Archivio mensile:Luglio 2013

da oggi in edicola

INDICE : http://www.alfabeta2.it/2013/07/04/sommario-alfabeta2-n31-luglioagosto-2013/

Lelio Demichelis La liquefazione del conflitto sociale
Franco La Cecla Manifesto del governo italiano in esilio
Augusto Illuminati Don’t panic!
M aurizio Ferrari s L’eroe di sinistra
Paolo Fabbri Il Traghettatore
Lucia Tozzi Vogliamo anche le case
Étienne Balibar Il governo dell’Europa Intervista a cura di Claudia Bernardi e Luca Cafagna

■ RI-JOYCE
Franco Buffoni Il soggetto della rivolta A chi parla Joyce oggi?
Sara Sullam La tastiera rammemorativa L’Ulisse di Gianni Celati
Giancarlo Alfano Il gioco gioioso dell’artificiere Joyce con Lacan
Perversione e artificio L’Ulisse come palestra psichica Conversazione di Gabriele Frasca con Federico Francucci
La vita di tutti i giorni L’Ulisse come manuale di self-help Conversazione di Declan Kiberd con Enrico Terrinoni

■ UNGHERIA INFELIX
Zero demo Né comunismo né democrazia a Budapest Conversazione con Endre Szkárosi di Valentina Parisi
Sándor Radnóti La guerra civile fredda La criminalizzazione delle minoranze
Gáspár Miklós Tamás Sul postfascismo L’attentato alla cittadinanza
Beatrice Töttössy L’attenzione totale Voci dalla postmodernità ungherese

■ POESIA
Marco Giovenale Dieci decimi

■ ELISABETTA BENASSI
Andrea Cortellessa La pescatrice di stelle
I maestri vanno mangiati in salsa piccante In viaggio con Maurizio Cattelan Continua a leggere

-dica _ [poesia di un solo verso]

