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ricostruire frammenti del quadro: romapoesia 2005

Nel 2005 un evento, Poesia ultima / L’esperienza-divenire delle arti, organizzato da RomaPoesia (Luigi Cinque e Nanni Balestrini), univa – in una serie di giornate e incontri principalmente all’Auditorium e presso la Fondazione Baruchello – autori molto diversi tra loro, poeti, artisti, musicisti, performer, e videomaker, in un tentativo di dare un quadro di alcune linee di ricerca (o non di ricerca) contemporanee.

Il sottotitolo diceva, anche: “generazione ’68-’78”.

Qui il programma completo: https://slowforward.net/2006/08/12/ottobre-2005-poesia-ultima/

E qui una – direi tutt’ora attuale – scheda di descrizione e dichiarazione di intenti, non firmata ma mia: https://slowforward.net/2006/08/12/ottobre-2005-scheda/
(leggibile anche qui, o su archive.org, e su Academia)

(N.b.: Entrambi i post sono stati importati su WordPress nel 2006, essendo usciti in origine su slow-forward.splinder.com e in varie altre sedi ‘ufficiali’ della manifestazione).

Come è ovvio, la cosa nel suo complesso fu da alcuni versanti fortemente e pressoché ciecamente osteggiata (soprattutto da parte del sottobosco poetico, che infatti – in virtù della sua ostilità alla sperimentazione – sarebbe stato debitamente ascensorizzato nell’arco del quindicennio successivo). Stessi oppositori e stessa veemenza disordinata avrebbero accolto prima gammm alla sua nascita a fine giugno 2006 e poi Prosa in prosa nel 2009. (Tutto è registrato e fortunatamente immortalato da memorabili thread di commenti su vari blog).

Qui di séguito ripropongo una parte credo significativa della scheda descrittiva (cfr. il secondo link sopra riportato), con elementi, suggestioni e interrogativi che periodicamente riemergono nel sempiterno dibattito italiano sulla poesia, che specie da un decennio a questa parte sembra ogni volta ripartire beato e beota da zero senza interrogarsi su quello che l’ha preceduto, pur essendoci infiniti stimoli proprio nel passato recente e meno recente (ma studiabile, rintracciabile, si pensi solo ad alfabeta2, EX.IT – Materiali fuori contesto, Poeti degli anni zero, o appunto a Prosa in prosa, gammm, RomaPoesia, e poi a Parola plurale, slowforward, Camera verde, Biagio Cepollaro E-dizioni, Absolute Poetry, Nazione indiana, Ákusma, “Baldus”, Poesia italiana della contraddizione, MilanoPoesia, “Altri termini” eccetera).

(In realtà il problema è duplice: da una parte c’è la sostanziale e a volte intenzionale mancanza di riferimenti e conoscenza da parte dei giovani poeti, dall’altra la loro indisponibilità a riconoscere che le questioni che dibattono e in cui si dibattono sono state già affrontate, ma da autori della ricerca letteraria, quindi da gente e strutture e testi di cui – per via della medesima ignoranza – non vogliono avere contezza. Anche perché dialogare con la ricerca letteraria vuol dire ipso facto inimicarsi i federali e i capibastone del mainstream).

Ecco un estratto dalla scheda, appunto:

Le questioni e gli interrogativi che la poesia rivolge a sé e al contesto sociale (e che quest’ultimo riformula in ulteriori domande) possono riguardare:

   – la situazione della scrittura di ricerca, nella sua interazione con altre arti, lingue e culture;

   – i rapporti complessi di legame/indipendenza che la poesia (di ricerca e non) intrattiene oggi con i propri ‘padri’, con i molti valori stilistici portati dal Novecento;

   – la dicibilità del mondo come resistenza di una poesia civile, e dell’io ‘lirico’ affermato o negato in questa

   – l’occorrenza di motivi costanti (il corpo in immagine distante, la vita degli oggetti) in libri e autori nati negli anni Sessanta e Settanta: che configurano una sorta di scrittura insieme antirealistica e fredda.

