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oggi, 3 marzo, a roma, allo studio campo boario: “asemics. senso senza significato”, di mg. presentazione di giuseppe garrera

OGGI, venerdì 3 marzo, alle ore 18:00

a Roma, presso lo Studio Campo Boario (Viale del Campo Boario 4a)

Giuseppe Garrera presenta

ASEMICS. Senso senza significato

di Marco Giovenale

(IkonaLíber, 2023)

http://www.ikona.net/marco-giovenale-asemics-senso-senza-significato

Questa sequenza di annotazioni, fuori da ogni ipotesi di esaustione, propone un possibile itinerario attraverso la storia delle espressioni “scrittura asemica” (o “asemantica” o “desemantizzata”) e “asemic writing”; e inoltre offre alcuni elementi di teoria che configurano l’identità di questa pratica artistica come «macchina di disorganizzazione e disintegrazione del significato ad opera del senso stesso».

Libro con immagini di:
Rosaire Appel, Anneke Baeten, May Bery, Marcia Brauer, Axel Calatayud, Cecelia Chapman, Tim Gaze, Ariel González Losada, Michael Jacobson, Satu Kaikkonen, Paul Klee, Karri Kokko, Jim Leftwich, Arturo Martini, John McConnochie, Miriam Midley, Stephen Nelson, Laura Ortiz, Ekaterina Samigulina / Tae Ateh, Lucinda Sherlock, Jay Snodgrass, Lina Stern, Miron Tee, Cecil Touchon

Evento facebook:
https://www.facebook.com/events/731660138335394

Ulteriori informazioni:
http://www.ikona.net/marco-giovenale-asemics-senso-senza-significato/

https://slowforward.net/2023/02/20/asemics-senso-senza-significato-ikonaliber-cenni-di-storia-e-teoria-dellasemic-writing/

Anteprima:
https://issuu.com/ikonaliber/docs/asemics_anteprima

Pagina facebook:
https://www.facebook.com/giovenale.asemics.ikonaliber

da “quaderno di scritture e scarabocchi” / fabio lapiana. 2016

da un post di Enzo Patti: https://t.ly/GuQN

in esposizione @ Scrivere disegnando, Centre d’Art Contemporain (Ginevra), 2020

https://slowforward.net/2020/06/09/scrivere-disegnandomostra-in-corso-a-ginevra-intervista-al-curatore-andrea-bellini/

https://slowforward.net/2020/08/08/scrivere-disegnando-il-catalogo-skira-a-cura-di-andrea-bellini-e-sarah-lombardi/

here’s the rawcrudedirty punk low-res >̷̪͋̀̐)̴̦̩͎̲̐͋=̷̡͕̘̊”̶͌̊”̶̜͌̊̔̚(̸̣͓̇͝)̵̟̒͆̿͋=̴̡̛͕͚͉͋̀̈́(̶̦̝̪͈́≠̻̦͋̒<̷̨̢͔̒̽̉͘͘ video (differx. 2022)

— the low-res low-fi punk & loose video of the first asemic event ever.
facebook broadcast Jan 8th, 2022, h. 5:30pm, Italy, Rome —
by differx :

(Take note: the actual event was the event, the video is not the event, it’s only a raw trace, a ruin, a remain —sprayed with random lines)

The facebook event was at https://www.facebook.com/events/1088380671780514/
Slowforward announcement was at https://slowforward.net/2022/01/08/%cc%b7%cd%8b%cd%80%cc%90%cc%aa%cc%b4%cc%90%cd%8b%cc%a6%cc%a9%cd%8e%cc%b2%cc%b7%cc%8a%cc%a1%cd%95%cc%98%cc%b6%cd%8c%cc%8a%cc%b6%cd%8c%cc%8a%cc%94%cc%9a%cc%9c%cc%b8%cc%87%cd%9d%cc%a3%cd%93/

punkasemic images & noises by differx
(CC) 2022 differx

2003-2015: espressioni che non vogliono (né volevano) venir fissate come “categorie”

da un post del 2015 in N.I.:
https://www.nazioneindiana.com/2015/10/12/qualche-asserzione-sparsa/