    
Grazie dunque per questo reading, volevo dedicarlo e salutare anch’io Nunzia, Carmela, Flora e anche Rino, Gianrico, Martina, Dodi e Toni, Silvia e Cathy, vorrei comunque ringraziare Lodovico, Riccarda, Ciro e Bodo per il loro insostituibile appoggio. Miriam e Salerna per il montaggio e lo smontaggio. Ciro Q. e Bodo M. per la cura degli alias. Un saluto speciale a tutti quelli che leggono questa poesia, a tutti quelli che la amano e anche a tutti quelli che la odiano. Love will save us all. Hate too. Tutto ci salverà. Dedico questo apoftegma a Padre Americo, a Pasquale e a Ido e Ivo, i fratelli, e anche a Isa e Raniero, che si sono impuntati e fanno resistenza. Love will melt us all. Grazie a Christian e Lorenzo, che da tanti anni si appassionano e versano lacrime. Un ciao gioioso e un carme a Daniela e Daniel, a Giorgio e Giorgio e Giorgio, ad Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea e Andrea (gli ultimi 2 da intendere come femminili, perché è anche un nome di donna). Dedico questa poesia anche a Pablo e Mat Bill, a Rutilio e Danzi, che ci fanno ridere con i loro sgargianti travestimenti. Senza di voi il mondo sarebbe più povero. Faccio ciao con la mano alla telecamera e levo alto il nome di Goli, Enzo, Piscatina, Raoul, Dina, Venanzio, Ranieri, Flavio e Flavio, Raeioul e Moreno, Bambi e Toscorama. Grazie per il vostro sostegno, per i blog, i siti, gli articoli, i baccanali e le allegre serate in compagnia. Non posso dimenticare Dao, Francesco F. e Francesco W., ospiti impagabili, Walter e Cianuto, Massimo e Massimo, con tutto lo staff della radio e la troupe e i clown del festival, grazie a tutti gli Alessandri e le Alessandre. Dedico questa poesia a Muhami e Denega, a Will e Santina, alle foto del cane Saint Just, e al detentore dei record di bevute: Lev, imbattuto e imbattibile. Un grazie cubitale a Nando e ai bar riuniti. Al caffè della signora Eleonora, che per dieci anni è stato il mio appuntamento fisso davanti alla biblioteca. Un evviva per Paola e le sue fotocopie, un abbraccio a Guglielmo che ha mollato Firenze all’improvviso, nello stupore di tutti: grande coraggio, che mi è stato d’esempio. Dedico questa poesia a Marco H. e a Danilo K., alla politica mai dimenticata, alle scelte sempre sopra le righe di Erik, con i suoi post spiazzanti. Stessa cosa per l’amico X., che non vuole essere nominato, ma che stimo al massimo grado. Dedico questa poesia a Fausta e a tutta Pantelleria. Alla città di Milano e in particolare a Ciccio. Come sapete non si può fare senza. Grazie soprattutto a Natale, che porta le melanzane sott’olio, impagabili. A Karina e a suo marito Nevio tutto il mio affetto e queste righe mai abbastanza generose verso la loro ospitalità. Al municipio di Radicofani, un inchino devoto. A Leone e Ramira, e al loro figlioletto Marino, tutto il mio affetto, e in cima la poesia che leggete. A Giulio, Elisa e Lorenzo, a Michele, Laura e Mariangela e Barbara, senza dimenticare Cupido, Miciccia e Totino, un grande abbraccio da estendere a Simona, Cecilia, Fabio, Luigi, Diego, Tito, Eva, Evita, Ruela, Massacarrara, Mariarosa, Loti e Lothar. Senza Jac e Gandolfo non avrei fantasia, non avrei immagini. Con questa poesia non posso non ringraziare anche Modu e Tanita, Claudio e Fiona, Chris soprattutto. Last but not least (anzi) ringrazio Ale, Susy e Cristina. Paolo e Paolo per Genova e Milano. Per Roma Andrea e Valeria, Valerio e Maria Teresa, Maria e il Conte. Grazie a Wes e a Emilio, a tutto l’ensemble dei grafici. Questa poesia è dedicata a loro. E a Monica, alle sue severissime mail. E ai miei cugini Pia Francesca Emilio Francesco Fabio Matilde. Agli zii Rosaria Giovanni Julia. Un abbraccio forte e speciale a zia Julia, voglio sottolineare. Senza Settimio e il suo camioncino questa poesia non sarebbe stata possibile. Grazie al Gabriele baffo nazionale anzi internazionale, e a tutto lo staff della villa. Dedico con slancio questa poesia a Stefano e ai video youtube che linka, alle cene da Daniela e Alberto, allo studio Matucci che sta sbrogliando il labirinto, e al notaio Bells che con pazienza ricostruisce i fili della matassa. Indispensabili. A Luigi un grazie particolare, per il suo ascolto. Così a Luigi e Luigi, anche, e a Luigi. Mi vengono in mente non a caso tutti assieme. Così come al magnanimo Carlo devo molto, anche sul piano del