La chiusura di Al Jazeera in Israele da parte del governo israeliano è un provvedimento ovvio entro quella logica di potere che guida l’operazione di Gaza, in quanto Al Jazeera è la principale documentatrice delle atrocità commesse dagli israeliani e ha impedito con la sua attività che l’apparato mediatico occidentale ne tacesse; tardivo perché ormai nel mondo è del tutto chiaro quale sia la natura della rappresaglia israeliana contro la popolazione palestinese tenuta prigioniera a Gaza; maldestro perché mette in crisi la narrazione dell’Israele democratica nell’Occidente democratico dal momento che tutte le decisioni sono state prese da un governo di unità nazionale con l’avvallo degli Stati Uniti e dei principali paesi europei. Questo provvedimento è sintomatico di quello che potremmo chiamare la crisi del linguaggio orwelliano del potere americano: come noto, in 1984 il potere che promuove la guerra e l’odio parla sempre di pace e di amore. Ora la falsità di questo linguaggio emerge a occhio nudo, non occorre essere tra i pochi che analizzano in profondità le cose, ma è la narrazione stessa a non potere essere più credibile, Questa a sua volta significa che il potere non ha più spazio di manovra e di mediazione per costruire consenso e diffondere menzogne credibili, ma può reggersi soltanto sul terrore.