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alcuni materiali per ex.it

Credo che alcuni materiali, in particolare, diano indicazioni definite/delineate, per una ricognizione del lavoro che ha condotto ad EX.IT (e che *è* [in] EX.IT). Ecco perché segnalo in particolare, oltre ai link usciti fin qui, alcuni post. Specie – per una sintesi veloce – i seguenti tre :

Renata Morresi legge Ron Silliman, Sunset Debris:
http://eexxiitt.blogspot.it/2013/09/ron-silliman-letto-da-renata-morresi.html

Ron Silliman, La frase nuova (su scribd e in pdf):
http://puntocritico.eu/?p=5882

La riflessione di Andrea Inglese, Verso una letteratura generale (qui solo annunciata) è su Nazione indiana:
http://www.nazioneindiana.com/2013/09/16/verso-una-letteratura-generale-riflessioni-a-margine-del-progetto-ex-it/

(e, volendo:

http://eexxiitt.blogspot.it/2013/05/michele-zaffarano-exit-il-video.html

http://eexxiitt.blogspot.it/2013/09/andrea-inglese-exit-il-video.html

http://eexxiitt.blogspot.it/2013/05/jean-marie-gleize-exit-il-video.html)

 

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pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (19) poche ingenuità su “dopo il simbolico”

e se si stesse passando da una fase antropologica di pensiero simbolico a una fase connotata da un altro tipo di pensiero?

ovviamente nel macro-contenitore |il simbolico| sto facendo passare o entrare e stare cose che non sono strettamente legate al simbolo, ma anche alle – differenti – tracce e forme e modi del paragone, dell’allegoria, genericamente, così come dei vettori che capovolgono o problematizzano (o allontanano da) quella corrispondenza o possibilità di corrispondenza: quindi la dissimmetria, l’antitesi, la differenza stessa –

volendo: il duale

e – con questo – l’implicito cursore che all’interno di una visione/visualizzazione di un duale si mette in movimento, facendo spola e costruendo non solo ponti ma direzioni terze, quarte, ennesime.

ora: se questo movimento cursorio fosse “in crisi”? (una crisi più profonda di quella che evidentemente gli dà comunque già fondamento?) (dato che pensare un cursore pacificato è pensare un ossimoro).

allora: se questo momento ancora animale nell’anthropos stesse mutando pelle, staccandosi da sé? se non ci fossero più arnie da cui ronzare fuori, cellette in cui tornare?

domanda, allora:

se stessimo superando [o arrivando al lento affioramento di una qualche forma di coscienza normale e serena del fatto che abbiamo già superato] forse non il simbolico e il duale, o l’abbinante, ma l’implicita richiesta di 1 che è in ogni 1 che entra in relazione con un 2?

ossia: la percezione il pensiero le persone in generale si trovano forse a oltrepassare – in una fase recente di storia – la proiezione (o il meccanismo proiettivo) che fa sì che l’1 rilanci sé, come 1, in un 2 che lui stesso così si precostruisce, si prearreda, e di cui organa fin le ultime minime fibre di feedback?

come sarebbe il testo di qualcuno che non riuscisse (più) a concepire l’altro, l’opposto, il differire stesso, e gli oggetti e le persone attorno come specchio e raddoppiamento? non riuscendo né mirando in nessun modo dunque a dar loro lo statuto di testimonianza del medesimo?

non mina, questo, il duale? meglio: non mina il mimare?

tutto questo non fa forse sì che il soggetto dell’inconscio smetta di cercarsi & credere di trovarsi un ego (a propria – presunta – immagine e somiglianza) appropriato? non arriverà allora, questo soggetto, a poter gettare in lingua le cose non più come lui se le figura, ossia non come somiglianze orme calchi utili (o inutili) bensì come naturalmente sono, cioè come alterità integrali e staccate e integralmente prive di rapporto rassicurante (o meno) con lui e con il suo esprimersi?

