Con un leggero ritardo lo Studio Campo Boario (Roma, v.le Campo Boario 4a) apre la mostra Paradise Room
all’interno (e all’esterno) del padiglione progettato da David Sabatello
interventi di:
Massimo Arduini, Marco Ariano, Carmelo Baglivo, Jacopo Benci,
Giulia Bertotto, Alberto D’Amico, Stefania Fabrizi, Marco Giovenale, Pierluigi Isola,
Fabio Lapiana, Lucia Nazzaro, Anna Onesti, Gabriella Pace, Julie Rebecca Poulain,
Ilaria Restivo, Andrea Sabatello, Silvia Stucky
video di:
Paolo Albani, Niccolò Daviddi, Ada De Pirro, Raffaela Fazio, Gianni Garrera, Giuseppe Garrera
La mostra è inserita nell’evento Il Paradiso e le sue rappresentazioni,
ideato e curato da Alberto D’Amico e Bruno Lo Turco per RAW Rome Art Week 2020
Visite su prenotazione anticipata (all’indirizzo albertodamico62@gmail.com)
Le visite possono essere fissate nel tratto di tempo che va
dalle 16:00 del venerdì 14 maggio fino alle 20:00 di domenica 16 maggio 2021
*
Negli stessi giorni (a partire dalla mattina di venerdì 14) sarà consultabile su slowforward.net il libro curato da Silvia Stucky con gli interventi degli artisti e relatori: sarà disponibile in media risoluzione (9,83 Mb), sfogliabile direttamente su slowforward, e in alta risoluzione (94,4 Mb), scaricabile sempre dallo stesso sito.
Senza giri di parole, senza trucchi, senza sotterfugi, senza elusioni, Dante nel Paradiso spiega cos’è la felicità da Paradiso e per cosa gioiremo in eterno. Un breve e intenso video di Giuseppe Garrera, contributo all’evento “Il Paradiso e le sue rappresentazioni” a cura dello Studio campo Boario per la Rome Art Week 2020
(altri contributi nel canale: https://www.youtube.com/channel/UC4T9vHpqEKt4mM2VGnz61eA/videos)
4A4 – GIARDINO RECI(N)TATO
di Marco Giovenale
ciò che è illeggibile è ciò che è stato perso
Barthes (*)
Viene letta una pagina (in video). Non scritta, non presente come compiuta. È solo abbozzata, continuamente iniziata, e comunque (quanto più possibile) risalita verso una sua forma orale; risalita e non risolta in alfabeto impresso.
È una pagina di testo che non è prosa né poesia. È oggetto, ma orale, verbale, eseguito. Un testo-sasso, una
ossidiana,
pietra vulcanica ormai allo stato solido, bloccato, blocco, peso. Trasmissibile. Piuttosto tagliente se tagliata. (Ma di difficile incisione, in tutti i sensi).
La pietra riguarda (e sta ovviamente in) un giardino, recintato, impaginato, bloccato, riquadrato (come da etimologia di “paradiso”, dal persiano pairidaeza, da cui anche l’ebraico pardeš, attraverso il greco παράδεισος, paràdeisos, con il significato primitivo di “giardino recinto”, “verziere”, “parco”).
In qualche maniera inesplicita, l’ossidiana (soltanto letta, eseguita, vocalizzata) si lega a qualcosa di solo scritto, inciso, fermato, ma illeggibile, quindi volatile: si lega cioè a 4 fogli A4 sui quali la scrittura asemica delimita di volta in volta uno dei 4 lati della pagina. Se, appunto, “paradiso” è etimologicamente “giardino recintato”, i 4 fogli di volta in volta chiudono una porta, ma ne aprono tre (gli altri lati).
Dal recinto non si scappa, perché si è già fuori. _
(*) ciò che è illeggibile è ciò che è stato perso: scrivere, perdere, riscrivere, installare il gioco infinito del sotto e del sopra, avvicinare il significante, farne un gigante, un mostro di presenza, diminuire il significato fino all’impercettibile, squilibrare il messaggio, conservare la forma della memoria, non il suo contenuto, realizzare l’impenetrabile definitivo, in una parola mettere tutta la scrittura, tutta l’arte in un palinsesto, e in un palinsesto che è inesauribile, poiché ciò che è stato scritto ritorna continuamente in ciò che si scrive per renderlo sovra-leggibile – cioè illeggibile