Questi nuclei, individuati ‘scansionando’ per letture parallele siti e sedi e libri recenti di poesia, sono ripartiti nelle due giornate di incontro a Roma, 21-22 ottobre 2005, in modo tale che alcuni degli autori più significativi appartenenti alle generazioni dei nati nel decennio 1968-1978 si trovino a conversare e dibattere tra loro, e soprattutto a porre in parallelo il discorso critico e la lettura, teoria e voce. È la sfida e l’ipotesi in gioco. Ogni nucleo tematico raggruppa autori che intervengono sull’argomento e portano testi (propri e altrui) a sostegno di quanto affermano. I testi – non polemiche e poetiche pre/testuali – sono al centro delle argomentazioni. O anche: i testi narrano se stessi, senza argomentazioni affatto.

 

Volume con materiali, testi e documentazione del lavoro svolto nel 2005 da artisti e poeti @ RomaPoesia e Fondazione Baruchello (ulteriori dati: https://slowforward.net/2006/10/31/esperienza-divenire/)

oggi, 11 ottobre: dino ignani, “intimi ritratti”, sequenza di foto + lettura di poesie

Martedì 11 ottobre, alle ore 18:00  a Roma, allo Studio Campo Boario (viale Campo Boario 4a), nel contesto della rassegna Libridine 2022,

la mostra di Dino Ignani, INTIMI RITRATTI, si inaugura con una lettura di poesie e testi di

Maria Teresa Carbone, Fiammetta Cirilli, Michele Fianco, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Lidia Riviello, Franca Rovigatti, Luigi Severi, Sara Ventroni, Michele Zaffarano

*

evento facebook: https://fb.me/e/2gSFSmLxQ

Dino Ignani ha messo al servizio dei poeti il genere nobile, un po’ monumentale, comunque implacabile, del ritratto. Il ritratto è in fondo la cresima storica di un artista. Il risultato è una galleria di volti di poeti, alcuni molto belli. Eppure…

Eppure, anche così, nonostante i loro sguardi penetranti o allusivi o sprezzanti, i poeti sono e restano invisibili. Il “significato” sta alle loro spalle. Dino Ignani ha accoppiato, incollato ciascuno di questi scrittori a un fondale – un quadro amato, un’immagine, uno studio fitto di libri – che ne chiarisce la vocazione.

Enzo Siciliano

*

Dino Ignani è nato e vive a Roma. Da oltre quarant’anni si occupa di fotografia.
Predilige lavorare su progetti che sviluppa e porta a termine nel corso di uno o più anni.

Ha esposto in mostre personali a Roma, Genova, Torino (Salone del Libro), Milano, Bari, Cagliari, Messina, Rieti, Stoccolma (Istituto Italiano di Cultura), Atene, Rimini, Bologna, Firenze (al Gabinetto Vieusseux, e al Museo Marino Marini), Trieste, Copenaghen (Istituto Italiano di Cultura), Noto (SR), Ancona, Spilimbergo, Napoli; ha partecipato a tre edizioni del Festival Internazionale di Fotografia di Roma.
Sue fotografie sono state usate per copertine di libri da Mondadori, Garzanti, Neri Pozza, Giunti, Ponte alle Grazie, Penguin Books, Marsilio, Perrone, Editori Riuniti, De Luca, e altri.
Una selezione del progetto “Intimi Ritratti” è stata acquisita dal Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo.
L’intero progetto “Intimi Ritratti” è stato acquisito dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

13 ottobre: “l’economia della poesia”, convegno / tavola rotonda

il link del collegamento da remoto per il 13 ottobre è stato modificato. Eccolo: https://us06web.zoom.us/j/82455718608?pwd=RGNMTFJPRER4NXR6WU9QZ0g0aFFSdz09

ID riunione: 824 5571 8608

Passcode: 856895

11 ottobre: dino ignani, “intimi ritratti”, sequenza di foto + lettura di poesie

Martedì 11 ottobre, alle ore 18:00  a Roma, allo Studio Campo Boario (viale Campo Boario 4a), nel contesto della rassegna Libridine 2022,

la mostra di Dino Ignani, INTIMI RITRATTI, si inaugura con una lettura di poesie e testi di

Maria Teresa Carbone, Fiammetta Cirilli, Michele Fianco, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Lidia Riviello, Franca Rovigatti, Luigi Severi, Sara Ventroni, Michele Zaffarano

