https://www.ilverri.it/index.php/la-rivista-del-verri/edizione-dal-1996/bene-non-comune-detail
Andrea Cortellessa: la conversazione con Jean-Paul Manganaro leggibile su Antinomie:
https://antinomie.it/index.php/2022/03/16/il-fenomeno/
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https://www.ilverri.it/index.php/la-rivista-del-verri/edizione-dal-1996/bene-non-comune-detail
Andrea Cortellessa: la conversazione con Jean-Paul Manganaro leggibile su Antinomie:
https://antinomie.it/index.php/2022/03/16/il-fenomeno/
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Video: facebook.com/watch/live/?v=389298529175304&ref=watch_permalink
Joker Associazione di Promozione Sociale
24 novembre 2020
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Roma, giovedì 27 febbraio 2020, alle ore 19:00
presso Tic
(via Agostino Bertani 9)
lettura e presentazione di
LOW
(Una trilogia)
di
Gherardo Bortolotti
Tic Edizoni, collana UltraChapBooks, 2020
Annotazioni critiche di
Chiara De Caprio
e Massimiliano Manganelli
— sarà presente l’autore —
La scrittura di Gherardo Bortolotti si muove in quel terrain vague posto tra prosa e poesia:
più precisamente, maneggia la prosa con gli strumenti della poesia. Il risultato è una fiction
implosa, che si sottrae agli inganni della mimesi, popolata da personaggi frammentari e
frammentati, dentro scenari che si potrebbero definire “infra-apocalittici”. Nonostante l’evidente
riuso di un immaginario fantascientifico, il mondo straniato che vediamo dentro questi libri è
comunque il nostro presente catastrofico, senza nemmeno una consolazione. E in questa
capacità di guardare freddamente le macerie del futuro, di un mondo che avrebbe voluto
essere e non è stato, sta tutta la densità politica di questa scrittura, che è davvero una
scrittura senza paragone.
MM
Evento facebook:
https://www. facebook. com/events/1099944857034014
Il libro:
https://e-commerce.ticedizioni.com/77-low-una-trilogia-di-gherardo-bortolotti-9788898960262.html
P.Zublena su Tecniche di basso livello, e (direi, anche, più in generale) sulla low-fi (lobit, anche? forse sì) e sulla sostanza (e volontà di) low-res di tanto ma tanto lavoro (di bgmole e di tutto l’ensemble gammm) in rete:
[…] Siccome nel titolo si parla di tecniche (con un accenno, si direbbe, rematico all’operazione estetica messa in pratica), appare più verosimile che il riferimento sia alle tecniche lo-fi (low fidelity) di registrazione del suono (presenza di distorsione armonica, di disturbi della frequenza ecc.) che – inizialmente mero effetto di limiti tecnici e di budget – hanno contribuito allo sviluppo di estetiche della bassa qualità nella musica popolare indipendente, in cui l’imperfetta qualità del suono è parte integrante dell’intenzione estetica […]
da: http://puntocritico.eu/?p=5161
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Sembra evidente, a chi osserva con attenzione una nuova onda di pagine attiva non solo in rete (principalmente via blog) ma anche in canali di editoria cartacea innovativa/coraggiosa, come ormai si stiano diffondendo perfino in Italia, dopo Francia e Stati Uniti, alcune benefiche naturalissime tipologie di scrittura non strettamente narrativa e neppure però vincolata al vetusto “poème en prose”. Si tratta di vie nuove che in sintesi potrebbero essere ricomprese (forzandone l’accezione originaria) sotto la definizione, assai felice, di prosa in prosa, che si deve a Jean-Marie Gleize. (E che, oltrepassando le intenzioni dell’autore, potrebbe essere essere applicata, si suggerisce, a numerosi e diversissimi esperimenti).
Attenzione: “sembra” evidente. L’apparenza inganna: non si stanno sviluppando ora: va semmai detto che solo in anni recenti paiono trovare finalmente terreno ricettivo, interlocutori, editori, nuovo pubblico: e questo fatto dunque, questo ascolto di oggi, riverbera su di loro alcuni indici e luci di “novità”. Novità ci sono, evidenti, e ne parleremo qui; e però vanno rilevati in incipit anche i legami con una stagione solida di avanguardie (gli anni dei Novissimi, per dire) che, a differenza di quanto accaduto altrove, sembravano fino a ieri in Italia spezzate, interrotte per varie ragioni. (Tra tante, la morte in meno di un ventennio di riferimenti nodali come Porta, Spatola, Costa, Reta, Vicinelli, Villa, Rosselli; e la conversione alla parola innamorata di molti sperimentatori, cascati a testa in giù nel bel canto).
Ma ecco una grossa differenza: se pure l’attuale nuova prosa prosegue con sue proprie connotazioni una linea di ricerca comunque nota, lo fa, adesso, abbracciando in pieno e con gusto una ‘fredda’, netta e lucida poetica della chiarezza, e dell’azzeramento dei codici retorici, del significante, dei suoni in eco, ricusando con ciò quella “poetica del gingillo” linguistico (per dirla con Christophe Hanna) che ha variamente attraversato il secolo del messaggio poetico, il secolo di Jakobson. (Azzeramento che appare allora figlio di Partita, di Porta, o del Diario ottuso della Rosselli, o degli antiromanzi di Isgrò, più che delle colate laviche di Villa, Cacciatore, Toti).
La nuova prosa è Continua a leggere