Archivi tag: Corrado Costa

oggi, per centroscritture, lezione di gian luca picconi su “le nostre posizioni”, di corrado costa

ci sono delle cose che sono
di fronte a questa pagina aperta
collegate ad altre che sono dietro le spalle
ci sono delle cose di fronte a questa pagina aperta
che sono collegate
alle cose che mancano
le cose come le cose
al centro c’è il tuo posto
al tuo posto non c’è nessuno

Conversazione da solo
da Le nostre posizioni, di Corrado Costa (1972).

Oggi pomeriggio, alle ore 18, lezione in diretta su Zoom @ CentroScritture: Gian Luca Picconi, per il corso “Poesia contemporanea 2. Dagli anni ’60 agli anni ’80”, parla di Corrado Costa e del suo libro Le nostre posizioni.

Informazioni e iscrizioni: https://www.centroscritture.it/corsi

la scomparsa di gianfranco baruchello

La notizia della scomparsa di Gianfranco Baruchello è dolorosa e spinge ovviamente a ricordarlo attraverso i moltissimi esperimenti da lui condotti e realizzati nel corso del tempo. Cosa particolarmente difficile, vista la quantità pressoché incalcolabile delle opere.

Gianfranco Baruchello_ Fotografia di Dino Ignani

Un riferimento iniziale (importante anche per chi scrive) può essere alla Verifica incerta (1964), con Alberto Grifi: https://gammm.org/2012/12/27/la-verifica-incerta-a-grifi-g-baruchello-1965/

Ma sono centinaia gli oggetti e progetti, i materiali.

Qui un minimo minuscolo elenco di riferimenti sparsi, nelle molte occasioni in cui negli ultimi vent’anni slowforward ha seguito l’attività dell’artista e – ovviamente – di Carla Subrizi:

Il rapporto più volte stabilito con le iniziative di RomaPoesia (2005 qui e qui, 2006, 2007).

Le formule (2009)

Agricola Cornelia (1973…)

Come ho dipinto certi miei quadri (1976), file @ Archivio Maurizio Spatola

Un altro giorno un altro giorno un altro giorno (2007)

sezione dedicata a Gianfranco Baruchello in OEI n 67/68, 2015

in “OEI” 67/68 (2015)

Una sezione monografica interamente dedicata a GB era nella rivista svedese “OEI”, a cura di Gustav Sjöberg: https://slowforward.net/2015/11/08/oei-n-6768-scrittura-non-assertiva-numero-monografico-sullitalia-2/

Quattro agenzie per la produzione del possibile (2016)

conversazione al Maxxi (2018)

doux comme saveur (2018)

@ Centre Pompidou, Archive of Moving Images 1960-2016 (2018)

La Psicoenciclopedia possibile (2020)

arbor editions (2022)

Ulteriori riferimenti:
https://slowforward.net/tag/gianfranco-baruchello/
e https://slowforward.net/?s=baruchello

 

 

 

 

27 ottobre: presentazione di “immaginare ravenna”, di corrado costa

Giovedì 27 ottobre 2022, ore 18:30
Corrado Costa, Immaginare Ravenna
presentazione del libro con il curatore Giovanni Fontana
Fondazione Sabe per l’arte
Via Giovanni Pascoli 31, Ravenna
anche in diretta streaming

https://facebook.com/fondazionesabeperlarte e https://m.youtube.com/channel/UCU3LNLQ7Sv-uveJSWfDcF8A

L’ambiente ravennate suscita in Corrado Costa l’esigenza di crearsi una propria idea della città, concretizzata nel 1980 nelle pagine di Immaginare Ravenna, una raccolta tanto criptica, quanto affascinante, giocata sulla poetica del frammento, sul significato del vuoto e del silenzio, sul senso dell’assenza e l’assenza del senso, sull’ironia sottile di processi di alterazione minimi e minimalisti. Non sappiamo quante tavole siano state composte da Costa. L’insieme è andato disperso. Ne conosciamo soltanto una parte, oggi conservata da Roberto Peccolo, già gallerista livornese che ha dedicato tutta la sua vita alla scrittura verbo-visiva e al libro d’artista, inventandosi iniziative espositive memorabili e editando pubblicazioni che nel settore fanno storia, come la collana «Memorie d’Artista», che ci ha regalato opere preziose di autori come Henri Chopin, Jean-Luc Parant, Lamberto Pignotti o Arrigo Lora Totino, Irma Blank o Elisabetta Gut, Villeglé, Orlan, Nanda Vigo, Ugo La Pietra, Sergio D’Angelo, Lindsay Kemp.