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evento facebook: https://fb.me/e/2gSFSmLxQ

Dino Ignani ha messo al servizio dei poeti il genere nobile, un po’ monumentale, comunque implacabile, del ritratto. Il ritratto è in fondo la cresima storica di un artista. Il risultato è una galleria di volti di poeti, alcuni molto belli. Eppure…

Eppure, anche così, nonostante i loro sguardi penetranti o allusivi o sprezzanti, i poeti sono e restano invisibili. Il “significato” sta alle loro spalle. Dino Ignani ha accoppiato, incollato ciascuno di questi scrittori a un fondale – un quadro amato, un’immagine, uno studio fitto di libri – che ne chiarisce la vocazione.

Enzo Siciliano

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Dino Ignani è nato e vive a Roma. Da oltre quarant’anni si occupa di fotografia.
Predilige lavorare su progetti che sviluppa e porta a termine nel corso di uno o più anni.

Ha esposto in mostre personali a Roma, Genova, Torino (Salone del Libro), Milano, Bari, Cagliari, Messina, Rieti, Stoccolma (Istituto Italiano di Cultura), Atene, Rimini, Bologna, Firenze (al Gabinetto Vieusseux, e al Museo Marino Marini), Trieste, Copenaghen (Istituto Italiano di Cultura), Noto (SR), Ancona, Spilimbergo, Napoli; ha partecipato a tre edizioni del Festival Internazionale di Fotografia di Roma.
Sue fotografie sono state usate per copertine di libri da Mondadori, Garzanti, Neri Pozza, Giunti, Ponte alle Grazie, Penguin Books, Marsilio, Perrone, Editori Riuniti, De Luca, e altri.
Una selezione del progetto “Intimi Ritratti” è stata acquisita dal Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo.
L’intero progetto “Intimi Ritratti” è stato acquisito dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

oggi, 24 marzo: terzo ed ultimo seminario su “l’economia della poesia”, alle ore 18 @ casa dello scrittore (roma), in presenza e in streaming

In collaborazione con Il Centro Scritture e con la Fuis, oggi, 24 marzo 2022, alle ore 18 presso La casa dello Scrittore in Lungotevere dei Melllini 33 a Roma, si tiene (anche in diretta streaming) il terzo ed ultimo seminario su L’economia della poesia, propedeutico al convegno conclusivo che si terrà, nello stesso luogo,  il 13 ottobre 2022.

Questo terzo  seminario è curato da Cetta Petrollo Pagliarani e da Marco Giovenale e vede la partecipazione di Elisa Davoglio, Lidia Riviello, Antonio Rossi, Carlo Sperduti ed Elena Zuccaccia.

Questi gli interventi:

Elisa Davoglio, Poesia e “nuove economie”: Un fil rouge fra passato e possibile futuro
Lidia Riviello, Poeti, pubblico ed economia
Carlo Sperduti e Elena Zuccaccia, Appunti contro l’uniformazione della proposta letteraria, per un mercato librario sostenibile e parallelo alla grande distribuzione: utopia o possibilità?
Antonio Rossi, Scrittori ed economia

Hanno partecipato ai primi due seminari: Marco Amore, Umberto Bertone, Nicola Bultrini, Piero Cademartori, Alessandro Canzian, Sonia Caporossi, Giuseppe Garrera, Marco Giovenale, Anna Lapenna Malerba, Giulio Marzaioli,  Vincenzo Mascolo, Piera Mattei, Marco Menato, Gabriella Musetti, Antonio Francesco Perozzi, Daniele Poletti,  Laura Pugno e Lele Rozza. 

Diretta streaming sulla pagina fb della Fuis:
https://www.facebook.com/federazione.scrittori

Per partecipare dal vivo occorre prenotarsi scrivendo a biblioteca@bibliotecaeliopagliarani.com o a info@fuis.it.

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“l’economia della poesia”: terzo ed ultimo seminario, 24 marzo @ casa dello scrittore (roma)

In collaborazione con Il Centro Scritture e con la Fuis, il 24 marzo 2022, alle ore 18 presso La casa dello Scrittore in Lungotevere dei Melllini 33 a Roma, si tiene (anche in diretta streaming) il terzo ed ultimo seminario su L’economia della poesia, propedeutico al convegno conclusivo che si terrà, nello stesso luogo,  il 13 ottobre 2022.

