ho riavuto il vecchio editor di WordPress, invece di quell’orrore del Gutenberg editor che hanno reso obbligatorio da qualche settimana. ora spiego.
sono stati gli stessi (immagino vessatissimi da contumelie) assistenti di WP a indicarmi la ‘scorciatoia’. (pazzesco che si debba chiedere una scorciatoia per quello che dovrebbe essere normalmente disponibile al primo click).
(tra parentesi, esiste anche un plugin per rimettere il vecchio editor, ma per installarlo dovete avere un business plan: il che la dice lunga su quanto WordPress capisca perfettamente che l’editor classico è il migliore. ti fa infatti PAGARE per averlo. ergo: il nuovo Gutenberg editor, con tutte le sue infinite menate e tendine e giochini a scomparsa, è chiaramente the worst). (e direi che, sì, pare proprio che WP lo sappia).
come si riottiene il classic editor (sperando non chiudano anche questa ‘scorciatoia’ o vicoletto a breve)?
si clicca banalissimamente (ma, se non te lo dicono, non è detto si riesca a trovare) suhttps://nomedeldominio.wordpress.com/wp-admin/edit.phpe si sceglie, facendo un nuovo post, sulla freccetta in alto a sinistra, che dà l’opzione tra i due editor.
oppure, se si sta editando un post già fatto, si troverà sotto il titolo del post (nella lista di quelli in draft o pubblicati o pubblicandi) la possibilità di lavorarci su in modalità classic editor.
PROSA IN PROSA Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.