In occasione della presentazione, saranno esposti 30 disegni originali di Corrado Costa contenuti nel volume.

corrado costa: “i minimi sistemi” [una prima parte]

Il testo di Costa è stato messo in scena in collaborazione con il Teatro d’Arte e Studio e interpretato da Auro Franzoni e Monica Franzoni. In questo video, recuperato dagli archivi personali dell’attore e regista reggiano, la prima parte dello spettacolo.

il testo: https://issuu.com/diabasisedizioni/docs/minimi_sistemi_e_altre_storie_-_cor

l’italia sommersa e la francia emersa: tre interrogativi e una constatazione

L’ITALIA SOMMERSA E LA FRANCIA EMERSA: TRE INTERROGATIVI E UNA CONSTATAZIONE
(gli anni Ottanta e Novanta e la spiegazione di una situazione italiana che perdura)

1) Cosa succedeva in Francia tra la metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, ossia quando in Italia scomparivano Italo Calvino (1985), Adriano Spatola (1988), Enrico Filippini (1988), Antonio Porta (1989), Giorgio Manganelli (1990), Carmelo Samonà (1990), Achille Cavellini (1990), Corrado Costa (1991), Patrizia Vicinelli (1991), Luciana Arbizzani (1991), Valerio Miroglio (1991), Pier Vittorio Tondelli (1991), Stefano D’Arrigo (1992), Germano Lombardi (1992), Silvano Martini (1992), Gianni Sassi (1993), Giovanni Testori (1993), Antonio Neiwiller (1993), Luigi Pasotelli (1993), Paolo Volponi (1994), Luciano Anceschi fondatore del «verri» (1995), Giuseppe Guglielmi (1995), Franco Beltrametti (1995), Anna Malfaiera (1996), Edoardo Cacciatore (1996), Amelia Rosselli (1996), Giordano Falzoni (1998), Toti Scialoja (1998), Vincenzo Accame (1999), Renato Pedio (1999), Annalisa Alloatti (2000) ?

[N.b.: nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia. Poco fuori dal cerchio degli anni Novanta scompaiono Carmelo Bene, Emilio Tadini, Giovanna Sandri e Franco Lucentini, nel 2002; Alice Ceresa nel 2001].

2) Cosa succedeva in Francia quando in Italia si esauriva l’esperienza di «Lotta poetica» (1987), «Alfabeta» (1988), poi quella del «Cavallo di Troia» (1989), quella di «Tam Tam» (1991), quella di «Videor» (1991), quando la storica rivista «Altri Termini» chiudeva definitivamente i battenti (1992), l’impegno di «Abiti lavoro» si interrompeva nel 1993, quello di «Molloy» nello stesso anno, e smetteva di uscire la roversiana «Rendiconti» (fine anni ‘90), nonostante esistessero e resistessero «Baldus» (fino al 1996, dal 1990) e «Campo» (di Francesco Leonetti) ?

3) Chi avviava in Francia nuove ricerche letterarie, nel momento in cui (1988) in Italia nascono due riviste diverse e tuttavia entrambe legate a una (fiducia forte nella) persistenza del genere “poesia”, come «Versodove» (a Bologna) e – nome inequivocabile – «Poesia», di Nicola Crocetti (a Milano); e nel momento in cui il testo di Roberto Roversi più sperimentale e meno lontano dalla neoavanguardia, ossia Le descrizioni in atto (iniziato nel 1963, uscito in ciclostile dal 1969), aveva la sua ultima edizione a stampa nel 1990 (per Coop Modem), prima dell’autoantologia d’autore che Sossella pubblica nel 2008 ?

Questo succedeva in Francia:

>>> tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta [ritroviamo autori come Christophe Hanna, Nathalie Quintane, Charles Pennequin, Christophe Fiat, Olivier Cadiot, Pierre Alferi, Jean-Michel Espitallier, Christophe Tarkos, Vannina Maestri e altri] su un certo numero di riviste, riviste che sono del resto essi stessi a creare, visto che nessuno dei “grandi” periodici allora sul mercato sembra corrispondere a quello che stanno facendo o a quello che sperano di leggere. Vannina Maestri, Jean-Michel Espitallier e Jacques Sivan fondano Java nel 1989; io metto in piedi Nioques nel 1990; Nathalie Quintane, Christophe Tarkos e Stéphane Bérard creano RR nel 1993; Christophe Fiat e Anne-James Chaton fondano TIJA (The Incredible Justine’s Adventures) nel 1997, Olivier Cadiot e Pierre Alferi pubblicano i due numeri della Revue de Littérature Générale tra il 1995 e il 1996, Vincent Tholomé fa uscire nel marzo del 1996 il primo numero di TTC (Tombe tout court), su cui appaiono fin dall’inizio i nomi di Charles Pennequin e di Christophe Tarkos, seguiti ben presto da quelli di Vannina Maestri e di Jacques-Henri Michot; Christophe Tarkos e Katalin Molnar fondano Poézie prolétèr nel 1998… Non si può negare che tutto questo contribuisca a definire uno specifico campo, o, meglio, un territorio preciso all’interno di uno specifico campo. In parte, si tratta di una reazione a quello che, dopo il 1980, si è venuto presentando come un ritorno al “lirismo” e ai fondamenti tematici e formali della poesia poetica (quella che io chiamo “ri-poesia”). In parte, si prendono le distanze dallo “stile” delle ex neoavanguardie, testualiste o formaliste che siano, egemoni nel corso del doppio decennio degli anni Sessanta-Settanta (in sostanza: posa teorica seriosa, atteggiamento profetico-ideologico, rigore dogmatico, struttura gruppuscolare e una certa propensione alle “teorie d’insieme” — il tutto secondo un modello di funzionamento largamente ereditato dalle avanguardie storiche degli anni Venti e Trenta). Contro i primi, ci si rifiuta di credere che la “fine” delle avanguardie possa aprire le porte a una restaurazione pura e semplice della Poesia, intesa sub specie æternitatis. Contro i secondi (o meglio: contro e assieme ai secondi) vengono acquisite tutte quelle interrogazioni e conquiste critiche della modernità poetica in grado di funzionare come punto di partenza e di permettere, poi, con assoluta libertà di movimento (con ironia e umorismo per molti), la creazione di forme e oggetti nuovi, ibridi, post-poetici e trans-generici. Ci troviamo così di fronte a un momento e a uno spazio che si costituiscono ormai privi di un centro o di un polo d’attrazione dominanti. La nozione di rete si fa assai più pertinente rispetto a quella di gruppo, o di movimento. Lo spazio comune di cui sto parlando è composto di micro-spazi (nel mio vocabolario: “capanne”) più o meno effimeri e transitori, dove la circolazione è libera.<<<

