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Sandro Ricaldone
MARIO PERNIOLA
Tiresia contro Edipo
Vite di un intellettuale disorganico
a cura di Enea Bianchi
Il Melangolo, 2021
La prossima settimana uscirà l’autobiografia postuma di Mario Perniola per Il Melangolo.
Un testo che raccoglie gli ultimi e drammatici sforzi intellettuali di un filosofo che si è improvvisamente ritrovato con poco più di un anno di vita. A partire dal novembre 2016 Mario Perniola inizia ad aprirsi e ad aprire gli angoli più intimi della propria esistenza, modellando e ricombinando contesti geografici, avventure erotiche, teorie estetiche, aneddoti e amicizie. 86 intensi capitoli in cui arte, letteratura e vita si danno come una cosa sola, “in guerra con il mondo intero ma a cuor leggero”.
Martedì 1 giugno, ore 18:00 – Un incontro webinar su OperaViva Magazine. Con Alfonso Amendola, Nicolas Martino, Ilaria Bussoni, Viviana Vacca, Giovanna Chicca Ferrara, Peppe Il Console.
Per seguire l’incontro: https://urly.it/3d762
(si accede con Microsoft Teams)
Torna finalmente in stampa Estetica. Uno sguardo-attraverso.
La nuova edizione del testo, arricchita da una bella e importante introduzione di Stefano Velotti, inaugura la nuova collana di Estetica “Guardare attraverso”, diretta da Dario Cecchi per Castelvecchi editore.
Non si tratta, semplicemente, di un omaggio a un grande maestro. Ancora oggi, a distanza di quasi trent’anni dalla sua pubblicazione, Estetica. Uno sguardo-attraverso rappresenta infatti un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli studiosi di estetica. Un testo che merita di essere letto, riletto, studiato e discusso.
(facebook.com/story.php?story_fbid=10157686781982212&id=644982211)
LUM presenta:
Ne discutono con l’autore:
Marco Mazzeo, Francesca Piazza, Francesco Raparelli
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Il verbo avere risiede al cuore del nostro linguaggio. Diciamo continuamente che gli esseri umani hanno pensieri, desideri, dolori, esperienze, beni, paure. Ma che cosa intendiamo? Quali implicazioni nascondono queste frasi così familiari? Ce lo spiega Paolo Virno, che partendo dal verbo avere ci guida in un viaggio denso e suggestivo all’interno della natura del linguaggio, chiave privilegiata per comprendere poi quella dell’uomo. Muovendo da una verità fondamentale: chi possiede qualcosa non è mai un tutt’uno con la cosa posseduta. Se anzi possiamo avere qualcosa, è proprio perché non siamo quella cosa. L’animale umano non coincide mai del tutto con l’insieme di facoltà, disposizioni ed esperienze che possiede, e che lo distinguono dagli altri viventi. Questa «scissione» ci consente di riflettere su noi stessi, su ciò che pensiamo e facciamo, e di avere quindi una coscienza. Ma anche di essere liberi: non essendo un tutt’uno con la nostra vita, né con nessuna delle nostre capacità, possiamo decidere che cosa farne. Abbandonare ciò in cui non ci riconosciamo più, e desiderare ciò che non abbiamo ancora – un amico intimo, un lavoro più gratificante, una comunità di cui sentirci parte. Proprio perché l’uomo partecipa di molte cose (pensieri, progetti, relazioni) senza coincidere con nessuna di queste, il verbo avere è il termine che incarna perfettamente la sua natura relazionale, sempre in comunicazione con l’altro da sé. E Virno è maestro nel raccontare le tante voci di questo dialogo.