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25 marzo, Esc (Roma): Reading dalla frontiera

giovedì 25 marzo 2010 alle ore 19.00
ESC Atelier Autogestito
Via dei Volsci 159
Roma

Reading dalla frontiera: Brani tratti dal testo di Gloria Anzaldúa Terre di Confine/La Frontera e da poetesse della migrazione. Leggeranno Laura Sampedro e Igiaba Scego.

Proiezione di ALTAR – Cruzando fronteras, building bridges documentario-reportage diretto da Paola Zaccaria e Daniele Basilio.

Ritratto visuale della poetessa e pensatrice chicana Gloria Anzaldúa (1942-2004), la poeta e pensatrice chicana che ha cantato la vita di uomini e donne al confine fra Messico e Stati Uniti e che ha creato vivide immagini di meticciato culturale. Il documentario di Paola Zaccaria e Daniele Basilio è stato prodotto con il contributo della Regione Puglia e dell’Università degli Studi di Bari,

Dibattito (fine proiezione) a cura di Elisabetta Careri studiosa di letteratura chicana presso l’Università di Urbino. Sarà presente Paola Zaccaria professore ordinario di letteratura anglo-americana all’università di Bari. Ideatrice del documentario.

4 marzo, Milano: presentazione del Decimo quaderno di poesia contemporanea

Milano, giovedì 4 marzo 2010, ore 21:00

Casa della poesia, Palazzina Liberty
[ Largo Marinai d’Italia ]

La new wave della poesia italiana

presentazione di


Poesia Contemporanea
Decimo Quaderno Italiano

a cura di Franco Buffoni

Marcos y Marcos, febbraio 2010

Partecipazione dei membri del comitato di lettura: Franco Buffoni, Umberto Fiori, Fabio Pusterla, Claudia Tarolo, Marco Zapparoli.  Intervengono:  Aldo Nove, Mario Santagostini, Lello Voce.

Leggerano i poeti inseriti nel quaderno:
Corrado Benigni, Andrea Breda Minello, Francesca Matteoni,
Luigi Nacci, Gilda Policastro, Laura Pugno, Italo Testa

Serata a cura di Giancarlo Majorino.

Iniziativa storica nell’ambito della poesia italiana contemporanea, i Quaderni di Poesia, diretti da Franco Buffoni e editi da Marcos y Marcos (in libreria dal 25 febbraio), presentano in questa X edizione sette giovani autori di poesia italiana contemporanea, ciascuno presente con una raccolta autonoma preceduta da esauriente introduzione critica. Sette piccoli libri di poesia racchiusi in un unico volume a illustrare le nuove scuole o tendenze della giovane poesia italiana.

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su facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=484700335295&ref=mf

Giulio Marzaioli, “Firenze celebra Vito Riviello”

Giulio Marzaioli

Firenze celebra Vito Riviello

 

Si dice di Firenze che sia una città troppo concentrata su quanto accade all’interno del proprio perimetro comunale e certamente detto luogo, appunto, comune, sarà per molti aspetti vero. Tuttavia proprio a Firenze si deve un’iniziativa che sabato 23 gennaio ha visto coincidere traiettorie provenienti da diverse regioni italiane, diverse esperienze culturali, diversi linguaggi espressivi, orientate tutte a comporre un tentativo di discorso relativo ad uno dei poeti italiani meno “perimetrabili” del secondo Novecento. Cecilia Bello Minciacchi, Giulio Marzaioli, Massimo Mori, Giuseppe Panella, Plinio Perilli, Giacomo Trinci, Alessandra Borsetti Venier, Mariella Bettarini, Elisa Davoglio, Rosaria Lo Russo, Marco Simonelli, Maurizio Spatola hanno tratteggiato presso l’Area N.O. di Massimo Mori i contorni di una delle figure meno tratteggiabili e che più dovrebbero essere ri-trattate tra gli autori italiani della scena contemporanea, Vito Riviello. Su iniziativa dello stesso Massimo Mori, alla presenza di Lidia Riviello e Daniela Rampa, figlia e moglie di Vito, sono trascorse testimonianze e letture sia di testi di Riviello sia di critica e approfondimento del suo percorso lungo più di mezzo secolo. A corredo del programma di interventi una sezione video (Videointerviste a Vito Riviello di Paolo Ragni, 2007 e ‘LIVE: Vito Riviello’ dalla videorivista di poesia VIDEOR, 1990) e materiale in esposizione (Tracce, calendario 2010 ‘Italianuda’a cura di M.T. Ciammaruconi, estratti da Chi è il poeta? a cura di M. Bettarini  e S. Batisti, 1980, il libro-opera ‘L’INTRIGO’, Morgana Edizioni, 1994, la poesia concreto-visiva Silenzio per i poeti che dal silenzio ancora ci parlano, di Massimo Mori, 2009).

