Archivi tag: Sartre

edoardo sanguineti sulla “paura della poesia” (o forse meglio: sul diffidare di alcune idee di poesia), 2006

“come arriva la borghesia, la poesia diventa lirica e punto”

Teatro Due, Parma, 20 gennaio 2006

fondazione primoli, 20-21 aprile: “colloque. la légende des poètes”

20-21 APRILE 2023

COLLOQUE
LA LÉGENDE DES POÈTES

JEUDI 20 AVRIL

9h30
Salutations, par Letizia Norci Cagiano (Fondazione Primoli).
Salutations, par Stéphane Poliakov (Institut français).
Présentation, par Adrien Cavallaro et Andrea Schellino.

VOIX ET IMAGES
Modérateur : Luca Pietromarchi
10h : Esther Pinon (Rennes 2 / CELLAM) : « “Le poète parle” : enregistrements spirites d’une légende romantique ».
10h30 : Michela Landi (Florence) : « Gilet rouge, billet rouge. La légende 1830 selon Gautier ». Continua a leggere

nell’ambiente del testo

Il miele è un certo comportamento del mondo nei riguardi del mio corpo e di me stesso. Da qui deriva che le sue differenti qualità non sono semplicemente giustapposte in esso, ma sono persino identiche, in quanto manifestano tutte la medesima maniera d’essere o di comportarsi nel miele. L’unità della cosa non è dietro a ciascuna delle sue qualità: è riaffermata da ciascuna di esse, ciascuna di esse è la cosa tutta intera. Cézanne diceva che si deve poter dipingere l’odore degli alberi. Nello stesso senso, Sartre scrive, ne L’Essere e il Nulla, che ogni qualità è «rivelatrice dell’essere» dell’oggetto. «Il limone si svolge per intero attraverso ciascuna delle sue qualità, e ciascuna delle sue qualità si dilata tutta attraverso ciascuna delle altre. È l’acidità del limone che è gialla, è il giallo del limone che è acido; si mangia il colore di un dolce, e il suo sapore è lo strumento che ne svela la forma e il colore a ciò che possiamo chiamare l’intuizione alimentare […]. La fluidità, il tepore, il colore bluastro, la mobilità ondeggiante dell’acqua di una piscina mi danno insieme le une attraverso le altre […]».
Le cose non sono dunque davanti a noi come semplici oggetti neutri da contemplare; ogni cosa simbolizza per noi un determinato comportamento, ce lo ricorda, suscita in noi reazioni favorevoli o sfavorevoli, ed è per questo che i gusti di un uomo, il suo carattere, l’attitudine che ha assunto nei confronti del mondo e dell’essere esterno si leggono negli oggetti di cui si circonda, nei colori che preferisce, nei luoghi in cui sceglie di passeggiare.
Maurice Merleau-Ponty, Causeries, tr. it. Conversazioni, SE, Milano 2002, pp. 35-36

Non diversamente, il testo (anche non) dopo il paradigma non può essere incontrato – tantomeno “trovato” – attraverso un’analisi o scansione dei suoi presunti elementi, o per via di frazionamenti successivi, ma AMBIENTANDOSI al suo interno. Percorrendolo. Dunque percorrendone anche le fratture, ma come coestese al clima complessivo che quel testo induce e costruisce, dissemina.