testo. Grande umanità e costante lezione, la sua. Un ciao dal passato e per il futuro agli amici Fabrizio e Fabrizio. La mia poesia è per Ugo: ricordi, Ugo? Bela Lugosi magnava i tosi, Otto e Ugo risotto al sugo. Quante risate ci siamo fatti. Ho cominiciato a tossire venerdì mattina entrando e ho smesso lunedì pomeriggio uscendo. Un’unica poesia dedicata alla tosse. Dunque ad Afra un nuovo grazie, anche per la pazienza: questo verso è per te, e per i due gatti anche, trasmettila loro tu stessa. A Laura e Nicolò, Elio e Giorgio, un pensiero grato. Come avrei fatto senza di voi? Per la pazienza e l’attenzione ospitale, e le tante noie stoicamente sopportate da voi, zii Titti e Marsilio, un grazie fortissimo e questa poesia. Dedico questa poesia a voi e al direttore della posta di via Cosio, a Giovanni e a Nina, a Minnie dei pacchi e a Minnie dei ccp. Senza i tubi e i cacciavite di Renato queste pagine non sarebbero mai andate a posto, grazie al Dottor Serafino e ai dottori Furio, Carlo, Alessandro, Ronaldo, Didier, Pasifae. Non mi sdebiterò mai con il macellaio Vito, l’affidabilità fatta mannaia. A Barbara del caf un sonoro thanks: salvezza in versi e in prosa. Questa poesia è dedicata a Kasey e a Ron, a Charles e a Pier Paolo, e ai video delle interviste in rete, e alle foto che scattano. Vorrei dedicare questa poesia al loro acume e a tutti i sorrisi virali che ci cambiano la vita, alla gioia dei bimbi, alla semplicità dei fiori. Al fioraio Ennio un colorato grazie. A Gina e Dino, i fruttivendoli dell’infanzia, una lacrima di felicità: quante arance e quante mele mi han cresciuto sano e robusto, sulla strada di una onesta adesione ai valori della verdura e della frutta patria. A Gino il portiere un ricordo romanista. A Savino anche, sempre rimpianto. A Maria un grazie per la pazienza e le raccomandate intercettate. Una grande squadra è niente senza un grande portiere. A Léon-Paul un bacio sul cranio per i taccuini e le traduzioni. Dedico questa poesia a Tel Quel, a Christophe, a Christophe sopra tutti. Come faremmo mai senza di lui? Quanto conta tutto il resto? Una domanda pungente che chiede a gran voce una risposta. Dedico eventuali risposte a tutte le redazioni di tutte le riviste. Un affabile abbraccio a Mario e Carlo, Agnese e Karl, Aretha e Zeno, Francesco, Elisa e Alina, Franco, Emmanuel, Pinuccio e la scimmia Fefè. L’ospitalità, l’ospite e l’ospite sono sinonimi e legatissimi. Un abbraccio che stringe assieme il mio pensiero e questa poesia vanno a Micol e Burcardo, a Omar e Ginevra, a Meiry e Gianni con il loro scooter anni Sessanta. A Giorgio marito di Meiry, e ai bimbi. Al casco girevole di Francesca, che va in moto senza guardare. Questa poesia è nata grazie a Gherardo e Andrea, e a loro è dedicata. Senza gite a Lione sarebbe stato tutto incommensurabilmente più complicato, questa poesia è dedicata a Lione e a Jean-Marie, a Rachel, Angela, a Claude, a Joe e Laure e ai due kids. Embraces. Senza la fontina di Radu non ci sarebbero state parole. Non c’è storia. Un grazie tonitruante però anche all’antistoricismo di Nanni, come al rigore di PostalMarket, formativo come nient’altro. Quale letteratura potrebbe fare a meno di Gabriel? Tutta quella che si può, tutta quella che si riesce a fare: a lui questa poesia, dunque, e a tutta la bianca candida città di Pisa, dove cantano a squarciagola i dedicatari pisani e senesi di questo mio non breve verso sciolto: Gommo e Casuario, Filiberto e Fisibusso, Mila, Maceria e Tanja, con i loro cani pastorizzati Guido e Nitro, più dolci del miele e zannuti quant’altri mai. Alla Facoltà di Lingue e a Micaela, Rori, Claudia e Piero, uno speciale e babelico grazie. Tutto viene da lì, erano finiti gli anni Ottanta e cominiciava un tentativo di cura. Grazie a Lelio e Laura, col cuore. Grazie a Giuliano e Gians, con voce ferma. Senza il decennio di silenzio non sarei stato in grado di capire granché, penso, ma senza l’interruzione di quel decennio le cose sarebbero finite lì: e allora grazie a Leopoldo e a Filippo che nel ’98 hanno ascoltato quel che avevo da dire. Così come ringrazio Oreste e Anna, quasi seconda famiglia per un tratto di tempo, di vita. Senza retorica. Veramente. Grazie ai loro figli, Marco e Mario. Grazie a Simonetto e Daria, a Cencio e alla maestra Liliana, la prima voce umana fuori casa. A loro dedico questa poesia.
   
