Archivi categoria: Resistenza

4 settembre, wegil (roma): giovanna zapperi, “gli strumenti dell’autonomia”

4 settembre 2021 | 19:00 – 20:45
all’interno di CRATERE
WEGIL – Hall
(Largo Ascianghi 5, Roma)
intervento teorico

Giovanna Zapperi è scrittrice, saggista e docente di storia dell’arte contemporanea all’Università di Ginevra con all’attivo numerose pubblicazioni su critica d’arte, femminismo e cultura visiva.

Nel CRATERE_WEGIL di Short Theatre 2021, interviene con Gli strumenti dell’autonomia, lecture che indaga il cinema documentario e sperimentale realizzato da artiste donne nell’Italia degli anni ‘60 e ‘70, dunque la presa di parola contro dinamiche minorizzanti. In un contesto in cui il cinema si basava sul controllo maschile della tecnologia e sull’appropriazione delle energie e dell’immaginazione delle donne – così scriveva Dacia Maraini nel 1978 –, autrici e registe hanno rovesciato questi meccanismi, reclamando la tecnologia per loro stesse.

Partendo dall’intreccio tra autorappresentazione, soggettività e produzione cinematografica, Giovanna Zapperi traccia una mappa di questioni interconnesse, come l’emergere della donna come soggetto politico nell’Italia del dopoguerra, il rapporto tra cinema e autocoscienza, e l’importanza (anche politica) delle amicizie, delle alleanze e dell’intimità tra donne.

shorttheatre.org/eventi/giovanna-zapperi/
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la narratura è in pericolo / differx. 2021

stamattina su facebook è tutto un bullicare di indignazioni fiere sullo stato della letteratura (ovviamente intendono la narratura). (quella distribuita anzi grandistribuita).
dicono eh ma i lavoratori che ci lavorano. e anche dicono eh ma la qualità la qualità dov’è dov’è finita. aridatece gadda aridatece calvino. veramente dicono così, ci hanno un dispiacere sincero che il mainstream sia “the actual shit”. dopo averlo affiancato e attivamente costruito per minimo un duetre decenni.
io dico ma fate una colletta compratevi Repubblica. almeno una copia. o magari proprio i mezzi di produzione.

4 agosto: tutto spatola a pisa

All’interno della manifestazione pisana “Un fiume di libri in Piazza Cavallotti” (rassegna di editoria indipendente), il volume di Adriano Spatola, OPERA (a cura di Giovanni Fontana), edito da [dia•foria nel 2020, in collaborazione con dreamBOOK edizioni, avrà la sua prima vera, “fisica”, presentazione.

Saranno presenti all’evento: Giovanni Fontana (poeta e poliartista di rilievo internazionale); Bianca Maria Bonazzi (attiva collaboratrice dell’attività culturale di Spatola); Riccardo Spatola (figlio del poeta); Fabrizio Bondi (critico e accademico presso la Scuola Normale Superiore); Daniele Poletti (direttore del progetto culturale/editoriale [dia•foria); Stefano Mecenate (dreamBOOK edizioni).

OPERA è un libro fondamentale per ricostruire la nostra storia letteraria dagli anni ’60 agli ’80 e per valutare il lascito di uno dei poeti più importanti del Novecento.
Nella presentazione si parlerà dell’edizione del libro, della scrittura e dell’operato culturale di Adriano Spatola e dei progetti futuri, passando per l’ascolto di alcuni celebri pezzi di poesia sonora del nostro.

Evento facebook: https://facebook.com/events/s/presentazione-opera-di-adriano/370346311129890/

