosco.

Il reale arriva, arriva sempre. Sono gli italiani (alcuni) a restare seduti su un altro binario.

§ § §

_

promemoria, oggi, 7 marzo, a roma: presentazione dei nuovi chapbook arcipelago

a Roma, OGGI, giovedì 7 marzo, ore 17:00
presso la Sala Capizucchi del Centro di Studi italo-francesi
(piazza Campitelli 3)

presentazione dei 6 nuovi titoli della collana ChapBook (Ed. Arcipelago),
diretta da Gherardo Bortolotti e Michele Zaffarano
http://gammm.org/index.php/chap
https://www.facebook.com/events/139923536176118

chaps

Mariasole AriotSimmetrie degli spazi vuoti

Elisa DavoglioLa lunga impazienza

Rachel Blau DuPlessisBozza 111: arte povera
(trad. di Renata Morresi)

 Mariangela GuatteriIl secondo nome

 Lyn HejinianUn pensiero è la sposa di cosa pensare
(trad. di Marilena Renda, Gherardo Bortolotti, Michele Zaffarano)

Nathalie QuintaneLa foresta dei vantaggi
(trad. di Michele Zaffarano)

:

incontro a cura di
Luigi Magno

presentazione di
Giulio Marzaioli

introduzioni a cura di
Marco Giovenale, Luigi Magno, Renata Morresi

letture di
Elisa Davoglio, Mariangela Guatteri, Sara Ventroni

§

http://gammm.org/index.php/chap/

https://www.facebook.com/events/139923536176118/

_

7 marzo, roma, presentazione dei nuovi chapbook arcipelago

Roma, giovedì 7 marzo, ore 17:00
presso la Sala Capizucchi del Centro di Studi italo-francesi
(piazza Campitelli 3)

presentazione dei 6 nuovi titoli della collana ChapBook (Ed. Arcipelago),
diretta da Gherardo Bortolotti e Michele Zaffarano
http://gammm.org/index.php/chap
https://www.facebook.com/events/139923536176118

chaps

Mariasole AriotSimmetrie degli spazi vuoti

Elisa DavoglioLa lunga impazienza

Rachel Blau DuPlessisBozza 111: arte povera
(trad. di Renata Morresi)

 Mariangela GuatteriIl secondo nome

 Lyn HejinianUn pensiero è la sposa di cosa pensare
(trad. di Marilena Renda, Gherardo Bortolotti, Michele Zaffarano)

Nathalie QuintaneLa foresta dei vantaggi
(trad. di Michele Zaffarano)

:

incontro a cura di
Luigi Magno

presentazione di
Giulio Marzaioli

introduzioni a cura di
Marco Giovenale, Luigi Magno, Renata Morresi

letture di
Elisa Davoglio, Mariangela Guatteri, Sara Ventroni

§

http://gammm.org/index.php/chap/

https://www.facebook.com/events/139923536176118/

_

the fall convergence on poetics

http://www.uwb.edu/mfa/fallconvergence