(Jean-Marie Gleize, Il senso delle parole)

E qual era la situazione dell’editoria mainstream in Italia tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta? Ecco: https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/.

Una constatazione a chiusura di questa sequenza di dati non può dunque non riguardare la situazione disgraziata, depressa e deprimente dell’Italia rispetto (almeno) alla Francia. Ma altro si potrebbe dire a proposito di quel che è accaduto (esploso, si direbbe, o fiorito – per usare una vecchia metafora) tra anni Ottanta e primi Duemila soprattutto tra Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.

Restando al nostro Paese, non rimane che tirare così le somme di quanto annotato e (ripetendo quasi alla lettera un tassello di Poesia per il pubblico) sottolineare che i lettori (e poi autori) italiani che hanno vissuto la propria formazione letteraria negli anni Settanta e primi Ottanta hanno potuto incontrare naturalmente, agevolmente, nel contesto attorno e nelle offerte librarie, un’editoria e un quadro di conflitti che alle generazioni successive sono stati letteralmente sottratti. Semplicemente negati. Una cancellazione e negazione che ha avuto – nell’editoria mainstream prima e nelle richieste della distribuzione all’editoria poi – dei soggetti particolarmente solerti, il cui operosissimo e ormai quarantennale lavoro ha portato alla situazione attuale: ha portato cioè direttamente al tipo di poesia o re-poésie / ri-poesia che rappresenta la stragrande maggioranza di quel che purtroppo è dato di leggere in Italia, oggi e ormai da tempo. E non soltanto in pubblicazioni mainstream, né soltanto nelle librerie di catena.

corrado costa e il “film dell’angelo raziel”

Questo frammento da Film dell’angelo Raziel, testo contenuto in The Complete Films (1983), di Corrado Costa, è ascoltabile in questo audio:

che traggo da una “magica” apparizione di C.C. nel seguente video, al minuto 5′ 15”:

Terzo capitolo (parte 2) del programma Le voci della scrittura, del 1987, ideato da Giorgio Weiss

Il testo intero si può leggere qui:

oppure ascoltare al minuto 6′ 43” letto sempre dallo stesso Costa qui:

Corrado Costa, The Complete Films

Registrato a Parma nel 1981 e pubblicato postumo nella rivista “Baobab. Informazioni fonetiche di poesia” a cura di Adriano Spatola.

The Complete Films
1) Localizza l’uomo invisibile in una mappa del Mojave Desert
2) L’uomo invisibile
3) La figlia dell’uomo invisibile
4) Heinrich Schliemann e l’uomo invisibile
5) Film dell’angelo Raziel
6) Il paradiso può attendere
7) Leda prova col pavone
8) Leda prova col cigno
9) Baruchello! Facciamo, una buona volta, il catalogo delle vocali
10) Vanno a vedere tre film:
– Nel senso della luce
– “Campo sopra filo di seta sta a indicare che l’intera fonte dell’esistenza umana è basata pressoché sul nulla” 
– Vita di Lenin
11) Mario Mariotti insegna a una palla a non rimbalzare

la rassegna “fonosfera”: programma [1981]

Programma di performance e letture alla GNAM

cliccare per ingrandire

Foglio di programma della rassegna “Fonosfera”, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma). Il periodo è, presumibilmente, il settembre 1981.

Collezione Giuseppe Garrera

 

due video per “cenerentola”, di corrado costa [videor rome / orazio converso]