OPERA può essere acquistato scrivendo a:
info@diaforia.org
info@dreambookedizioni.it
www.diaforia.org
www.dreambookedizioni.it

onde anomale a ostia: domenica 18 luglio a partire dalle 16

Onde Anomale a Ostia [2.0]
Domenica 18 Luglio al Parco Pietro Rosa di Ostia
(Via Pietro Rosa, Ostia Centro)

dalle 16:
Bimbi dal Basso / BALLA COI PUPI.
Installazione “Parcuino” / controfeticcio di poesia e rivolta con musiche e corpi poetici.
TRITOLO / schegge lidoludiche litoranee, con “Il Capo” di Caterpillar
– Presentazione del libro “Il Quattro Occupato – Ostia 1975/1977″ con la presenza e l’intervento degli autori e delle autrici (facebook.com/Il-Quattro-occupato-Ostia-197577-102225361622905)
a seguire CONCERTI DAL VIVO con:
LILI REFRAIN (facebook.com/lilirefrain
youtu.be/f8G-QPYlugQ)
BBTONES
(youtube.com/watch?v=aeZ5R7WDbOs)
durante l’iniziativa:
distro autoproduzioni / libri / dischi / infoshop / materiali LAPAZ (facebook.com/lapazroma)

evento fb:
facebook.com/events/352695463051305

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POSTAZIONE RADIO —– TUTTA LA GIORNATA SARA’ TRASMESSA SU RADIO RISACCA [LA RADIO CHE SPACCA]
https://vocidaiquartieri.org
https://s.streampunk.cc/vocidaiquartieri.mp3

Continua a leggere

“zong!”, di m. nourbese philip (benway series, 2021)

Marlene NourbeSe Philip,
ZONG! Come narrato all’autrice da Setaey Adamu Boateng.
Traduzione: Renata Morresi.
Traduzione di «Notanda» e di «Gregson vs Gilbert»: Andrea Raos.
Traduzione di «Ẹbọra»: Mariangela Guatteri.
Colorno : Tielleci, 2021. – 236 p. ; 26 cm.
(Benway Series ; 15).
978-88-98222-50-6
benwayseries.wordpress.com/2021/07/03/m-nourbese-philip-zong-benway-series-15/

Logo Canada ca

We acknowledge the support of the Canada Council for the Arts for this translation.

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La Zong era una nave inglese della compagnia Gregson, dedita alla tratta degli schiavi lungo le rotte atlantiche. Nel 1781, in navigazione dallAfrica verso la Giamaica, la nave trasportava 442 persone imprigionate nella stivaA causa di problemi legati al calcolo errato della rotta, allo scarseggiare delle scorte d’acqua, alle patologie di cui si temeva il propagarsi e alle condizioni critiche di chi era a bordo, il capitano e la sua ciurma decisero di gettare in mare parte del carico umano trasportato: prima le donne e i bambini, poi gli uomini. Scomparvero circa duecento persone. Al ritorno a Liverpool i proprietari intentarono una causa di risarcimento nei confronti dell’assicuratore.

A partire da quel che rimane dei verbali della causa (due pagine scarne), in Zong! l’autrice canadese M. NourbeSe Philip ha distillato ed espanso un’opera che cerca di riesumare quei defunti, anzi, come ci dice nelle note, di «esacquare» le loro spoglie sparse nell’Oceano. Philip dà forma a una storia che «non può essere narrata eppure deve essere narrata, ma solo tramite il suo de-narrare»

M. NourbeSe Philip, come Reznikoff, di formazione è avvocato. E Zong!, come Holocaust, è stato scritto sulla base di documenti legali. Ma Reznikoff partiva da 15.000 pagine e le concentra oltre il concepibile; Philip invece parte da due paginette scarse e le fa deflagrare in mille direzioni e dimensioni.
Due procedimenti in apparenza identici, in realtà opposti. Da una parte il nucleo di un pianeta, dall’altro una supernova – o un oceano.

[Andrea Raos]

 

the story of maya edery

https://www.instagram.com/tv/CRHTzjxgyf9/

JVP member Maya Edery shares her journey away from Zionism and toward support for Palestinian liberation — a journey that more and more Jews are embarking on, in part thanks to Maya herself!
In this interview, Maya discusses how her family’s history of oppression — as Ashkenazi Jews in Auschwitz and as Moroccan Jews experiencing state violence in Israel — has informed how she views oppression and resistance to oppression. She describes the kind of Zionist propaganda instilled in her while she was growing up and remembers her moments of revelation about Palestine. Finally, she talks about her responsibility to support the BDS movement as well as to challenge Zionism and white supremacy in Jewish communities, despite the accusations of antisemitism weaponized against those who do so.