Il terzo  seminario è curato da Cetta Petrollo Pagliarani e da Marco Giovenale e vede la partecipazione di Elisa Davoglio, Lidia Riviello, Antonio Rossi, Carlo Sperduti ed Elena Zuccaccia.

Questi gli interventi:

Elisa Davoglio, Poesia e “nuove economie”: Un fil rouge fra passato e possibile futuro
Lidia Riviello, Poeti, pubblico ed economia
Carlo Sperduti e Elena Zuccaccia, Appunti contro l’uniformazione della proposta letteraria, per un mercato librario sostenibile e parallelo alla grande distribuzione: utopia o possibilità?
Antonio Rossi, Scrittori ed economia

Hanno partecipato ai primi due seminari: Marco Amore, Umberto Bertone, Nicola Bultrini, Piero Cademartori, Alessandro Canzian, Sonia Caporossi, Giuseppe Garrera, Marco Giovenale, Anna Lapenna Malerba, Giulio Marzaioli,  Vincenzo Mascolo, Piera Mattei, Marco Menato, Gabriella Musetti, Antonio Francesco Perozzi, Daniele Poletti,  Laura Pugno e Lele Rozza. 

Come sempre ci sarà una diretta streaming sulla pagina fb della Fuis:
https://www.facebook.com/federazione.scrittori

Per partecipare dal vivo occorre prenotarsi scrivendo a biblioteca@bibliotecaeliopagliarani.com o a info@fuis.it.

Per partecipare da remoto sarà fornito il link della pagina fb della Fuis.

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altri link per “poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

https://puntocritico2.wordpress.com/2022/02/23/poesia-per-il-pubblico-generazioni-e-differenze-in-poesia-scrittura-politica-a-k/

https://archive.org/details/marco-giovenale-poesia-per-il-pubblico-feb-2022/mode/2up

https://www.academia.edu/72307114/_Poesia_per_il_pubblico_generazioni_e_differenze_in_poesia_scrittura_politica_a_k

PDF:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/02/marco-giovenale_-poesia-per-il-pubblico_-feb-2022.pdf

“poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

Sulla scorta degli interventi di Elisa Donzelli (LPLC, 23 gen. 2022) e di Lorenzo Mari (Argo, 17 feb. 2022) a proposito della generazione dei nati nell’arco di tempo 1968-1980, interventi che considero qui letti e meditati, aggiungo poche brevi riflessioni.

Si tratta di appunti verso un possibile saggio, non di osservazioni strutturate:

A_
Un numero consistente di autori nati dopo il 1968 non si è trovato affatto al di fuori di una ipotesi (verificabile, a volte contraddittoria, ma pure reale) di comunità, talvolta non solo letteraria ma anche politica. Penso ai genovesi del gruppo Bibhicante (Fabrizio Venerandi, Donald Datti, Paola Malaspina e Gianluca Seimandi), agli autori che si riunivano nei primissimi anni Novanta sotto la sigla LARP (Laboratorio Aperto di Ricerca Poetica, a cui partecipavano, tra gli altri, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Lidia Riviello, Simone Caltabellota, Marco Cassini, Michele Fianco), al collettivo Sparajurij (cfr. qui), alla redazione della rivista bolognese “Versodove”, all’esperimento àkusma (1999-2003, fondato da Giuliano Mesa), alla redazione di gammm, al gruppo raccolto intorno a siti come Nazione indiana o Absolute poetry, all’ensemble EscArgot (che intorno al 2009 prendeva appunto nome dal centro sociale ESC nel quartiere San Lorenzo, a Roma, ed era composto originariamente da Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Andrea Cortellessa, Elisa Davoglio, Michele Fianco, Francesca Fiorletta, Marco Giovenale, Massimiliano Manganelli, Giulio Marzaioli, Tommaso Ottonieri, Cetta Petrollo, Vincenzo Ostuni, Gilda Policastro, Lidia Riviello, Sara Ventroni).