non sarà restio a (anzi alieno in tutto dal) dare alla propria voce già il timbro di quella costruzione egotica che lui medesimo vuole l’altro intraveda? non sarà talmente lontano dal millantarsi solido e coeso, da lasciare del tutto all’altro-come-altro la (non più) propria voce?

non sarà sempre improprio, inopportuno?

non sarà in grado di sostenere la voce degli oggetti, di lasciare agli oggetti lo spazio del linguaggio?

pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (18) la traccia verde e il fissatigre

tracciaQuella qui riprodotta è una delle fotografie che, mostrate in sequenza, costituivano la sigla d’apertura dello sceneggiato tv La traccia verde, 1975. Bisogna immaginare una sigla intera tutta strutturata, o meglio destrutturata, o forse sospesa, in questo modo. Semplici fotografie, in una sequenza che durava oltre un minuto, accompagnata da una musica straniante di acuti (moog?).

Sigla pensabile oggi? A mio avviso no. In ogni caso, ho ritrovato abbastanza recentemente lo sceneggiato, che decisamente non è tra i migliori trasmessi in quegli anni dalla Rai, e che tuttavia mi ha dato occasione di riflettere una volta di più sulla costituzione e percezione di ombra, di non detto, di inesplicito, di latenze narrative, di indugio, attesa, che a far tempo dagli anni Sessanta e Settanta erano non l’eccezione elitaria ma quasi le regole della comunicazione generale, collettiva, delle cose, o almeno ‘potevano’ esserlo, visto che perfino la tv di massa (lo sceneggiato, appunto) ascriveva ombre e tempi dilatati e latenze, ampiamente, al linguaggio e al silenzio condivisi, e infine arrivava a registrarle nella rubrica della massima diffusione popolare.

Intendo suggerire che la percezione normale delle cose ‘comprendeva’ (= capiva, e includeva) la latenza, il non – interamente – detto, esplicitato, spiegato. E l’indugio.

Detto lateralmente, sommessamente: non tutti – nella generazione che ha formato il proprio linguaggio e le proprie visioni e ossessioni già negli anni Ottanta – possono forse dire la stessa cosa. Con la fine degli anni Settanta, almeno al livello della cultura diffusa, le cose cambiano profondamente. Alcune trasmissioni televisive, poi anche radiofoniche, e alcuni autori, alcune ricerche, non possono proprio materialmente più avere spazio, e spazio di ascolto ed espressione.

Il tipo di retoriche e di strutture, e di dissipazione di strutture, cambia dalle radici. Non si verifica più che uno spettatore si trovi di fronte a lunghissimi piani sequenza muti, nella tv generalista. Una sigla di un minuto intero fatta di foto o fermoimmagini di piante (come nello sceneggiato citato), diventa economicamente impensabile per la televisione della fine del millennio. (Parlo non di una sola sigla, ma di molte, strutturate in modo analogo, lungo l’arco che arriva a coprire interamente gli anni Settanta).

E dunque: quando lo stesso individuo che nel 1975 a sei anni vedeva La traccia verde si trova nel 1983 (ora a quattordici) a leggere Julio Cortázar, bisogna capire che oggettivamente ‘non può’ non sentirsi a casa. Non può non ritrovare parte della propria identità in racconti come Il fissatigre, o Casa occupata, o nelle vicende dei cronopios e dei famas. Non può non sentire vacue e fuori luogo, per non dire cretine, le domande che alcuni gli fanno e si fanno, circa il ‘perché’ di certe narrazioni cortazariane, circa il loro “significato”.

(Amici, replica, che senso ha la vita? Avete sempre bisogno di didascalie? Non campate senza? Non ne scrivete voi stessi, sempre, semplicemente vivendo?)