https://jewishvoiceforpeace.org/

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foto dal workshop del 7 luglio 2021, all’istituto svizzero di roma

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see facebook.com/differx/posts/10158173011597212

+ slowforward.net/2021/07/07/stamattina-un-seminario-sulle-forme-della-scrittura-e-del-libro-contemporaneo-e-lasemic-writing/

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intellettuale, pensa che è il contrario — 14 apr 2021

In più di un’occasione, da parte di più intellettuali, critici, autori, critici-poeti, e altre figure legate al mondo dell’itala lettera, nei lustri recenti s’è alta levata come il falco montaliano la doglia nota come “indove so’ finiti l’intellettuali”? Disparve lor ruolo? Una volta Moravia disse toot toot e ora nessuno più flauta? E Pasolini? Ne vogliamo parlare?

Eccetera.

Once upon a time il poeta effàva e la massa gioente in lui si specchiava, si dice. Pasolini andava in tv, ora non più.

E, all’incontrario, quelli párvuli che vengono alla telecamera e in essa si fanno esposti al videoriquadro oggidiano, vedi, mai potrebbono del PPP vantare ruolo, autorevolezza, tono, ma manco i rayban e la mandibula. Men che meno il curvarsi, pensoso.

S’è voltata una pagina, chiuso un libro. Il poeta più alcuno lo pregia. Una volta spostava i voti e creava dalla creta i golem, le sentenze, il sole e la tenebra, più di Berlinguer, ex nihilo sui et subiecti. Mo no. Fine.

Allora mi sono fatto questa idea, vi dico, questa convinzione: che legislatore il poeta o l’intellettuale mai è veramente stato, anzi ragioniamo al contrario, e:

in verità in verità vi dico, o vi direi, col beneficio non dell’inventario ma dell’archivio: facciamoci mente locale, in generale, e vediamo che non è venuta meno la possa del poieta, è semmai che negli anni Sessanta e forse Settanta ancora la tv non avea capito di essere un’altra cosa, e di avere il potere. Lei.

Ancora pensava, prepúbere, di doversi legittimare innanzi al pubblico attraverso (appunto) gli òmini di lettere. C’è voluto un po’ perché capisse di essere lei (la comunicazione, lo spettacolo) L’INTELLETTUALE. E anche il poeta, alla bisogna.

Per cui tutto questo fioccare di avemarie dell’una volta si stava meglio quando si stava intellettuale, non ha ragione d’essere. Anzi, non ha da essere. (Perché mai è veramente stato).

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Quando la tv o meglio la Comunicazione (mediale) ha capito, s’è presa daddovero ciò che già elettivamente era — ab imo — suo: tutto.

E gli intelletti che ora ci vogliono “interagire” (sic est “comparire”: comparse) ad essa ratti si debbono apprendere, e assimigliare. Per anni bagnaron le chiome nel D’Annunzio, or sanno a che fine. E anche sanno cosa serve e cosa no; e

chi serve e chi no.

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Bibliografia essenziale:

https://www.alfabeta2.it/2014/04/06/ampia-collezione-intellettuali-dellimpegno/

https://www.nazioneindiana.com/2014/11/26/andataritorno/

a lucca, da oggi: xtraborda, il festival della controcultura, allo skatepark del parco fluviale

Come scrivevo in un precedente post, domenica 20 giugno in serata sono a leggere a Lucca, nel bel festival Borda!Fest (Xtraborda), che inizia oggi 18 giugno. Festival dedicato alla musica, all’arte, alle scritture non omologate, all’autoproduzione.

Parlerò di scritture di ricerca, prosa in prosa, materiali verbovisivi. Leggerò da (e si chiacchiererà di) La gente non sa cosa si perde (TIC Edizioni) e Delle osservazioni (Blonk), più alcuni inediti da Oggettistica. Non mancheranno materiali asemici esposti, e osservazioni sull’Enciclopedia asemica (IkonaLiber). In dialogo (con mia estrema gratitudine) con Chiara Portesine.