Emilio Villa e Corrado Costa, dall’archivio di Pari & Dispari, di Rosanna Chiessi _ https://www.pariedispari.org/

Nel testo 6070 (uscito nel 2020 su OperaViva ma scritto parecchi anni prima), ho fatto per me, inoltre, l’esempio congiunto della rivista “Babele” e del movimento della Pantera, a cui dovrei accorpare una collaborazione e dialogo di non breve durata con le riviste “Private” e “Il Segnale”. (P. es.: nel 1997 ho curato, sulle migrazioni e sul passaggio come identità, e in modo tentativamente non ‘neorealista’, un numero di “Private” intitolato Identità di transito, di cui si può avere un succinto saggio qui: https://www.privatephotoreview.com/1997/09/11-identita-di-transito/).

B_
Mi domando – tornando al documento su LPLC di Elisa Donzelli – se il forte legame con la scrittura poetica dei “nonni” Sereni e Fortini piuttosto che con padri assenti (o non visibili) si debba principalmente a una unicità indubitabile / totalmente inaggirabile dei due poeti, e non anche o soprattutto all’unione di tre fattori:

(1) la scelta, da parte dell’editoria di grande distribuzione, di privilegiare unicamente la lirica, o meglio le scritture assertive; (2) la scomparsa tra fine anni Settanta e metà Novanta di un numero impressionante di persone cruciali e autori definibili sperimentali: Vittorio Reta, morto nel 1977; Demetrio Stratos, 1979; Italo Calvino, 1985; Adriano Spatola, 1988; Enrico Filippini, 1988; [Antonio Porta, 1989]; Giorgio Manganelli, 1990; Carmelo Samonà, 1990; Achille Cavellini, 1990; Corrado Costa, 1991; Patrizia Vicinelli, 1991; Luciana Arbizzani, 1991; Valerio Miroglio, (1991); [Pier Vittorio Tondelli, 1991]; Stefano D’Arrigo, 1992; Germano Lombardi, 1992; Silvano Martini, 1992; Gianni Sassi, 1993; Giovanni Testori, 1993; Antonio Neiwiller, 1993; Luigi Pasotelli, 1993; Paolo Volponi, 1994; Luciano Anceschi, 1995; Franco Beltrametti, 1995; Giuseppe Guglielmi, 1995; Anna Malfaiera, 1996; Edoardo Cacciatore, 1996; [Amelia Rosselli, 1996]; Giordano Falzoni, 1998; Toti Scialoja, 1998; Vincenzo Accame, 1999; Renato Pedio, 1999, Annalisa Alloatti, 2000; nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia; mentre poco fuori dal cerchio degli anni Novanta muoiono Carmelo Bene, Emilio Tadini, Giovanna Sandri e Franco Lucentini, nel 2002, Alice Ceresa e Roberto Sanesi nel 2001; (3) l’uscita di un numero ragguardevole di volumi sereniani, presso Mondadori, a partire da Tutte le poesie, nello Specchio, nel 1986, a tre anni dalla scomparsa dell’autore. (Una seconda edizione è già del 1987). Siamo al centro degli anni Ottanta.

C_
La conclusione del decennio 1971-80 registra ben evidenti segni premonitori di ciò che anche in poesia sarebbe stato il periodo degli Ottanta: anche solo le due edizioni della Parola innamorata, 1979 e 1980, sarebbero sufficienti. Per cosa? Per parlare di ritorno all’ordine (editoriale), come minimo. A cos’altro avrebbe reagito, infatti, il gruppo ’93, se non ad una situazione di sostanziale restaurazione? (Ossia ad un tentativo di fare come se tutte le avanguardie e le sperimentazioni novecentesche, semplicemente, non fossero mai esistite).