Augurandosi che penne più autorevoli di questa possano dedicare a Riviello studi che merita una figura complessa e per tanti versi unica come la sua (per un breve profilo vedasi nota in calce), si può in questa sede fornire una serie di suggestioni che sono emerse dalla serata di Firenze e che possono costituire altrettanti spunti per approfondimenti di più ampia portata. Oltre ai consueti ed appropriati richiami alla accesissima vena ironica – e spesso dadaista – della poesia di Riviello, si è accennato al meno ricordato aspetto filosofico-riflessivo – una sorta di nichilismo incantato che pervade ogni espressione dell’autore potentino – e a tratti ‘tragico’ della sua produzione (numerosi i testi dedicati alla guerra e alla morte), alla scrittura in prosa, alla prolifica e variegata attività di critica e promozione di giovani artisti. E ancora l’inclinazione alla ‘finzione’ che ha consentito a Riviello di dispiegare la sua verità nei più disparati  accostamenti (dalla fotografia al fumetto, dalla canzone alla favola) e che permette di inquadrare nella sua cornice di riferimenti figure di vicina e lontana provenienza: Flaiano, Campanile, Kafka, Ionesco e ancora i pochi esponenti e capostipiti della poesia umoristica italiana: da Cecco Angiolieri a Burchiello, da  Folengo a Ruzante etc.; arrivando infine a Totò, amatissimo da Riviello, in un anarchico ed egualitario sistema di “fonti” che nulla discrimina per presunte differenze di valore in virtù di una consapevolezza ribadita in ogni occasione, ovvero che è il sorriso su cose e persone a sopravvivere alle stesse. Infine è stata sottolineata l’attualità dell’opera di Riviello, da ricondurre certamente alla capacità di “svestire” l’oggetto spogliandolo di qualsiasi sovra-dimensione, e quindi restituendolo alla sua presenza in un tempo sempre presente, ma anche a due aspetti strettamente “modali” della scrittura: in primo luogo la tendenza all’“accumulo”, non soltanto tramite l’uso dell’allitterazione, ma anche nella serialità e consequenzialità di immagini che producono un corto circuito, una distorsione del senso in tutte le ulteriori sue declinazioni negative: nonsenso, controsenso, dissenso, in cui ricostituire nuovamente il discorso. In secondo luogo la concezione della pagina quale spazio bianco da allestire, che in controluce prevede e vede la scrittura come – anche come – attività installativa. Insomma, due caratteristiche proprie di tanta parte della scrittura c.d. “di ricerca” attuale e che Vito Riviello da Potenza ha proposto in mezzo secolo di inchiostro.

 

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Vito Riviello (Potenza, 1933, Roma, 2009) nel corso degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta è stato nella sua città al centro di un’intensa attività culturale che aveva il suo fulcro nella Libreria Riviello. Tra i suoi interlocutori principali in quegli anni Leonardo Sinisgalli, Carlo Levi, Pietro Valenza. Trasferitosi a Roma è stato permanentemente parte di incontri culturali tra artisti (pittori, poeti, registi, musicisti) nella redazione di via del Babuino di ‘Carte Segrete’. Negli anni Novanta gli è stato riconosciuto il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli su proposta dell’allora presidente della Camera e attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E’ presente in numerose antologie e storie della letteratura. Ha inoltre collaborato a riviste e quotidiani e si è interessato di critica letteraria e d’arte fornendo suoi contributi ad una copiosissima varietà di volumi, cataloghi, libri d’artista, plaquettes.

Diverse sue opere sono state tradotte in Islanda, Romania, Cecoslovacchia, Algeria, Francia, Stati Uniti, Libano.

La poetica di Riviello si è sempre contrapposta alla “monumentalità” della cultura ufficiale utilizzando un linguaggio ispirato al surreale, al paradosso, alla comicità, all’ironia, ai motti di spirito e all’improvvisazione. La derisione e il gioco linguistico, con scarti di sorpresa, invenzioni e accostamenti sonori, hanno per certi aspetti avvicinato la sua produzione artistica all’antica tradizione della commedia dell’arte, ma molto più complessa e varia è la produzione di Riviello, tanto da non poter essere facilmente catalogata in categorie pre-definite.

Ricchissima è stata la sua attività autoriale. In poesia ha pubblicato: Città fra paesi, Milano, Schwarz, 1955; L’astuzia della realtà, prefazione di Paolo Volponi, Firenze, Vallecchi, 1975; Dagherrotipo, Milano, Sceiwiller, 1978; Sindrome dei ritratti austeri, Bergamo, il Bagatto, 1980;  Tabarin, Roma, Rossi & Spera, 1985; Assurdo e familiare, prefazione di Giovanni Raboni, Roma, Empiria, 1986; Kukulatrìa, il Bagatto,1991; Monumentanee, 1992; Assurdo e familiare, prefazione di Giulio Ferroni, Lecce, Manni, 1997; E arrivò il giorno della prassi, Roma, Ass. Edizioni, Empiria, 1999; La luna nei portoni, Rionero in Vulture (Potenza), Calice Editori, 1999; Acatì, Onyx, 2003; Scala condominiale, Faloppio (Como), Lietocolle, 2008. In prosa:  Premaman, con un saggio di Gilberto Finzi, Potenza, La Nuova Libreria, 1968; Tre favole potentine, Firenze, L’Upupa, 1980; E arrivò il giorno della prassi, Roma, Empiria, 1987.