[continua]
      

corrispondenza privata _ (1) : assertivo / non assertivo

1.

Sull’idea (imprecisa e da verificare) di non assertività, legata a quanto oltrepassa la linea del cambio di paradigma, linkerei daccapo il testo Riambientarsi (ma anche difendersi), in http://slowforward.wordpress.com/2012/09/29/riambientarsi-ma-anche-difendersi (e qui), nel quale forse in modo prolisso – ma proprio per questo estesamente – è esplicitato cosa si può intendere per scritture nuove, non assertive, appunto. (Traendo esempi, in particolare, da Corrado Costa, Christophe Tarkos, Ida Börjel). (Con ciò relativizzando, giocoforza, l’aggettivo “nuove”, come più volte spiegato).

E aggiungo: c’è un’assertività su cui si può (diciamo così) concordare, di cui si può prendere anche felicemente atto, pur facendo essa riferimento a un “prima” del cambio di paradigma. È l’assertività di chi scrive egregiamente in modo “modernista”, tutt’ora, a cambio di paradigma avvenuto. Cioè è l’assertività di una qualche lirica (o antilirica) che funziona, che lavora in direzioni note ma con acquisizioni interessanti e ben più che semplicemente interessanti. (Per dire: alcune cose di Giuliano Mesa, principalmente il Tiresia). (Mentre già Quattro quaderni è assai poco modernista, è evidentemente oltre/dopo il paradigma, in un modo del tutto inedito/isolato rispetto ad esperienze di altri autori). A me sembra percorso affascinante e produttivo; talvolta, sicuramente, rischioso (nel senso che è facile, percorrendo una strada simile, non spostarsi da una determinata linea di preorientamento o previsione dell’assenso del lettore). (Attraverso la struttura e l’architettura complessiva del testo, se non attraverso i meccanismi interni, microtestuali, consueti: rima, omofonie, a-capo significativi, isotopie, ..).

C’è poi, invece, Continua a leggere

su lyrikline

I redattori di Lyrikline sono straordinari. La pagina con i podcast dalla lettura di Criterio dei vetri (Oèdipus, 2007; registrazione in occasione del Festival di poesia di Berlino, 2010; file audio in rete da giugno 2011) contengono ora anche traduzioni in russo, oltre che le precedenti in tedesco, inglese e spagnolo…

lyrikline_schermo

[ click to read & listen ]

 

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carta d’identità

   

ma quando tu vedi uno splendido panorama da lontano tu poi entri nel panorama sarà lo stesso splendido? 
o dentro di te ti convinci che è splendido a prescindere da te perché da fuori ci sarà qualcuno che vede lo splendido panorama e dirà che splendido panorama?
è il panorama splendido o è il di dentro di te che il hai scelto la carta da parati hm sì questa mi convince è splendida incollo questa?
pensi che dall’esterno ti vedono splendido? 
non ci credergli, fatti mostrare la carta da parati che usano, dicendo: bricconcelli.
eccetera.
dimostrati scaltro.
eccetera.
  
  

aggiornamenti

 

1. su nuovi argomenti pubblicano verso fine giugno un giovane poeta rainer maria rilke forse ex rdt? la sua voce cristallina ci dà una gioia nuovi argomenti.

2. è pieno di comunisti bisogna attendere prima di attraversare a guado il fiume di comunisti.

3. c’è un fiume di comunisti che discende dalle alpi è lo scioglimento dei ghiacci siamo in estate i turisti nel tirolo.

4. una volta sono stato al castello di duino in friuli era tutto innevato è comparso fra i ghiacci e le slitte un paragnosta il quale ha pronunciato queste parole:

5. (ha detto anche “5”, poi ha detto quello che segue): sarei lieto di presentarvi il sai baba, ma la sua anima non ha finito di intrecciare il cestello è lo stesso se conduco a voi il gabbiano jonathan livingston?

6. eravamo tutti molto delusi, ci siamo chiusi in noi stessi.

7. alcuni scafisti si sono rifiutati di firmare le cartoline. ero io testimone.
   

john ashbery’s “the skaters”: digital edition and archive

thx to Charles Bernstein
(http://jacket2.org/commentary/john-ashberys-skaters-digital-edition-and-archive)

John Ashbery:
“The Skaters,” from: Rivers and Mountains (1966)
[Genetic edition]

http://www.text-works.org/Texts/Ashbery/JA-Sk_data/JA-Sk_EdN.html

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