D_
Sembra assai difficile, per esempio, soprassedere sulle scelte formali/stilistiche di Mondadori a partire dal decennio seguente la scomparsa di Montale (1981) e Sereni (1983). Tolti i cinque nomi di Zanzotto, Neri, Gramigna, Ballerini e Majorino, ai quali aggiungerei quelli dei ‘fuorilegge’ Zeichen e Bordini, e sicuramente l’hapax Balestrini (Caosmogonia, 2010), credo che un sommario elenco di autori pubblicati nello Specchio in questo trentennio parli da solo, in termini di inclinazione di scrittura (non parlo di qualità ma di modus scribendi): Valduga, Frabotta, Spaziani, Bellezza, Riccardi, Lamarque, Giudici, Conte, Mussapi, Vitale, Raboni, De Angelis, Anedda, Dal Bianco, Bacchini, Cucchi, Risi, Erba, Orelli, Buffoni, Bevilacqua, Zavoli, Benedetti, Pecora, Rondoni, Copioli, Calabrò, Fiori, Villalta, Cerami, Ramat, Deidier, Bona, Theóphilo, Ruffilli. Nulla che anche solo lontanamente accenni a una sintonia con quel formidabile cambio di paradigma che – iniziato tra fine anni Cinquanta e primissimi Sessanta – dopo il ’68 e dopo la selva di sperimentazioni e laboratori anche verbovisivi degli anni Settanta avrebbe continuato a lavorare (esistere!) pur venendo recisamente radicalmente aggredito e negato (per non dire asfaltato) dall’editoria di grande distribuzione e dalla pubblicistica già definibile “generalista”.

E_
Per la “bianca” di poesia Einaudi il 1980 è uno degli anni della ristampa de Gli strumenti umani, di Sereni, e di Foglio di via e altri versi, di Fortini. Tra gli anni Ottanta e la metà dei Novanta escono nella collana libri di Cavalli, Luzi, De Angelis, Orengo, Naldini, Ortesta, Ottieri, Bufalino, Erba, Valduga, Bona, D’Elia, Raboni, Merini, Romano, Piersanti, per arrivare al 1994 di Composita solvantur, testamento di Franco Fortini. Se osserviamo invece la vicenda dei Novissimi, notiamo che il libro nato nel 1961 era stato accolto in Einaudi nel 1965, per arrivare a un'”ultima” edizione (guarda caso) nell’anno-soglia 1979. Si entra poi in un ventennio ben abbondante di assenza dalle librerie italiane. La ristampa successiva porta la data del 2003. (Ed è tutt’ora l’ultima, in senso assoluto – parrebbe).

F_
Ma in casa Garzanti? Dal 1980 al 1995: Penna, Bemporad, Parronchi, Romagnoli, Cerami, Sereni (Stella variabile, opera accresciuta rispetto alla prima edizione comparsa in tiratura limitata), Caproni, Bertolucci, Cima, Canali, Fiore, Mussapi, Ramat, Ruffilli, Levi, Morante, Sanesi, Luzi, Guidacci, Pozzi, Lamarque, Bellezza, Spagnoletti, Turoldo, Giudici, Ottieri, Pasolini, Bacchini, Rebora, Erba, per citare solo alcuni.

G_
Quali autori non allineati trovava in scaffale il lettore ventenne nel 1989-90? Ipocalisse, di Balestrini, era uscita nel 1986 da Scheiwiller (due anni dopo il ‘forzato’ periodo francese dell’autore, 1979-1984). Sempre da Scheiwiller, le Osservazioni sul volo degli uccelli (1988) e nell’87 per Becco giallo Il ritorno della signorina Richmond. La prima edizione dell’Orda d’oro, di Balestrini e Moroni, esce nel 1988. Nel 1989 nasceva a Milano il Gruppo ’93; e, a cura di Mario Lunetta e Franco Cavallo, usciva Poesia italiana della contraddizione, 350 pagine pubblicate non certo da Einaudi, Garzanti o Mondadori, ma da Newton Compton. Ed era in attività un gruppo agguerrito di critici e autori, capaci di tentare di contrastare il kitsch di un orfismo montante, e tuttavia non in grado di stabilire un legame solido con la Francia di Anne-Marie Albiach (classe 1937), Denis Roche (nato anche lui nel ’37), Dominique Fourcade (1938), Emmanuel Hocquard (1940), Danielle Collobert (1940), Claude Royet-Journoud (1941), Christian Prigent (1945), Liliane Giraudon (1946), Jean-Marie Gleize (1946), Anne Portugal (1949), Vannina Maestri (1954), Jacques Sivan (1955), Olivier Cadiot (1956), Éric Houser (1956), Jean-Michel Espitallier (1957), Christophe Tarkos (1963), Nathalie Quintane (1964), Christophe Marchand-Kiss (1964), Charles Pennequin (1965), Jérôme Mauche (1965), e di riviste come “Nioques”, “TXT” , “Java” e molte altre. Quasi tre generazioni di autori passati sotto silenzio. Un legame o scambio avrebbe invece permesso la formulazione di percorsi sperimentali non necessariamente centrati sulla lingua come fucina primaria.
Un geniale Giuliano Mesa pubblicava uno dei suoi libri migliori, I loro scritti, nel 1992 per Quasar.

