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contro l’avviamento di riforme costituzionali *ora*

http://www.change.org/it/petizioni/costituzione-non-vogliamo-la-riforma-della-p2-firma-l-appello

Rifletto: qualsiasi anche minimo processo di cambiamento alla Costituzione, perfino razionale e limitatamente condivisibile, (1) non può essere avviato o impostato con gli auttuali (non) rappresentanti del popolo italiano, eletti con una legge elettorale inaccettabile e da cambiare prestissimo; (2) non può in nessun modo collocarsi in un periodo critico come l’estate; (3) deve essere condotto da una classe politica radicalmente/fortemente diversa da quella attualmente insediata.

Sul punto (3) possono darsi divisioni fra chi tollera una classe come quella attuale, chi la ritiene una compagine di passaggio, e chi la rifiuta integralmente. Ma rispetto ai punti (1) (2) non vedo come si possano sollevare obiezioni. Nessuna modifica costituzionale, nemmeno di dimensioni subatomiche, può essere pensata e tantomeno avviata nella situazione in cui ci troviamo.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/26/costituzione-stravolta-firme-contro-presidenzialismo/667514/

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/05/02/rodota-io-indisponibile-a-guidare-convenzione-per-riforme-istituzionali/230679/

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arrivare a fine mese è dura

CGIL: «È davvero impressionante la solerzia con cui in questo Paese ci si affretta a restituire soldi ai ricchi mentre si dice sempre che mancano le risorse per aiutare le persone più in difficoltà, come i lavoratori in cassa integrazione, i pensionati con un reddito medio-basso e i giovani che non hanno un’occupazione».

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-07-26/stop-prelievo-pensioni-inps-141002.shtml

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questo paese fa la fine che si merita

[…] Questo paese fa la fine che si merita. A Genova nel 2001 manifestavamo contro il potere oligarchico dei grandi organismi economici internazionali. Pensavamo soprattutto alle fallimentari cure neoliberiste che il FMI imponeva ai paesi più poveri, devastando le loro economie col ricatto e strozzandoli col meccanismo del debito. Oggi quella cura tocca a noi. In Italia comandano i commissari non eletti della Banca Centrale Europea, e applicano la stessa ricetta a base di tagli alla spesa pubblica, il cui scopo in definitiva si riduce a un enunciato semplice: salvare i ricchi. […]

leggi l’articolo: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=9039

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caliandro (su alfabeta2)

È questa la natura distopica del presente italiano, come lo stiamo (ri)conoscendo. La potete verificare, in fondo, praticamente in ogni situazione pubblica – meglio ancora se di carattere culturale. Un evento culturale-tipo: sul palco, individui 50-60enni sentenziano su problemi epocali che loro stessi hanno contribuito a creare e sproloquiano di argomenti che generalmente conoscono pochissimo, su cui hanno al massimo un’infarinatura obsoleta e un livello di informazione rudimentale e scadente (i social network; il futuro dell’editoria; lo stato del romanzo; il degrado del patrimonio culturale; il coma del cinema italiano; l’erosione dei diritti; l’antipolitica e la fuga dalla politica; la “piaga” del precariato…).

Gli individui 50-60enni sono ammirati dal pubblico, laggiù, composto da spettatori-consumatori quasi sempre della stessa età. Sullo sfondo, nelle posizioni meno visibili, più oscure e degradanti, i giovani 20-30enni fanno funzionare la macchina: sono i “macchinisti” e i “fuochisti” che mandano avanti la baracca, che fanno tutto ciò che serve a mettere in piedi i “megaeventi-culturali-con-protagonisti-e-pubblico-adorante” (e ne hanno le competenze, faticosamente acquisite e destinate con ogni probabilità a rimanere sottoimpiegate: progettazione, organizzazione, elaborazione dei contenuti, comunicazione).

da: http://www.alfabeta2.it/2013/07/02/la-nostra-distopia-culturale/