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“hanno paura di me!”: film su giancluca lerici / prof. bad trip (di Andrea Castagna e Carmine Cicchetti)

Versione integrale del documentario Hanno paura di me! Sanno che sono Punk e che vengo da Canaletto su Gianluca Lerici, il Prof. Bad Trip. Documentario di Andrea Castagna e Carmine Cicchetti. Interviste, immagini di repertorio, scritti inediti di Gianluca. Il documentario ripercorre la vita di Gianluca, le sue passioni, il suo modo di essere, la sua musica, la sua arte.

martedì 29, dalla nuova sede del teatroinscatola (al mattatoio): sound box

dal Mattatoio (Roma) :
SOUND BOX
(di Teatroinscatola)

SAFE AND SOUND
a cura di Caterina Tomeo
29 dicembre 2020
dalle ore 12 alle ore 18

>>> Diretta streaming su Facebook Teatroinscatola e canale You Tube Teatroinscatola

ore 12 diretta live, Ma 間 (2020) installazione sonora di Fabio Perletta e Luigi Turra,
a seguire incontro con Fabio Perletta, Luigi Turra e
Daniela Gentile (ricercatrice dello Spatial Sound Institute di Budapest);
interventi di Paolo Coteni, Francesco Cuoghi e Gabriel Maldonado ….

ore 15 installazione sonora > Metamorfosi nel tempo (2020) dei compositori Giovanni Costantini e Paolo Gatti, dell’artista visivo Francesco Casanova e del musicista Luca Sanzò alla viola (Master in Sonic Arts, english version – University of Rome Tor Vergata)

ore 17 installazione sonora Il suono rubato – Rituale Elettroacustico – di Federico Placidi (violoncello ed elettronica) e Simone Pappalardo (Macchine sonore e Physical Computing)

facebook.com/story.php?story_fbid=3502960999758882&id=731348310253512

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luca venitucci @ accademia d’ungheria, 28 apr 2018, per il festival “concreta 1 – festapoesia”

Luca Venitucci: una parte dell’improvvisazione sonora del 28 aprile 2018 all’Accademia d’Ungheria (per Concreta1 – Festapoesia, a cura di Istvan Puskas, Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi)

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chi volesse consultare il catalogo del festival, pubblicato da Diacritica, può trovarlo a questo link:
gammm.org/2019/04/04/concreta1-in-diacritica-2018/
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da sabato 31: garutti, curran, spaziani @ loreto aprutino

No Man’s Land Foundation
presents
a permanent site-specific installation by


Alberto Garutti
and sound installations by
Alvin Curran and Donatella Spaziani
 
Saturday 31st October 2020 11:30 am
No Man’s Land, Contrada Rotacesta
Loreto Aprutino (PE), Italy


in collaboration with the Department of Architecture of the “G. d’Annunzio” University of Chieti-Pescara
curated by Zerynthia Association for Contemporary Art OdV

As in the forest individual trees, through complex relations, create a constant equilibrium between themselves, so in No Man’s Land the artistic installations, albeit pronouncing themselves singularly, coexist alongside each other in this “land of imagination open to all.” Yona Friedman


No Man’s Land Foundation will present, on Saturday 31st October at 11.30 am, the permanent site-specific installation by Alberto Garutti, entitled “tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora” (“all the steps I have taken in my life have led me here, now”). The piece consists of a stone slab from Majella placed in a field, upon which is inscribed that sentence which anyone can make their own. Installed in various cities since 2004, it creates each time invisible relationships and trajectories between the different places.
The Foundation, moreover, will present two sound installations:
“Gardening with John 1.1”, 2006, by Alvin Curran, a tribute to his friend John Cage using recordings made in the artist’s New York loft and samples of his well-known laugh.

latenze e spazi: un salto fra due tempi (filippo de pisis, marco ariano)

 
Le opere di De Pisis, che – sia chiaro – assai mi garbano, hanno anche qualcosa di angoscioso o comunque sorprendente e intenzionalmente “infantile” nella tecnica. Scherzando si direbbe che dipinga sempre con l’ultimo grammo di colore rimasto nel tubetto; con il pennello quasi secco. Osservazione fin troppo trita.
Riflettendo: questo modo di operare, che sembra semplicissimo, chiede e crea degli spiragli nel suo lavoro, dei vuoti sulla superficie pittorica. Superficie che – restando rappresentazione – si fessura, si incrina. Come se vedesse la materia per quello che è: un aggregato di mancamenti, di latenze, di spazi tra atomi.
I contorni cancellano gli sfondi, il cielo. Sono quasi aure (anti-mistiche). Il greve dei corpi e delle cose si sfalda, si punteggia di particole di non detto. (Non si può non immaginare in questa maniera di dipingere una velocità estrema del tratto, più intensivo che intenso. Per De Pisis approfondire vuol dire sorvolare in apparenza). (Doppia accezione di “in apparenza”).
Faccio un mostruoso e arbitrario salto di anni e di area, e penso al colpo trattenuto nella tecnica percussiva di Marco Ariano. (Appena posso pubblico in rete una mia annotazione su di lui uscita circa sei anni fa sul “verri”, dopo l’esperienza 2013 di “EX.IT – Materiali fuori contesto”).
Si tratta di un atto (non un’azione). Positivo e sottrattivo insieme. Va ‘visto’ e non solo ascoltato. Sta per essere e si trattiene un momento prima. (Un “saggio di letteratura arrestata”, citando Denis Roche, e ripensando a un articolo su alfabeta2 di pochi anni successivo). Si espone e scarta prima dell’arrivo dell’ascolto. Si sospende lasciando allo sguardo di eseguire il colpo di tamburo.
Ecco come sa fessurare la nostra attenzione, attraverso la cortina smagliata (e “smagliante”, daccapo in doppia accezione) dei suoni.