H_
Cosa trovava in scaffale un lettore ventenne nel 1999-2000? Poco, se non nulla, di quanto appena elencato, in termini di sperimentazione. Molto, invece, da Einaudi e Mondadori (i nomi fatti). Era pressoché trascorsa l’avventura del Gruppo ’93, chiusa la rivista “Baldus” (1990-1996). A dare altri parametri (tuttavia non “d’avanguardia”) rispetto al mainstream poteva pensare nel 1995 la raccolta delle Opere di Carmelo Bene, uscita per Bompiani. Dieci anni prima, nel 1985, era comparsa la seconda edizione del Waste Land di Eliot nella traduzione di Alessandro Serpieri (risalente all’82). L’opera di Umberto Eco proseguiva, sul versante critico-filosofico, in direzioni proficue con tre opere fondamentali come Sugli specchi (1985), I limiti dell’interpretazione (1990) e Kant e l’ornitorinco (1997). In poesia il 1995 era l’anno del meridiano di Vittorio Sereni.
Mancano moltissimi tasselli al quadro, ma i pochi raccolti fin qui immagino diano un quadro limpido della situazione.
Sia chiaro che in questa sede non si oppongono autori di ricerca ad autori assertivi (o non solamente). Si vuole semmai suggerire una banalità di base: i lettori e poi autori che avevano vissuto la propria formazione negli anni Settanta-Ottanta avevano potuto incontrare un’editoria e un quadro di conflitti che i nati successivamente purtroppo non avrebbero avuto a disposizione. (In 6070 faccio l’esempio, credo significativo, degli sceneggiati televisivi fruibili negli anni Settanta, radicalmente diversi rispetto a ciò che avrebbe elargito la tv commerciale nel decennio successivo).

I_
Ci interrogheremo sul ruolo della grande distribuzione libraria per come poi si è configurato tra anni Novanta e anni Zero? Vale la pena ricordare la chiusura delle decine e decine di librerie indipendenti o di catena (Rinascita, per nominarne solo una) negli anni Zero? Quel che è successo dal 1994 a oggi nella politica e nell’economia italiane è del tutto ininfluente sull’asse Mondadori-Einaudi-Rizzoli-Bompiani?

J_
La (mondadoriana) fortunata e meritoriamente ristampatissima antologia di poesia curata da Pier Vincenzo Mengaldo, del 1978 (daccapo: sulla soglia degli anni Ottanta), è stata nei decenni ed è tutt’ora in prima linea nella determinazione di un canone assertivo nelle scritture in versi di secondo Novecento, insieme alle periodiche uscite dell’Almanacco dello Specchio, e all’antologia Cucchi-Giovanardi Poeti italiani del secondo Novecento (Meridiani Mondadori, 1996, alla quarta edizione già nel 2001, sesta nel 2011; e Oscar Mondadori, edizione aumentata, 2004, seconda ristampa 2010).

K_
Un posto particolarmente rilevato dovrebbero occupare, in un resoconto meno lacunoso e sfilacciato di questo, non solo le antologie ‘serie’ (massime le due del 2005, Parola pluraleDopo la lirica) e i tristi tentativi antologici del sottobosco, ma pure i resoconti dei critici che (particolarmente presso Carocci) negli ultimi anni si sono spesi sul campo – appunto – del canone. (Canonizzando quasi sempre il già canonizzato dall’editoria). Ma qui lo spaziotempo e l’energia disponibile si oppongono, e rinvio.

Se nel 1979 crolla il palco dei poeti di Castel Porziano, per eccesso di “pubblico della poesia”, poco dopo entra in scena la “poesia per il pubblico”: la re-poésie, come direbbe Gleize. Le movenze e retoriche dell’assertività.

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