Se vado con la memoria a prima del 2005, precisamente al 2003-04 o anche precedentemente, rammento la mia ipotesi di una scrittura definita come coerente con una idea di “informale freddo” (a differenza della corrente tellurica/vulcanica dell’informale in arte, oltre mezzo secolo prima): cfr. Note di ricerca e ascolto di autori: un informale freddo – e una rete tesa ai punti, in «L’Ulisse», n. 1, giugno 2004, http://www.lietocolle.com/cms/img_old/ulisse_1.pdf. (ma cfr. anche http://www.italianisticaonline.it/2004/fortini/). Se andiamo al 2006, troviamo l’ipotesi – di Bortolotti e mia – di un differenziarsi (e forse vicendevole precisarsi) di “installazione” e “performance”: http://gammm.org/index.php/2006/07/16/tre-paragrafi-gbortolotti-mgiovenale/. Nel 2009 esce il volume collettivo Prosa in prosa (ex link: http://www.l elettere.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=&TS02_ID=1502; attualmente: https://www.lelettere.it/libro/9788860873019, ma fuori catalogo) il cui titolo è formula che si deve a Jean-Marie Gleize. Nel 2010 o poco prima ha iniziato a diffondersi una mia fissazione: quella che tutti si sia incappati recentemente/felicemente in un evento avviatosi già coi primi anni Sessanta: un “cambio di paradigma” (cfr. il n. 43 del «verri», giugno, 2010, e poi https://www.nazioneindiana.com/2010/10/21/cambio-di-paradigma/). Se andiamo al 2011 abbiamo “loose writing”, espressione che ho pensato di poter riferire soprattutto a gran parte del lavoro di Carlo Bordini, e ad altri autori: https://puntocritico2.wordpress.com/2011/01/25/quattro-categorie-piu-una-loose-writing/. (Di recente la collana Syn ha ospitato un testo di Alessandra Carnaroli che mi pare decisamente esemplare, in questi termini: http://www.ikona.net/alessandra-carnaroli-elsamatta/).

Infine: la coppia “assertivo” / “non assertivo” è rintracciabile daccapo sia nel testo Cambio di paradigma (2010, cfr. sopra) sia in un documento caricato nel marzo dello stesso anno sul mio blog: Prosa in prosa e gammm.org in (non)rapporto con le avanguardie storiche, https://slowforward.files.wordpress.com/2010/03/mg_nonrapp.pdf, così come in un dibattito su Absolute poetry, di cui si è purtroppo perso il link, temo; ma in cui mi riferivo alle prose in prosa come a testi che sono “non versi in prosa, non poème en prose, non prosa lirica, non narrazione, non epica, non prosa filosofica, non prosa d’arte, non prosa assertiva-artaudiana (Noël), non frammenti/aforismi che segmentano un pensiero (Bousquet, Cioran), non voyage/onirismo (Michaux)”. (E cfr. inoltre: http://slowforward.wordpress.com/2013/07/05/corrispondenza-privata-_-1-assertivo-non-assertivo/).

Bon. A valle di questo non richiesto iter mnemotecnico, tornando a quanto dicevo, ecco: “informale freddo”, “cambio di paradigma”, “loose writing”, “non assertività”, così come altre espressioni che mi è capitato di usare o addirittura coniare (penso anche a vocaboli inglesi: “installance”, “to drawrite”), non sono categorie, non vogliono essere scatole, definizioni. Vengono usate come tali, spesso. Ma sono, probabilmente, ambienti, costantemente dotati di tutti i comfort dubitativi degli ambienti che – da architetto deviante – escogito.

Abitare in un ambiente provvisorio e dubitante collide spesso con l’intento di mettervi radici, o di sedersi comodi. Il dubbio serve a questo: a non fermarsi troppo, e a non sentirsi troppo a proprio agio. Autori o critici stanziali, invece, si trattengono, o al contrario scappano a gambe levate come si fosse intenzionati a vender loro una casa infestata.

A scanso di equivoci (che rimarranno, temo) qui reinsisto: le espressioni sopra elencate sono espressioni, non scatole. Non vorrebbero essere categorie. Tuttavia sono e fanno “critica”, quindi sono a loro volta asseveranti, assertive (con quota d’ombra). È evitabile? Non credo.

(Ma si tratta di critica, appunto, non di prose o poesie…)
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