Sarò lì già dal pomeriggio del 20, con un bel po’ di libri nello zaino.

Inaspettatamente, il Comune – ad appena due giorni dall’inizio del festival – non ha concesso né la sede iniziale del festival né l’alternativa che era stata individuata. MA gli organizzatori giustamente non si sono dati per vinti e qui in calce è possibile trovare tutte le informazioni per raggiungere il parco che ospita gli incontri (che per altro è proprio di fronte al Foro Boario, primo luogo deputato per l’iniziativa).

Piena solidarietà da parte mia. Ovviamente al festival ci sarò (e ci sarei andato anche se una soluzione non si fosse trovata).

Come accennavo, parlerò di scritture di ricerca, prosa in prosa, materiali verbovisivi. Leggerò da (e si chiacchiererà di) La gente non sa cosa si perde (TIC Edizioni) e Delle osservazioni (Blonk), più alcuni inediti da Oggettistica. Non mancheranno materiali asemici esposti, e osservazioni sull’Enciclopedia asemica (IkonaLiber). In dialogo (con mia estrema gratitudine) con Chiara Portesine.

Sarò lì già dal pomeriggio del 20, con un bel po’ di libri nello zaino.

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XTRABORDA è iniziato, siamo nel parco davanti al Foro Boario, accanto allo skate park lungo il fiume, non ci ferma nessuno!

cfr. anche:
facebook.com/BORDAFest
e
luccaindiretta.it/cultura-e-spettacoli/2021/06/18/xtraborda-il-festival-della-controcultura-trasloca-allo-skatepark-del-parco-fluviale/241115/

 

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lo sciopero di stradella / gabriele dadati

Articolo di Gabriele Dadati apparso oggi nel quotidiano “Libertà” di Piacenza: https://www.facebook.com/gabriele.dadati/posts/10159379411937320.

Giovedì, verso l’ora di pranzo, mi ha chiamato Luca Ussia, direttore editoriale di Baldini+Castoldi, la casa editrice che pubblica i miei libri. Voleva dirmi che il prossimo, previsto in uscita il 17 giugno, sarebbe slittato almeno a inizio luglio.

“A Stradella è in corso uno sciopero senza precedenti dei lavoratori della logistica”, ha spiegato. “I libri partono da lì al momento del lancio, ma sono a magazzino, prigionieri. Stanno saltando le uscite di tutti gli editori. Finché non si sblocca la situazione la vedo male”. Era dispiaciuto: sapeva le corse fatte per consegnare in tempo.
Ho sdrammatizzato: “Abbiamo pubblicato un libro tre settimane prima di una pandemia e un altro in piena seconda ondata. Un po’ di ritardo per uno sciopero mi sembra il meno”.

Poi, fatte due chiacchiere, ci siamo salutati.

Venerdì mattina, dopo aver letto gli articoli dedicati alla vicenda da “Il Post” e da qualche altro sito, ho scritto su Facebook del rinvio. Concludendo il mio status così: «A me, francamente, sembra che gli scioperanti abbiano ragione su tutta la linea. Ritardino pure i libri. Leggerli serve tra le altre cose a capire che prima di tutto vengono le persone». Ho cliccato. Hanno cominciato ad arrivare i mi piace e i commenti positivi alla mia presa di posizione. È stato in quel momento che mi sono sentito male.

Detesto le prese di posizione fasulle in pubblico. Intendo quelle dei leader di partito o di vip che scrivono sui social “Una preghiera per” più il nome della vittima del giorno. O “Giustizia per” o “La mia solidarietà va a”. Perché le cose sono due, nella vita: o si rivolge un pensiero, e lo si fa nel chiuso delle proprie stanze, o ci si attiva per dare una mano, e lo si fa andando sul posto, non scrivendo in rete.
Così, irritato da me stesso, dopo pranzo ho guidato fino a Stradella, dove sorge “La città dei libri”. Si vede la scritta dall’A21, subito dopo averne vista un’altra, all’altezza di Castel San Giovanni: “Amazon”. Perché logistica piacentina e pavese, in quella zona, si toccano. I capannoni sono gli stessi, le logiche anche. Continua a leggere