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per leggere jean-marie gleize (serie di link)

Jean-Marie Gleize: link a pagine in rete

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http://gammm.org/wp-content/uploads/2008/01/gleize-bisogna-dire-il-nome-delle-cose.pdf

http://gammm.org/index.php/2007/06/11/la-poesia-e-fatta-da-tutti-jean-marie-gleize-1995/

http://gammm.org/index.php/2006/07/28/il-sonetto-come-mistero-formale-jean-marie-gleize-1999/

http://www.scribd.com/doc/71633828/Jean-Mariegleize

http://www.lietocolle.info/upload/ulisse_7_8.pdf (pp. 187-189)

http://www.filosofia.unimi.it/itinera/mat/testi/poesia/zaffaranom_prose.pdf

http://remue.net/spip.php?article2587

http://www.poetenladen.de/lyrik-konferenz-jean-marie-gleize.htm

http://www.erudit.org/revue/etudfr/1991/v27/n1/035839ar.pdf

http://www.theatredeprivas.com/pdf/expositions/documents-archive/2011-gleize-et-cie_dp.pdf

http://www.revue-secousse.fr/Secousse-08bis/Vargaftig/Sks08bis-Gleize-Sans-preuves.pdf

http://www.academia.edu/3474918/Jean-Marie_Gleize_Lun_et_lautre_Luno_e_laltra

http://anfratture.wordpress.com/2013/04/21/jean-marie-gleize-l-un-et-l-autre/

 

Con Pellet:
http://www.derives.tv/IMG/pdf/une_phrase_non-photographiable_derives.pdf

 

La sua pagina su CipMarseille:
http://www.cipmarseille.com/auteur_fiche.php?id=696

 

Video della lettura @ EX.IT (apr. 2013), in francese e in italiano:
http://eexxiitt.blogspot.it/2013/05/jean-marie-gleize-exit-il-video.html

 

Alcune note sulla rivista “Nioques”:
http://revuenioques.blogspot.it/2010/01/nioques-pourquoi-et-comment.html

  Continua a leggere

an appreciation of flarf / sharon mesmer. 2013

http://www.chicagoschoolofpoetics.com/2013/putting-down-my-burger-to-kick-in-the-door-an-appreciation-of-flarf/

Putting Down My Burger To Kick In the Door: An Appreciation of Flarf / Sharon Mesmer. 2013

A few excerpts (quotes): Continua a leggere

corrado costa: benway, zona, verri

Corrado Costa, La sadisfazione letteraria / Literary Sadisfaction, Benway Series 1, Tielleci, 2013 (bilingual version, thx to P.Vangelisti: .en + .it)
http://benwayseries.wordpress.com/2013/04/26/corrado-costa-la-sadisfazione-letteraria-literary-sadisfaction-benway-series-1/

&

Corrado Costa, The Complete Films and Other Texts, Logosfere, Editrice Zona, 2012 (bilingual version, thx to P.Vangelisti: .en + .it)
http://www.editricezona.it/thecompletefilms.htm

&

Fascicolo monografico su Corrado Costa, “il verri” n. 52
http://slowforward.wordpress.com/2013/06/14/il-nuovo-fascicolo-del-verri-su-corrado-costa/
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 http://www.scribd.com/doc/147848951/Copertina-e-indice-verri-52

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alcuni saggi e testi critici su Costa: http://puntocritico.eu/?tag=corrado-costa

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ch. hanna su gammm

Su gammm, nella collana kritik, un saggio di Christophe Hanna: Poesia azione diretta. Contro una poetica del gingillo, tratto da Poésie action directe, uscito per le Éditions Al Dante nel 2003. Il saggio presenta un’analisi del fatto poetico che si distacca dalla tradizione formalista e parte dalle proposte testuali dei nuovi autori francesi. Si può scaricare il file pdf (192 KB) qui o qui.

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pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (11) non assertività, zaffarano, broggi, cinque testi

http://puntocritico.eu/?p=5583

http://benwayseries.wordpress.com/2013/06/24/alessandro-broggi-su-cinque-testi-tra-cui-gli-alberi-piu-uno/

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pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (6) anche ad reinhardt nel 1947

ar1947

http://stoppingoffplace.blogspot.it/2013/02/ad-reinhardt-how-to-look.html

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